Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (n. 288 dell’11 dicembre 2015) entra in vigore un nuovo di divieto ai medici di prescrivere preparazionimagistrali contenenti efedrina, ascopo dimagrante, e ai farmacisti di eseguire preparazionimagistrali contenenti lo stesso principio attivo e per lo stesso scopo. Il ministero della Salute, si legge nel testo, ha decretato il divieto alla luce dei precedenti decreti (20 maggio, 27 luglio e 4 agosto 2015) e sulla base di quanto emerso nelle sedute dell’11, 12 e 13 novembre 2015 della Commissione tecnico scientifica dell’Aifa in cui è stato evidenziato che «dall’esame della Rete nazionale farmacovigilanza, l’efedrina risulta essere “uno dei principi attivi utilizzati nelle preparazioni galeniche a scopo dimagrante per cui sono state segnalate sospette reazioni avverse” e si suggerisce al Ministero della salute “di vietare la prescrizione e l’allestimento di preparazioni magistrali contenenti il principio attivo efedrina al fine di evitarne l’uso incongruo”». Una nota della Sifap, Società italiana dei farmacisti preparatori, informa i colleghi che «le preparazioni già pronte ed in attesa di essere ritirate, che non rispettino i requisiti di cui sopra non potranno essere dispensate, ma dovranno essere accantonate con cura e sottoposte a ritiro».
Ma non mancano le riflessioni critiche sul provvedimento, analogo agli altri contro i quali la Sifap ha già fatto ricorso. Secondo Pierandrea Cicconetti, vicepresidente Sifap, si stanno «misconoscendo i numerosi lavori scientifici che ne attestano efficacia e sicurezza nei trattamenti finalizzati al controllo del senso di fame e al calo ponderale». E ricorda che Sifap «da anni sostiene che la terapia dell’obesità va destinata all’obeso e solo a lui obbligando il medico ad attestare sulla ricetta che il suo indice di massa corporea è maggiore di 30 o di 27 in caso di patologie concomitanti; ciò esclude a priori la possibilità di applicare la terapia a chi obeso non è. Tale proposta è sempre rimasta inascoltata». E aggiunge: «Il malato obeso che, al di là di ogni querelle, dovrebbe essere messo al centro dell’attenzione valutando su base scientifica i pro e i contro che gli derivano da tutti questi provvedimenti di divieto. Non si può negare che i “contro” prevalgano perché il malato si trova oggi senza cure, dunque alla mercé degli intrugli proposti dalla rete e senza alcun controllo medico la sua malattia, foriera di altri disturbi circolatori, metabolici e quanto altro, non potrà che aggravarsi a suo danno e a danno dell’intera comunità in termini di assistenza sanitaria».
Fonte: Farmacista33-15 dicembre 2015