Telemedicina in farmacia, il ruolo delle farmacie del network Fap

Telemedicina in farmacia, il ruolo delle farmacie del network Fap

fonte: www.farmaciavirtuale.it

La rete Farmacisti associati Piemonte Asti e Alessandria (Fap) ha presentato i dati sull’uso della telemedicina in farmacia nel periodo 2018-2023.

Con il progetto pilota, operativo dal 1° maggio in Piemonte, che consente ai cittadini piemontesi di recarsi in farmacia e fruire, in assistenza convenzionata, di holter pressorio, holter cardiaco ed elettrocardiogramma, si apre ufficialmente la via della telemedicina e della telerefertazione in farmacia. Un percorso che il network Fap (Farmacisti associati Piemonte Asti e Alessandria) percorre ormai in modo autonomo da prima del 2015, grazie alla lungimiranza dei Soci farmacisti che si sono dotati di strumenti di alto livello per effettuare a distanza Elettrocardiogramma, Holter cardiaco e pressorio e rispondere così alle esigenze sociali dei loro clienti/pazienti, con il contributo e la partnership di Telemedico, centro di telerefertazione cardiologico di Genova.

Esami diagnostici di alto livello in farmacia
Vuol dire poter effettuare presso le farmacie del network esami diagnostici di alto livello in telemedicina con rilascio di un referto redatto e firmato da cardiologi in servizio attivo per il teleconsulto e la telerefertazione 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. La prevenzione cardiovascolare ha l’obiettivo di ridurre quanto più possibile l’impatto delle malattie cardiovascolari e della loro relativa disabilità. Ci si rivolge, in primis, ai soggetti ad alto rischio di andare incontro a un primo evento cardiovascolare poiché presentano una combinazione di fattori di rischio quali fumo di sigaretta, elevati valori pressori, diabete o dislipidemie. Ma anche uomini e donne di età medio- avanzata con una patologia cardiovascolare accertata (prevenzione secondaria). Senza dimenticare che la prevenzione sul nostro cuore è rivolta a tutti, sin dalla tenera età e soprattutto quando si svolgono attività sportive a livello non agonistico.

I dati del periodo 2018-2023
Negli ultimi cinque anni (2018-2023) le farmacie del network hanno erogato oltre 46mila elettrocardiogrammi, 9mila holter cardiaci e 4mila holter pressorio che hanno consentito di registrare e valutare la corretta funzionalità cardiaca con una refertazione immediata, scoprendo che in diversi casi il paziente necessitava di ulteriori accertamenti medici, se non addirittura di un pronto intervento con accesso immediato al pronto soccorso. Quindi, la farmacia come punto di salute di facile accesso, senza tempi di attesa e anche come presidio “salva vita”. L’obiettivo comune delle Farmacie Fap è quello di diffondere ed eseguire questa tipologia di servizi diagnostici in modo diretto e rapido, mantenendo un alto standard qualitativo, avvalendosi di professionisti. Presso le farmacie Fap è possibile richiedere questa tipologia di servizi e tramite il sito istituzionale Fap, www.fapnet.it, sono consultabili le giornate dedicate delle singole farmacie socie.

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Le cinque cose da sapere sulla sarcopenia

Le cinque cose da sapere sulla sarcopenia

fonte: Abiogen Pharma

I muscoli scheletrici, ancorati alle ossa attraverso i tendini, sono diffusi in tutto il corpo. Grazie alla loro capacità di contrarsi, ci permettono il movimento. Svolgono inoltre svariate altre funzioni, tra cui mantenere postura e posizione del corpo, regolare la nostra temperatura corporea, immagazzinare sostanze nutrienti, quali gli aminoacidi, e stabilizzare le articolazioni. Con l’invecchiamento i muscoli tendono a diventare meno tonici e si assiste alla diminuzione della massa muscolare scheletrica. Questo processo riguarda tutti noi, è fisiologico, ma talvolta, per esempio in caso di sedentarietà e stile di vita poco sano, la perdita di massa e di forza muscolare è tale da sfociare in una patologia, la sarcopenia. È allora necessario correre rapidamente ai ripari.

La sarcopenia è una sindrome, cioè un insieme di sintomi, che si caratterizza per la progressiva e generalizzata perdita di massa muscolare scheletrica, forza del muscolo e performance fisica: gradualmente, diminuiscono sia la quantità di tessuto muscolare che il numero e le dimensioni delle fibre del muscolo. Solitamente associata all’invecchiamento avanzato, la sarcopenia è ora riconosciuta anche prima dei 60 anni. Si stima, in media, che dopo i 50 anni si perda ogni anno circa l’1-2% della massa muscolare, arrivando a una riduzione compresa tra il 30% e il 50% quando si raggiungono gli 80 anni.
La sarcopenia aumenta il rischio di disabilità, cadute, lesioni, ospedalizzazione, limitazione dell’indipendenza e mortalità. La buona notizia è che i progressi in campo sociale, medico e tecnologico permettono oggi di contrastarla, garantendo un’aspettativa di vita simile a quella di chi non soffre di sarcopenia.

Non è moltissima la letteratura scientifica che ha esplorato i fattori di rischio associati alla sarcopenia. Le evidenze esistenti sottolineano che ci sono altre condizioni di rischio oltre all’invecchiamento: malnutrizione, obesità, inattività fisica e patologie quali osteoporosi (per l’influenza reciproca tra il sistema muscolare e quello dell’osso), diabete e sue complicazioni. L’alimentazione e l’attività fisica regolare sono dunque importantissimi fattori di prevenzione. L’attività fisica, in particolare, ha un impatto diretto sulla qualità e sulla quantità muscolare, poiché aumenta la forza e la massa anche negli anziani. Dal punto di vista dei nutrienti, si è osservato che un’assunzione insufficiente di alcune proteine comporta come conseguenza una scarsa disponibilità di aminoacidi ramificati, tra cui la leucina, fondamentale per mantenere una massa muscolare adeguata.

La diagnosi di sarcopenia avviene in pochi semplici passaggi. Il medico sottopone al paziente un questionario con cinque domande relative a forza, camminata, trasferimenti posturali, salita delle scale e cadute accidentali. Un punteggio complessivo pari o superiore a 4 è indice di una possibile sarcopenia. Nel caso, si prosegue con la valutazione della forza muscolare, attraverso la misura della forza di presa della mano o il test di alzata dalla sedia, usato come indicatore per la forza dei muscoli delle gambe. La prova di alzata dalla sedia misura il tempo necessario a un paziente per alzarsi cinque volte da una posizione seduta e senza usare le braccia. Nello step successivo, si stimano la quantità e la qualità della massa muscolare, tramite varie metodiche, per l’eventuale conferma di sarcopenia. Qualora si accerti la patologia, se ne definisce poi la severità con la misurazione della performance fisica.

Fortunatamente, è possibile contrastare la sarcopenia rallentandone il processo e così vivere una vita autonoma. Come? Con una regolare attività fisica e con il giusto apporto di nutrienti chiave. Il fabbisogno proteico per gli anziani, utile a sostenere la massa e la funzionalità muscolare, è di 1,0-1,3 g/kg/giorno. Queste quantità riducono del 40% la perdita di massa muscolare rispetto alle raccomandazioni inferiori precedenti. La prima cura per la sarcopenia è insomma assicurare ai muscoli un adeguato apporto dei giusti nutrienti, in particolare aminoacidi che compongono le proteine, come la leucina, e anche acidi grassi omega-3. Nel muscolo scheletrico, la leucina modifica il turnover proteico, migliora assorbimento e metabolismo del glucosio da parte del muscolo e gli omega-3 hanno un effetto anabolico. Inoltre, giocano un ruolo importante anche i probiotici, in grado di modificare il microbiota intestinale, il quale esercita un’influenza sul metabolismo del muscolo.

Prontuario aggiornato, in Gazzetta trasferimento antidiabetici alla convenzionata. Ecco cosa cambia

Prontuario aggiornato, in Gazzetta trasferimento antidiabetici alla convenzionata. Ecco cosa cambia

fonte: www.farmacista33.it

È stata pubblicata in Gazzetta ufficiale la Determinazione Aifa con cui viene aggiornato il prontuario della continuità assistenziale ospedale-territorio (Pht) e che contiene l’elenco dei medicinali oggetto di trasferimento dalla distribuzione diretta alla convenzionata

di Francesca Giani
Prontuario aggiornato, in Gazzetta trasferimento antidiabetici alla convenzionata. Ecco cosa cambia
È stata pubblicata in Gazzetta ufficiale la Determinazione Aifa con cui viene aggiornato il prontuario della continuità assistenziale ospedale-territorio (Pht) e che contiene l’elenco dei medicinali oggetto di trasferimento dalla distribuzione diretta alla convenzionata. A essere inclusi sono quelli afferenti alla categoria farmacologica delle gliptine. Con la determinazione sono poi state confermate le modalità di rimborso e definite le modalità di retrocessone da parte delle aziende alle Regioni del valore degli sconti confidenziali negoziati con Aifa a favore del Ssn.

Nuovo prontuario: in Gazzetta la riclassificazione delle gliptine
La determinazione del 3 maggio – GU del 10 maggio, che entrerà in vigore il 25 maggio – parte da quanto deciso dalla Commissione Scientifica ed Economica (CSE) che ha individuato come classe farmacologica oggetto di riclassificazione quella delle gliptine (N- inibitori della dipeptil-peptidasi IV; ini- bitori della DPP-4; in monoterapia e in associazione, ad eccezione di quelle in combinazione con le gliflozine), in quanto “categoria di farmaci antidiabetici, per la quale sussistono i criteri per favorirne l’accesso in termini di prossimità attraverso le farmacie territoriali”. Come si legge, tale categoria di farmaci è stata presa in considerazione “a seguito dell’accertamento della presenza dei criteri individuati, della spesa farmaceutica nell’ultimo anno mobile sulla base dei dati disponibili e della capienza del tetto del 6,8% della convenzionata per il 2024”.

Restituita centralità alla farmacia. Fondamentale monitorare l’andamento della spesa
La disposizione si inserisce all’interno delle misure contenute nella legge bilancio 2024 che hanno definito anche la nuova remunerazione per le farmacie. Con l’insieme di tali disposizioni «abbiamo voluto restituire centralità ai pazienti, garantendo prossimità e capillarità nell’accesso al farmaco, e al contempo valorizzando la farmacia e il farmacista, che tornano a essere punto di riferimento» aveva detto di recente il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato. «I passaggi di farmaci dalla diretta alla convenzionata devono garantire in ogni caso tenuta economica e verranno effettuati a step». Questo primo passaggio «vale circa 130 milioni di euro». A fine febbraio, da Gemmato è infatti stato istituito, presso il Ministero della salute, il Tavolo tecnico per il monitoraggio dell’andamento della spesa connessa all’espletamento del servizio di dispensazione dei farmaci del Servizio sanitario nazionale da parte delle farmacie. «Se le previsioni saranno confermate» aveva concluso Gemmato «nel 2025, in relazione ai lavori di Aifa di aggiornamento del prontuario, si potrà procedere con un ulteriore spostamento di farmaci dalla diretta alla convenzionata – rimanendo entro un ambito di valore compreso tra i 100 e i 200 milioni di euro».

Rimborsabilità e sconti confidenziali: le indicazioni
Per quanto riguarda i contenuti del provvedimento, dalla Cse è stato sottolineato come “la riclassificazione non richieda rinegoziazione delle condizioni di ammissione alla rimborsabilità con i titolari delle A.I.C. coinvolti, in quanto non incide modificando il place in therapy di questi medicinali, ma incide favorendo l’acceso in prossimità del paziente al trattamento”. L’indicazione a verbale è quella di “tener comunque conto dell’esaurimento dei prodotti oggetto di riclassificazione già acquistati dalle regioni per la distribuzione in nome e per conto”.
Oggetto della determina è poi la procedura di gestione della retrocessione alle Regioni del valore degli sconti confidenziali negoziati dall’AIFA con le aziende farmaceutiche, a beneficio del Servizio sanitario nazionale, le cui modalità operative sono contenute nel Disciplinare tecnico allegato.
A fine marzo, l’Aifa aveva comunque comunicato l’avvio del procedimento di riclassificazione alle aziende titolari al fine di acquisire eventuali controdeduzioni. Nello specifico, “un titolare di A.I.C. ha richiesto di accedere alla riclassificazione ad esito di una procedura di rinegoziazione e, quindi, risulta escluso dall’allegato relativo all’elenco”.

Parte a Verona il progetto “Farmacia amica dell’autismo”

Parte a Verona il progetto “Farmacia amica dell’autismo”

fonte: www.farma7.it

Federfarma Verona aderisce al progetto “Farmacia amica dell’autismo” dell’Associazione “Continuando a crescere onlus”, dedicato a ragazzi e adulti con sindrome autistica, con la partecipazione diretta delle farmacie territoriali.

Le farmacie veronesi che aderiscono al progetto “Farmacia amica dell’autismo” dell’associazione “Continuando a crescere onlus” offrono un nuovo servizio di accoglienza per agevolare la comunicazione.
Le farmacie veronesi aderenti alla campagna (riconoscibili grazie a una apposita vetrofania) hanno infatti predisposto un servizio pratico di accoglienza, esponendo sul banco particolari calendari formati da tabelle comunicative di veloce consultazione che, attraverso simboli chiari, consentono una agevole comunicazione tra utente e farmacista sulle più comuni esigenze di salute.

verona-farmacie e autismo
Commenta Monica Meda, presidente di “Continuando a crescere onlus” (più informazioni sul sito qui): “Si tratta di un progetto pilota che per la prima volta in Italia permette un dialogo attivo tra farmacie e autismo. Partiamo da Verona e, qualora dovesse avere un buon riscontro, siamo pronti a diffondere l’iniziativa anche in altri territori. Le tabelle di simboli sono ideate per le persone con autismo, ma possono essere utilizzate anche per comunicare con turisti che non conoscono l’italiano, persone sorde o ipoudenti”.

Aggiunge la presidente di Federfarma Verona Elena Vecchioni: “Tre anni fa abbiamo cominciato la collaborazione con “Continuando a crescere” distribuendo in farmacia dépliant che informavano e sensibilizzavano la popolazione sui disturbi dello spettro autistico. Il contatto visivo, il tono di voce rilassato e sereno, un semplice sorriso sono indispensabili per un approccio empatico. E ora compiamo questo ulteriore passo in avanti che vede ancora una volta il modello sociale della farmacia al fianco di utenti speciali”.

Qualche dato sull’autismo
Secondo dati diffusi dal Ministero della Salute, oggi in Italia un bambino tra i 7 e i 9 anni su 77 ha disturbi dello spettro autistico. I non numerosi studi internazionali disponibili stimano una diffusione di questo genere di problematica in un adulto su cento.

Visione, consolidamento e integrazione della farmacia

Visione, consolidamento e integrazione della farmacia

fonte: www.farmacianews.it

In questi anni, contraddistinti da aspetti eterogenei di complessità e di emergenze, la dinamicità evolutiva del ruolo della farmacia di comunità restituisce, sia agli osservatori più attenti sia a coloro che si giovano dei suoi servizi, un’immagine di rinnovato presidio di assistenza territoriale di prima istanza, di porta di accesso al servizio di assistenza farmaceutica, come pure ai servi sociosanitari del Sistema regionale di competenza territoriale. Una domanda potrebbe sorgere spontanea: la farmacia di comunità ri-diventa un presidio sanitario di assistenza sanitaria di prima istanza… oppure lo è sempre stato? Domanda semplice e diretta, che richiederebbe risposta altrettanto semplice e puntuale.

In realtà, la complessità degli aspetti da considerare necessita certamente di un’analisi più approfondita. Quello che mi sento di sottolineare è che, da parte dei cittadini e di tutti coloro che ricorrono al supporto e ai servizi offerti dalla farmacia territoriale, fondamentalmente non c’è mai stato alcun dubbio sulle capacità di rispondere alle esigenze sanitarie espresse dalla popolazione, sia con il sempre elevato numero di accessi e gradimento dei servizi offerti sia attraverso gli esiti di precise analisi dedicate ad ampie indagini di ricerca rivolte alla popolazione.

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Quanto sopra, trovo sia riconducibile alle volontà e capacità di tutta la comunità dei farmacisti territoriali di mettersi sempre in gioco alle diverse latitudini della penisola, con sacrificio e abnegazione, per rispondere ai bisogni sanitari provenienti dalla popolazione e, nel contempo, allo sforzo attuativo, su base volontaria, di accogliere e realizzare le disposizioni connesse con la legge della farmacia dei servizi.

A questo proposito, innegabile ed encomiabile lo slancio della stragrande maggioranza dei farmacisti di comunità, in parole semplici: orgoglio e senso di appartenenza professionale di categoria accompagnato da generosa disponibilità nei confronti della popolazione, per altro riconosciuti anche dalla Presidenza della Repubblica attraverso il conferimento della medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica ai farmacisti italiani, su proposta del Ministero della Salute nello scorso anno.

Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza la lungimirante visione e progettualità dei rappresentanti di categoria a tutti i livelli, in primis della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani in tempi non sospetti e nei quali si intravedevano già le nubi delle future criticità legate alla sostenibilità dell’assistenza farmaceutica e sanitaria.

In realtà, una doppia visione strategica da parte della Federazione: per un verso, indirizzata a elaborare proposte volte a fornire risposte alle esigenze di salute e di servizi sanitari per la popolazione; dall’altro, per incrementare la consapevolezza da parte delle istituzioni amministrative e politiche che una ridefinizione legislativa-normativa, in chiave attualizzata e sempre in coerenza all’ambito di competenza professionale, poteva essere l’occasione di svolta per strutturare con maggiore solidità ed efficienza la prossimità dell’assistenza sanitaria, accorciando la filiera dell’offerta di salute.

In particolare, nei confronti delle fasce di popolazione più fragili e affette da patologie croniche, attraverso l’incremento delle attività di prevenzione sanitaria a più livelli [diagnostica di prima istanza (anche prevedendo il prelievo di campioni biologici a livello nasale, salivare od orofaringeo), telemedicina, profilassi vaccinale, screening oncologici, monitorando aderenza e riconciliazione terapeutica, farmacovigilanza e recentemente test diagnostici per il contrasto all’antibiotico-resistenza a supporto del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta, ai fini dell’appropriatezza prescrittiva] e allentando nel contempo il carico di prestazioni sanitarie improprie sui presidi ospedalieri.

Nel momento in cui si scrive (alla vigilia della Santa Pasqua), vicinissimi all’inaugurazione della XXVII edizione di Cosmofarma Exhibition, appare certo che grande parte del palcoscenico professionale ed istituzionale di questa edizione 2024, sarà occupato dall’analisi di alcuni temi recentemente approvati nel Consiglio dei Ministri del 26 marzo scorso con il disegno di legge recante le “Disposizioni per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore dei cittadini e delle imprese”, nel quale una parte non secondaria riguarda proprio il consolidamento delle attività sociosanitarie che si svolgono nella farmacia di comunità. Un percorso assolutamente rilevante sia nella sostanza sia nella forma.

Infatti, nel merito, il divenire di questo passaggio legislativo parlamentare, dopo tanti anni dibattuti alla ricerca di una assistenza territoriale meglio strutturata, sganciandosi dal contesto emergenziale, permetterebbe il reale riconoscimento alla farmacia di comunità di un posizionamento (nei fatti già recepito da tempo da parte della popolazione e degli utenti) caratterizzato da organicità strutturale e continuità di funzioni, con rilevante riduzione delle disuguaglianze nell’ambito dell’offerta di assistenza integrata nel Sistema sanitario.

Nella forma, invece, la previsione del posizionamento di un’insegna che, oltre alla “croce verde”, riporti la denominazione di “farmacia dei servizi” comunica e chiarisce formalmente tutte le prestazioni della farmacia-presidio sanitario territoriale a beneficio della popolazione, specie a quella disagiata rispetto ai presidi ospedalieri.

Un Ddl certamente da promuovere e sostenere nel suo iter, che appare indirizzato strategicamente verso un modello di assistenza primaria più integrata a misura di cittadino e possibilmente da armonizzare in modo coerente ed equilibrato con la medicina generale (alle prese con la carenza di medici) e con le case di comunità, per ora distribuite in modo disomogeneo, in prevalenza nelle sole aree metropolitane.

Per garantire la salute della donna, riconoscere le specificità di genere

Per garantire la salute della donna, riconoscere le specificità di genere

fonte: www.farmacianews.it

In occasione della Giornata Nazionale della Salute della Donna il Ministro Schillaci ha ribadito l’importanza di riconoscere le specificità di genere per delineare programmi e azioni efficaci

Elena D’Alessandri29 aprile 2024
«Il benessere delle donne lungo tutto l’arco della vita è un presupposto irrinunciabile per la piena realizzazione del diritto alla salute garantito dalla nostra Costituzione. Con questa consapevolezza, siamo impegnati per migliorare la prevenzione e l’assistenza e la cura», ha dichiarato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, aprendo l’evento di celebrazione della Giornata Nazionale della Salute della Donna, promosso dal Ministero della Salute in collaborazione con associazioni e società scientifiche, ospitato a Roma lo scorso 22 aprile presso la Casa del Cinema di Villa Borghese.

Medicina di genere e farmaci in studio
Per quanto rappresentino oltre la metà della popolazione, le donne sono ancora sottorappresentate negli studi clinici focalizzati sull’effetto di farmaci e altri trattamenti a causa di un assunto, ormai sfatato, che maschi e femmine siano simili, sia rispetto alle malattie, sia rispetto ai trattamenti.

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E’ ormai noto che la salute è una questione di genere. Non a caso le donne soffrono maggiormente di alcune patologie – uno su tutti il mal di testa – e sono quasi sempre caregiver familiari.

Dalla ricerca arriva comunque una buona notizia in occasione della Giornata nazionale della salute della donna, istituita dal Ministero della Salute e dalla Fondazione Atena Onlus nel 2015 con l’obiettivo di sensibilizzare su questo tema. Difatti, nel mondo sono attualmente in studio 625 farmaci per la salute delle donne.

L’importanza della prevenzione
«Il nostro Servizio Sanitario – ha sottolineato il Ministro – vanta numerose eccellenze». L’Italia ha difatti un tasso di riduzione della mortalità per neoplasia della mammella superiore alla media europea.

«E’ un forte messaggio di fiducia da trasmettere a tutte le donne che stanno combattendo la malattia, così come dobbiamo cogliere ogni occasione, a partire dalla giornata di oggi, per ribadire l’importanza della prevenzione. Non dimentichiamo che siamo tra le popolazioni più longeve al mondo e che le donne vivono più a lungo degli uomini», ha ribadito Schillaci.

Puntare sulla medicina di genere, grazie a tecnologie e AI
Riconoscere la specificità di genere, è dunque essenziale per delineare programmi e azioni efficaci e per organizzare una adeguata offerta di servizi, indirizzare la ricerca e analizzare i dati.

«In questo contesto – ha sottolineato ancora il Ministro Schillaci – le nuove tecnologie, e in particolare l’Intelligenza Artificiale, possono aprire prospettive enormi, dando impulso ad un approccio medico sempre più personalizzato e orientato alla centralità della persona».

Difatti, «solo attraverso una piena tutela della salute delle donne possiamo realizzare quei principi di equità, inclusione e uguaglianza su cui si fonda il nostro sistema sanitario», ha concluso il Ministro.

Nella giornata, all’esterno della Casa del Cinema, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – Lilt, ha messo a disposizione un’unità mobile per effettuare visite ed esami di screening.