Le strategie per la ricerca di personale in farmacia

Le strategie per la ricerca di personale in farmacia

fonte: www.farmacianews.it

Avere le idee chiare, definire a monte le mansioni e il ruolo che il farmacista dovrà ricoprire, fare una stima delle ore di lavoro e della disponibilità richiesta, la remunerazione. Profilare accuratamente anche la farmacia: punti di forza, ambiente di lavoro, offerte, compresi eventuali premi e benefit per il professionista.

Sono le “credenziali” da cui partire per la stesura di un annuncio di ricerca di nuovo personale da introdurre nel team della farmacia. Se ne è parlato a Cosmofarma nel corso dell’evento: “Selezione e gestione del personale in farmacia”.
Profilo e annuncio
Farmacista che serve al banco, specialista in dermocosmesi o che lavori in laboratorio; disponibilità di servizio, vicinanza dal luogo della farmacia. Definire il ruolo, senior o junior, a seconda che si abbia necessità di formare una risorsa o se la si cerchi con esperienza.

«Così come il farmacista presta attenzione alla selezione di una risorsa profilata, altrettanto il farmacista non trascura di informarsi sulla farmacia cui si propone. Pertanto è importante – spiega Sara Tramannoni, farmacista e formatrice – che nell’annuncio, sfruttando anche i canali social, venga ben identificata la farmacia, i punti di forza che la contraddistinguono ad esempio l’ambiente di lavoro, il team, la relazione con la clientela o l’assortimento degli scaffali nelle varie categorie di prodotti, la formazione, l’offerta declinata nelle sue diverse voci: la tipologia di livello, l’orario di lavoro, le mansioni richieste, quali assistenza e consulenza alla clientela, gestione dei servizi presenti in farmacia, cura dell’allestimento, sviluppo di strategie di marketing, back o front office, responsabile di reparto, e così via.

L’annuncio, oltre a queste specifiche deve includere anche le modalità di contatto, dalle più tradizionali (mail) alle più moderne (whatsapp). I sociali sono, infatti, un canale consultato, anche per ricerche professionali, soprattutto da giovani farmacisti e di nuova generazione. Ciò impone che si curi anche l’immagine “digital” della farmacia. Particolare attenzione va riservata nell’annuncio alla descrizione degli elementi di forza della propria farmacia, affinché il professionista sia spinto a scegliere la “nostra” farmacia rispetto ad un’altra».

Requisiti di base richiesti
Dovranno contenere nella descrizione sia le hard skills, quindi le capacità di utilizzo di software e gestionali, sia le soft skills, di peso maggiore per la farmacia, ovvero l’insieme di abilità che riguardano l’intelligenza emotiva, la capacità di relazione con colleghi e clientela, le “doti” di problem solving e/o di lavorare per obiettivi.

Per scrivere l’annuncio è possibile avvalersi della tecnologia ad esempio servendosi di ChatGPT che propone una serie di possibili ipotesi di testo in funzione degli input che gli vengono dati, come ad esempio “farmacista specializzato” intendendo cioè che si sta cercando un professionista con una formazione di maggiore livello, come il possesso di un Master.

«Con ChatCGT – prosegue la farmacista – è importante dettagliare quanto più possibile le qualità della risorsa e una volta redatto l’annuncio, questo va pubblicato su specifiche piattaforme, tra le migliori: i classici canali di LinkedIn e i social, dove può essere di maggiore efficacia un video piuttosto che un annuncio scritto, o piattaforme dedicate al settore tra cui Farmalavoro, Federfarma.it, il sito dell’Ordine dei farmacisti, ma anche le bacheche universitarie». Alcune piattaforme consentono poi anche di ricondividere l’annuncio.

Pre-colloquio e colloquio
Il candidato prescelto dalla selezione dei curricula pervenuti, va messo a proprio agio fin dal momento dell’accoglienza: occorre evitare l’interferenza di fattori distraenti, pertanto il colloquio va condotto in un ambiente che consenta di fare e di porre domande mirate. In questo contesto potrebbe essere utile preparare un elenco di domande che permette di indagare hard e soft skills, le competenze, le aspettative e così via.

«Durante il colloquio – precisa la dottoressa Tramannoni – è importante ascoltare, imparare, indagare sulle competenze in termine di prodotti e servizi ad esempio. Un elevato profilo produce valore, con la raccomandazione di comunicare l’esito del colloquio positivo o negativo, quindi la motivazione richiamando il candidato».

È bene condurre i colloqui con “l’umore giusto”, prendere appunti per evitare che qualche aspetto possa sfuggire o non essere più ricordato, ascoltare ciò che il candidato dice e poi sottoporre a verifica, indagare infine il percorso formativo, attuale e precedente.

«Fare attenzione a non commettere tipici errori durante il colloquio – sottolinea la dottoressa – come l’effetto sandwich, evitando che la persona ricordi solo l’inizio e la fine dell’incontri, l’effetto di salienza, valutando cioè solo persone che hanno sempre le stesse caratteristiche e l’effetto alone, facendo in modo che una caratteristica del profilo influenzi tutto il resto o la valutazione».

Ancora, durante il colloquio usare un tono di voce attrattivo, fare domande aperte, non creare barriere, non contraddire ma correggere, chiedere piuttosto che interrogare, suggerire piuttosto che imporre, semplificare laddove possibile. Fare domande di approfondimento sull’esperienza professionale, dal percorso di studi, agli obiettivi del post-laurea, indagare il ruolo che il candidato ha in farmacia e quello che amerebbe ricoprire, quali ritiene siano i propri punti di forza e quelli migliorabili.

Lasciare, infine, spazio infine alle domande del candidato, dandogli anche dei motivi di incentivazione, ad esempio parlando di valori e volumi, quali il numero di clienti per collaboratore, il valore dello scontrino, il valore commerciale.

Fascicolo sanitario elettronico: scadenze e operatività da sapere

Fascicolo sanitario elettronico: scadenze e operatività da sapere

fonte: www.farmacista33.it

E’ in corso la campagna del Ministero della Salute per sensibilizzare gli assistiti a cui, secondo le indicazioni del Garante della Privacy, è richiesto un passaggio, da compiere entro fine giugno, per chi intendesse opporsi al caricamento dei propri dati sanitari antecedenti il maggio 2020. Ecco cosa c’è da sapere
Fascicolo sanitario elettronico. Inserimento dati, opposizione a pregresso, consenso a consultazione: scadenze e operatività da sapere
Il Fascicolo Sanitario Elettronico fa parte del percorso di potenziamento della sanità digitale, anche grazie ai fondi del Pnrr, per consentire la costruzione di un punto unico di condivisione e aggregazione dei documenti sanitari e socio-sanitari relativi ai cittadini. Sul tema è partita la campagna del Ministero della Salute per sensibilizzare e agli assistiti, secondo le indicazioni del Garante della Privacy, è richiesto un passaggio, da compiere entro fine giugno, per chi intendesse opporsi al caricamento dei propri dati sanitari antecedenti il maggio 2020. Sul punto, non mancano dubbi da parte dei pazienti che si rivolgono anche ai farmacisti per avere informazioni. Ecco quali sono i passaggi per i cittadini.

FSE: alimentazione dei dati automatica e opposizione al pregresso: i passaggi
L’idea alla base del Fascicolo sanitario elettronico è quello di portare tale strumento a essere un punto di accesso ai servizi sanitari del paziente, in modo da facilitare i processi di cura e presa in carico, semplificare la gestione da parte del cittadino, e consentire la consultazione e il popolamento dei dati sanitari in tutto il territorio nazionale e non solo nella regione di residenza dell’assistito. All’interno del percorso di potenziamento di tale strumento, per incrementare l’alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico, come chiarito dal Ministero, il caricamento dei dati avviene in maniera automatica, con conseguente eliminazione del “consenso all’alimentazione” previsto dalla normativa precedente. Ma per i dati e i documenti sanitari generati da eventi clinici antecedenti al 19 maggio 2020 l’assistito può esercitare il diritto di opporsi all’alimentazione del FSE tramite il servizio on line “FSE – Opposizione al pregresso”. Tale opzione va effettuata attraverso il portale Sistema Tessera Sanitaria all’indirizzo www.sistemats.it ed è stata resa disponibile dal 22 aprile fino al 30 giugno 2024. Il mancato accesso al servizio on line “FSE – Opposizione al pregresso” o l’accesso al servizio senza registrare la propria opposizione comporterà il caricamento automatico dei propri dati e i documenti sanitari disponibili e antecedenti al 19 maggio 2020.
Operativamente, per esprimere il diniego, l’assistito deve accede al servizio on line “FSE-Opposizione al pregresso” mediante strumenti di identità digitale – SPID; CIE; CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Qualora l’assistito non disponga di tali strumenti di identità digitale, può comunque esercitare il diritto all’opposizione accedendo alla funzione on line presente nell’area libera del Sistema TS con Tessera sanitaria oppure codice STP (Straniero Temporaneamente Presente). È necessario indicare il codice fiscale, il numero della tessera sanitaria e la data di scadenza ed è possibile esprimere l’opposizione anche per mezzo di un intermediario.

Il consenso alla consultazione: cos’è e come si esprime
In generale, ricorda il Ministero, per quanto la consultazione del FSE, i professionisti sanitari che prendono in cura un assistito − sia nell’ambito del SSN, sia al di fuori − possono accedere ai dati e ai documenti presenti solo se l’assistito ha preventivamente espresso il proprio consenso alla consultazione. Tale consenso può essere espresso online, accedendo al FSE personale, o secondo le modalità messe a disposizione da ciascuna Regione. Il consenso può sempre essere manifestato o revocato, direttamente dall’assistito. Per i minorenni il consenso alla consultazione è espresso da chi esercita la responsabilità genitoriale o dal rappresentante legale, previa identificazione dello stesso. Il mancato consenso alla consultazione del FSE non comporta conseguenze nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, ma non permette ai professionisti sanitari che prendono in cura un assistito di acquisire le informazioni ivi contenute. In mancanza del consenso, solo l’assistito e il medico che li ha prodotti possono visualizzare i documenti contenuti nel FSE. L’assistito ha comunque il diritto di non rendere visibili sul FSE i dati e documenti relativi a una prestazione che ha ricevuto (si tratta del cosiddetto “diritto all’oscuramento”). Se questo diritto è esercitato, tali dati saranno visibili solo all’assistito e al medico che li ha prodotti. In qualsiasi momento, tuttavia, l’assistito ha la possibilità di renderli nuovamente visibili a tutti gli operatori sanitari che accedono al fascicolo. In ogni caso, alcuni dati e documenti sono inseriti sin dall’inizio automaticamente nel FSE in modalità oscurata, e quindi visibili solo all’assistito e al medico che li ha prodotti (per esempio, documenti relativi ad atti di violenza sessuale, all’infezioni da HIV, all’uso di sostanze stupefacenti, psicotrope e alcool, a prestazioni erogate alle donne che si sottopongono a interventi di interruzione volontaria della gravidanza o che decidono di partorire in anonimato e ai servizi offerti dai consultori familiari. Anche in questo caso l’oscuramento dei dati può essere revocato in ogni momento.

FSE 2.0: potenziamento dello strumento e documenti sanitari disponibili
Ma quali sono, anche in prospettiva, i contenuti del FSE? Come si ricorderà, è stato il decreto del Ministero della Salute, Mef e Innovazione tecnologica del 7 settembre 2023 (G.U. Serie Generale del 24 ottobre 2023) a mettere le basi per il potenziamento del Fse, individuandone i contenuti e definendo i limiti di responsabilità e i compiti dei soggetti che concorrono alla sua implementazione, le garanzie e le misure di sicurezza da adottare nel trattamento dei dati personali, le modalità e i livelli diversificati di accesso. In particolare, per quanto riguarda l’elenco di documenti, si prevede: dati identificativi e amministrativi dell’assistito (esenzioni per reddito e patologia, contatti, delegati); referti; verbali pronto soccorso; lettere di dimissione; profilo sanitario sintetico; prescrizioni specialistiche e farmaceutiche; cartelle cliniche; erogazione farmaci a carico SSN e non a carico SSN; vaccinazioni; erogazione di prestazioni di assistenza specialistica; taccuino personale dell’assistito; dati delle tessere per i portatori di impianto; lettera di invito per screening.
Un elemento di rilievo del percorso di potenziamento è costituito dal profilo sanitario sintetico, vale a dire “il documento socio-sanitario informatico redatto e aggiornato dal MMG/PLS che riassume la storia clinica dell’assistito e la sua situazione corrente conosciuta”. La finalità di tale documento è quella di “favorire la continuità di cura, permettendo un rapido inquadramento dell’assistito al momento del contatto con i servizi sanitari, fermo restando il rispetto del diritto di oscuramento esercitato dall’assistito”. Mentre per quanto riguarda il “taccuino personale questa è una sezione riservata del FSE all’interno della quale esclusivamente l’assistito, o un suo delegato, può inserire, modificare ed eliminare dati, anche generati dai dispositivi medici e/o wearable, e documenti personali relativi ai propri percorsi di cura, oltre a informazioni integrative inserite direttamente dal cittadino. Tali dati e documenti inseriti sono informazioni non certificate e devono essere distinguibili da quelle inserite dai soggetti” che hanno in cura il cittadino.

Lo psicologo in Farmacia

Lo psicologo in Farmacia

fonte: www.farmacianews.it
È una “innovazione”, di recente ingresso nei presidi, solo in alcuni e solo parzialmente sul territorio. È lo psicologo in farmacia: un servizio di supporto psicologico di primo livello, per la tutela della salute mentale e la prevenzione di patologie di carattere psicologico, psicoemotivo, declino cognitivo, promosso e messo a punto da ANPIF (Associazione Nazionale Psicologi in Farmacia) Benessere A.p.s., presente sul territorio dal 2016.

Il servizio è stato presentato a Cosmofarma nel corso dell’evento “Inside your farma- Informamenti. Investire in salute mentale in farmacia”.


Un servizio “istituzionalizzato”
Certamente nuovo ma comunque rispondente a specifiche linee di indirizzo che prevedono l’introduzione della psicologia in farmacia come servizio strutturato capillarmente diffuso. In farmacia lo psicologo, opportunamente formato, può ricoprire diversi compiti e mansioni assistendo il paziente-clienti, in un continuum di intenti.

Dalla iniziale presa in carico delle persona al momento di accesso in farmacia, alla fase intermedia con la gestione del problema tramite un counselling, che va dall’ascolto attivo di quanto “messo a nudo” dalla persona, e dunque a seconda della gravità del problema esposto, sostenuto con suggerimenti e raccomandazione per l’assunzione di comportamenti sani e di salute del rapporto corpo-mente, al supporto nel superamento della fase critica con invito a condurre più colloqui/sedute in farmacia o laddove necessario inviando l’interessato a un counselling di secondo livello, fino alla fase conclusiva, auspicata, del superamento di quanto inizialmente manifestato e presentato al professionista.

“Lo Psicologo in Farmacia” è un servizio, studiato da Fiorella Palombo, psico-terapeuta, psicoanalista e psicologa ad indirizzo clinico e specializzata in formazione, nonché presidente ANPIF Benessere A.p.s. e sviluppato in partnership con Federfarma e Federfarma Veneto e altre Istituzioni di ambito farmaceutico.

«La nostra Associazione ha diversi obiettivi – spiega la Presidente – fra cui diffondere le Linee Guida di questo servizio, contribuendo all’introduzione dello psicologo nelle farmacie a livello regionale e territoriale, ottemperando così a quanto promulgato, fino dal 2005, dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che “Senza salute mentale, la salute non è possibile”».

I bisogni
“Lo Psicologo in Farmacia” non è una opportunità, ma una necessità in risposta a bisogno di interventi di salute mentale, prevalentemente psico-emotiva, rilevato sul territorio e crescente fra la popolazione, specie giovanile, esploso in maniera maggiore dall’epoca pandemica.

Il disagio psicologico dal 25% del primo anno di Covid ha registrano al 2023 un incremento del 30%, secondo dati ministeriali, con picchi fino al 38% nella fascia di età tra 18 e 24 anni. Questa è solo una delle ragioni per cui il servizio, che si svolge all’interno di spazi adeguati in farmacia, per essere facilmente accessibile, è (anche) “familiare”: si rivolge, infatti, a tutti i cittadini maggiorenni e ai giovanissimi, previo consenso genitoriale, di tutori o di chi ne fa le veci.

«Resta altresì inteso – prosegue la dottoressa Palombo – che lo psicologo può erogare il servizio dopo avere raccolto il consenso informato del paziente, aver stipulato un contratto con la farmacia in cui eroga la prestazione, attenendosi al mandato e a quanto definito dallo stesso».

Tale servizio rappresenta un valore aggiunto, anche dal punto di vista puramente clinico: sia in termini di prevenzione e intercettazione di bisogni inespressi che possono così tempestivamente diagnosticati, sia terapeutico come efficace supporto al superamento della problematica in atto, in associazione a trattamenti gold standard, specifici per la problematica identificata.

Tra le più ricorrenti portate “a colloquio” dello psicologo in farmacia si includono: ansia e depressione, disassuefazione da ansiolitici e/o da altra terapia, stress, disturbi del sonno, difficoltà a dimagrire/rispettare piani nutrizionali (definiti in alcuni casi con dietisti/nutrizionisti all’interno della stessa farmacia) per implicazioni di carattere psicologico.

Indicazione e raccomandazione
Ogni altro intervento di maggiore severità che non possa essere gestito e trattato in farmacia, richiedendo interventi di secondo livello, quali ad esempio una prestazione neurologica o di altro specialista, la necessità di ulteriori approfondimenti diagnostico-terapeutici il paziente va demandato al territorio, ovvero medici e strutture specializzate.

IA generativa: l’impatto sulla farmacia

IA generativa: l’impatto sulla farmacia

fonte: www.farmacianews.it

Come l’intelligenza artificiale può essere utile alla farmacia e quali benefici può portare, ma anche quali sono i rischi a cui si può andare incontro se non la si usa in modo appropriato.


Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha suscitato un profondo interesse e ha rivoluzionato numerosi settori, tra questi anche la farmacia. Con l’avvento dell’IA generativa, che è in grado di creare contenuti come immagini, testi e suoni, le opportunità per migliorare l’esperienza del cliente in farmacia sono praticamente infinite. Prima di esaminarne l’impatto sulla farmacia è importante comprendere in cosa consiste questa tecnologia.

L’IA generativa è un sistema di intelligenza artificiale addestrato in modo da generare autonomamente nuovi contenuti, che risultano difficilmente distinguibili da quelli creati da esseri umani. Grazie ad algoritmi di apprendimento automatico e reti neurali, può produrre contenuti utilizzabili in svariati contesti creativi e pratici.
Personalizzazione dei servizi
L’IA generativa può anche essere impiegata per personalizzare i servizi offerti dalla farmacia. Per esempio, un sistema di intelligenza artificiale può analizzare i dati degli acquisti fatti dai pazienti/ clienti per suggerire prodotti correlati o raccomandare trattamenti personalizzati in base alle loro esigenze specifiche. Questo non solo migliora l’esperienza di acquisto, ma può anche aumentare le vendite e la fedeltà alla farmacia. L’intelligenza artificiale generativa ha aperto nuove prospettive nell’educazione del paziente.

Questa tecnologia innovativa ha il potenziale per trasformare radicalmente il modo in cui i pazienti accedono alle informazioni cruciali sulla salute, migliorando la loro comprensione delle opzioni di tratta approccio personalizzato permette di acquisire conoscenze pertinenti alle proprie necessità. Grazie a tale capacità di personalizzare i contenuti e anche di ottimizzare il tono utilizzato, l’IA generativa può raggiungere target diversificati, fornendo informazioni rilevanti e utili sulle patologie, sui farmaci e sulle cure disponibili.

Comunicazione e supporto decisionale
Un efficace uso dell’IA generativa è nella creazione e nella gestione di blog personali o siti web dedicati alla salute e alla farmacia. Questa nuova intelligenza offre un’ulteriore possibilità di personalizzazione e diffusione delle informazioni, consentendo di comunicare in modo più efficace con i propri clienti.

Tali informazioni possono includere articoli divulgativi, consigli del farmacista o video tutorial, mirati a specifici gruppi di clienti suddivisi in base alle caratteristiche demografiche, agli interessi o alle esigenze di salute. Inoltre, l’IA generativa può essere impiegata per sviluppare chatbot in grado di rispondere alle domande dei clienti-pazienti in modo rapido e preciso, fornendo un supporto continuo e accessibile anche oltre l’orario di apertura della farmacia. Nel caso, poi, della creazione di materiali promozionali, che si tratti di volantini, banner pubblicitari o contenuti per i social media, l’IA generativa può produrre grafiche e testi accattivanti che attirano l’attenzione dei pazienti/clienti e li invitano a visitare la farmacia.

Un altro impatto significativo dell’IA generativa è il supporto decisionale clinico. Questa tecnologia può analizzare dati clinici complessi e fornire raccomandazioni ai farmacisti su diagnosi, trattamenti e gestione delle terapie. Può anche aiutare a identificare potenziali interazioni farmacologiche o reazioni avverse ai farmaci, consentendo di intervenire prontamente per garantire la sicurezza dei pazienti.

Ottimizzare la gestione
L’IA generativa può anche migliorare l’efficienza delle operazioni di gestione nella farmacia. Può essere impiegata per analizzare i flussi di lavoro, ottimizzare gli inventari e prevedere la domanda di farmaci. Ciò consente di ridurre gli sprechi, mantenere un inventario sempre aggiornato e garantire che i farmaci critici siano sempre disponibili quando necessario.

Inoltre, l’IA generativa può automatizzare compiti ripetitivi, consentendo ai farmacisti di concentrarsi su attività più complesse e di valore aggiunto, come la consulenza ai pazienti.

Sfide, responsabilità e considerazioni etiche
È innegabile che l’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa rappresenti un’importante opportunità per ottimizzare l’efficienza e risparmiare risorse umane e materiali. Va però sottolineato che, se non è stata adeguatamente istruita su un certo tema, l’IA generativa può proporre contenuti inesatti. Quindi, è importante valorizzare l’utilizzo di questa tecnologia, ma allo stesso tempo si deve considerare la responsabilità a essa associata. Perciò, è necessario un controllo e un’attenta verifica delle “competenze” dell’IA generativa per garantire l’accuratezza delle informazioni prodotte. Questo approccio è cruciale per evitare la diffusione di contenuti errati e contrastare la disinformazione.

Nel contesto delle farmacie, è essenziale che nell’implementazione di sistemi di IA generativa ci si assicuri che il personale sia adeguatamente formato e informato sui rischi e sulle best practice da seguire. Questo include una comprensione dettagliata di come l’IA possa influenzare la gestione dei dati dei pazienti e la comunicazione delle informazioni sanitarie. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa può portare numerosi vantaggi alle farmacie migliorando l’esperienza del cliente/ paziente, ottimizzando i servizi offerti e differenziando l’attività dalla concorrenza. È importante utilizzare questa tecnologia in modo responsabile ed etico, garantendo sempre la sicurezza e la privacy dei dati dei clienti.

Violenza sulle donne: 2.000 operatori formati grazie al progetto Ipazia

Violenza sulle donne: 2.000 operatori formati grazie al progetto Ipazia

fonte: www.farmacianews.it

Avviato nel 2021 per la definizione di strategie di prevenzione della violenza contro le donne e i minori ha permesso di formare oltre 2.000 operatori sul territorio
Grazie a un corso FAD, corsi residenziali in diverse regioni e la creazione di una community infermieristica con una piattaforma dedicata, sono stati formati oltre 2 mila operatori sul territorio.

Questo è probabilmente il risultato principale del progetto Ipazia – Ccm 2021, dedicato alla definizione di strategie di prevenzione della violenza contro le donne e i minori, attraverso la formazione di operatrici e operatori di area sanitaria e socio-sanitaria con particolare riguardo agli effetti del Covid-19.
I risultati del progetto, promosso e finanziato dal Ministero della Salute che ne ha affidato il coordinamento all’Azienda USL Toscana Sud-Est, e realizzato anche con la partecipazione dell’Istituto Superiore si Sanità – ISS, sono stati presentati lo scorso 8 maggio presso l’ISS.

Il progetto Ipazia
Il Progetto è stato avviato il 25 novembre 2021, con il coinvolgimento di Aziende Sanitarie Locali territoriali (Matera, Lecce, Umbria 1 USL Toscana Sud Est, Friuli Venezia Giulia occidentale), dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà – INMP, della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha svolto un ruolo scientifico ed organizzativo nella messa a punto e sperimentazione di un Modello Formativo, basato sulla metodologia del Problem Based Learning – competence oriented.

Il progetto Ipazia rappresenta il proseguimento di un precedente percorso formativo finalizzato alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere attraverso le reti territoriali coordinato dall’ISS, che aveva portato alla formazione di operatori e operatrici nei Pronto Soccorso Italiani.

Inoltre, il Progetto IpaziaCCM2021 raccoglie il testimone dell’esperienza della Rete Regionale Codice Rosa, avviata a partire dal 2010 nella Regione Toscana, allo scopo di assicurare una risposta efficace alla persona vittima di violenza già dall’arrivo in Pronto Soccorso.

Le violenze su donne, minori e disabili: un fenomeno grave e diffuso
«Il fenomeno della violenza sulle donne, sui minori, sulle persone con disabilità multiple, persiste nel nostro Paese in modo grave e diffuso, con conseguenze che perdurano nel tempo, compromettendo la salute psicofisica di chi ne è coinvolto e di chi vi assiste, nel breve, medio e lungo periodo – ha sostenuto il presidente dell’ISS Rocco Bellantone – Fenomeno questo, tra l’altro, accresciuto negli ultimi anni e che rimane sempre di difficile identificazione».

L’obiettivo del progetto Ipazia era mettere a punto e sperimentare un modello formativo, basato sulla metodologia del Problem Based Learning – competence oriented, rivolto a operatrici e operatori dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali per la violenza contro le donne e contro i minori.

Questo è stato ottenuto attraverso un percorso Fad rivolto al personale di salute presente negli ambiti territoriali delle unità operative coinvolte nel Progetto ed in un percorso specifico per la formazione della figura del “facilitatore”, nonché di percorsi residenziali attivati sul territorio.

Gli esiti progettuali: Linee operative, reti territoriali, materiali informativi
Oltre ai corsi di formazione, a distanza e in presenza, sono scaturite dal Progetto Ipazia delle Linee operative per lo sviluppo di un programma di formazione sul tema della prevenzione della violenza contro le donne e della violenza assistita da minori, e sono state attivate delle Reti nei territori delle Unità Operative partecipanti al Progetto attraverso la mappatura dei Servizi territoriali a cui potersi rivolgere in caso di violenza. Sono stati anche realizzati e diffusi materiali informativi destinati alle donne.

Cosmetici in farmacia, vendite in crescita

Cosmetici in farmacia, vendite in crescita

fonte: www.farmacianews.it

Il mercato cosmetico in farmacia lo scorso anno ha segnato un +7,5% rispetto al 2022, attestandosi ad un valore di 2,1 miliardi di euro. Attesi dati di ulteriore crescita per l’anno in corso


Per la scelta dei prodotti cosmetici, la farmacia continua a rappresentare un canale privilegiato e questo sia per la varietà di servizi offerti al suo interno, sia ancor più, per la consulenza dei professionisti che vi lavorano.

Nel 2023 il segmento beauty in farmacia si è attestato a 2,1 miliardi di euro, segnando un aumento del +7,5% sul 2022. Altresì, stando alle stime, è atteso un ulteriore incremento del 7,2% per l’anno in corso. I dati sono stati presentati nel corso di Cosmofarma Exhibition 2024, ospitata a Bologna dal 19 al 21 aprile scorsi.


I prodotti più venduti in farmacia
Per quanto riguarda le categorie di prodotti, nella ‘top 3’ dei più venduti figurano quelli per la cura del viso, che rappresentano quasi un terzo del mercato con un 30%, seguiti poi dai prodotti per la cura del corpo, che si attestano al 14% e dai solari, al 10%.

I prodotti per la cura del viso e i solari sono le categorie merceologiche del comparto beauty che hanno registrato il più significativo rialzo nelle vendite nel corso del 2023, segnando rispettivamente un +10,7% e un +10,9%.

Ottime anche le performance registrate dai prodotti per il make-up che nel corso dell’anno, nel canale farmacia, hanno sperimentato un aumento delle vendite pari al 13%.

I vantaggi del canale farmacia
Le ragioni di questi trend in crescita nel canale farmacia confermano un forte gradimento della clientela che si indirizza verso il presidio potendo contare sulla consulenza di professionisti esperti nel settore cosmetico. Piace qui evidenziare che si sta affermando anche l’uso dell’intelligenza artificiale, che sta ridisegnando il processo di ricerca e selezione dei cosmetici, anche in farmacia.