da Redazione SoFarmaMorra | 20 Giugno 2023 | Mondo Farmacia
fonte: www.farma7.it
Il numero dei pazienti anziani aumenta e il nostro Welfare State non riesce a dare risposte adeguate al crescere del fenomeno, come sottolinea il recente rapporto dell’Osservatorio Censis-Tendercapital sulla Silver Economy. Qui si apre un importante spazio per il ruolo delle farmacie territoriali, capillarmente diffuse dappertutto, nella presa in carico dei pazienti anziani.
Le difficoltà del nostro welfare di fronte all’aumento dei pazienti anziani possono trovare una importante risposta nel rafforzamento del ruolo della farmacia territoriale.
“Nonostante le difficoltà dell’attuale fase storica, che raccoglie le conseguenze dannose di eventi come la pandemia e la guerra russo-ucraina e con l’inflazione che rappresenta una delle principali preoccupazioni per la tenuta del welfare gli anziani restano un punto di riferimento concreto nel panorama sociale e per le proprie famiglie” (Il Messaggero – 8 giugno 2023), ha infatti affermato Moreno Zani, presidente di Tendercapital, in occasione della presentazione degli ultimi dati dell’Osservatorio Censis-Tendercapital sulla “Silver Economy”.
In particolare, il rapporto rileva come i finanziamenti al welfare appaiano oggi inadeguati rispetto alle dinamiche di invecchiamento, all’aumento dei malati cronici e alla necessità di servizi per eventuali emergenze.
Secondo l’Osservatorio Censis-Tendercapital, l’84% dei pazienti anziani ha incontrato difficoltà nell’accesso alle prestazioni del Ssn nell’ultimo anno.
In ambito sanitario, per esempio, per l’84% degli anziani nell’ultimo anno è diventato più difficile accedere alle prestazioni del Servizio sanitario nazionale della propria Regione, a causa di liste di attesa sempre più lunghe. Per pagare servizi e prestazioni sanitarie, cui è difficile accedere gratuitamente in tempi ragionevoli, gli anziani utilizzano i propri risparmi.
Le persone con più di 65 anni sono 14,2 milioni -ovvero 3,3 milioni (+30,6%) di individui in più rispetto a venti anni fa- e si prevede che nei prossimi venti anni gli anziani diventeranno circa 19 milioni, con un aumento del 33,7%. Dati che invitano a riflettere sull’importanza del ruolo svolto dalla farmacia nella presa in carico del paziente sul territorio, in collaborazione con gli altri professionisti della salute in un’ottica multidisciplinare.
La risorsa della telemedicina in farmacia
La farmacia è tradizionalmente un punto di riferimento sul territorio per le persone anziane, spesso affette da più patologie contemporaneamente, che trovano nel farmacista un interlocutore al quale affidarsi con fiducia. E, ancora una volta, tradizione e innovazione si incontrano e si fondono in un circolo virtuoso: pensiamo solo alle potenzialità che le nuove tecnologie e, nello specifico, la telemedicina, possono avere nel fornire un’assistenza territoriale integrata e facilmente accessibile -grazie alla diffusione capillare delle farmacie- e ai vantaggi che il cittadino potrebbe trarne, per esempio, sul piano del monitoraggio dell’aderenza alla terapia.
Per questo è importante avvalersi di tutte le risorse disponibili, a cominciare da quelle messe a disposizione dal Pnrr, per attuare un’assistenza sanitaria capace di mettere davvero il paziente al centro. (SM)
da Redazione SoFarmaMorra | 20 Giugno 2023 | Mondo Farmacia
fonte: https://www.digitalmarketingfarmaceutico.it
La figura dell’influencer comincia ad essere sempre più utilizzata anche per la comunicazione diretta al paziente.
Non è raro imbattersi in dirette sui social media dove medici trattano argomenti di salute o influencers che supportano delle campagne di disease awareness.
Quali possono essere gli impatti per la comunicazione per la salute?
Da sempre la comunicazione per essere efficace deve usare un linguaggio accessibile e per essere credibile deve arrivare da persone che si sono conquistate autorevolezza nel loro ambito, come per esempio i medici o da pari per i quali abbiamo fiducia.
I social media hanno accorciato le distanze tra le persone facendo rientrare nella categoria dei “pari” anche gli influencers, che non sono solo delle persone famose, ma molto spesso sono delle persone della vita quotidiana che hanno deciso di condividere in modo frequente e strutturato le loro esperienze ed opinioni.
Ecco perché in una campagna diretta al pubblico, gli Health Influencers, danno un contributo concreto sia nella preparazione dei contenuti che nella loro diffusione con linguaggio e modalità adatti al pubblico dei nostri giorni.
La nostra agenzia ha esperienza nell’individuazione e coinvolgimento di medici ed influencers per campagne di comunicazione al pubblico.
Tra gli altri un esempio recente è quello della campagna RaccontARTi realizzata dalla nostra agenzia per IBSA Farmaceutici.
L’influencers Georgette Polizzi, grazie alle sue esperienze personali e alla sua capacità di comunicazione è stata in grado di supportare le persone che stanno intraprendendo un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita.
I suoi interventi sono stati accompagnati dalla divulgazione più scientifica effettuata con il contributo di medici e psicologi.
da Redazione SoFarmaMorra | 16 Giugno 2023 | Mondo Farmacia
Antibiotico resistenza. Screening, test, dose unitaria di farmaci: le raccomandazioni per i farmacisti
Antibiotico resistenza (AMR): il PGEU condivide le raccomandazioni per i farmacisti di comunità. Ecco su cosa si deve intervenire
I farmacisti di comunità svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione delle infezioni e nella promozione della gestione antimicrobica attraverso un’ampia gamma di servizi professionali: screening, consulenza sull’uso prudente di antibiotici e altri antimicrobici, corretto smaltimento, vaccinazioni ecc… Sono operatori sanitari qualificati nell’esecuzione di point-of-care test per individuare i primi segni di malattie infettive e distinguere tra infezioni virali e batteriche. In alcuni Paesi i percorsi clinici integrati hanno mostrato risultati positivi nella dispensazione basata sul protocollo di antimicrobici a seguito di un test effettuato in farmacia. Inoltre, l’accesso da parte dei farmacisti di comunità alle cartelle cliniche elettroniche può contribuire al monitoraggio della carenza di antimicrobici. Lo afferma l’Unione farmaceutica europea (PGEU) attraverso il position paper all’antimicrobico resistenza (AMR), nel quale viene raccomandato un maggiore coinvolgimento dei farmacisti nel contribuire a contrastare l’AMR.
Maggiore coinvolgimento dei farmacisti territoriali per contrastare l’AMR
Il documento invita i responsabili politici, a livello nazionale ed europeo, a coinvolgere i farmacisti di comunità nei piani d’azione nazionali e nello sviluppo di politiche per contrastare efficacemente questa emergenza sanitaria pubblica.
Infatti, le farmacie sono i contesti in cui si svolgono la maggior parte delle consulenze con i pazienti sull’uso prudente di antibiotici e altri antimicrobici e, per questo, possono essere utilizzate come strutture sanitarie per efficaci campagne di sanità pubblica sulla resistenza antimicrobica (AMR).
Le aree di intervento contro AMR
Ecco le principali raccomandazioni indicate nel position paper suddivise in 5 macroaree di interesse:
Pratica di farmacia
- Espandere e premiare i servizi di farmacia su rinvio e prescrizione razionale, uso e smaltimento di antibiotici
- Sviluppare nuovi servizi e protocolli sulla gestione responsabile dei disturbi più comuni evitando visite mediche non necessarie e diminuendo la pressione nei pronto soccorso
- Promuovere i point-of-care test per lo screening delle infezioni microbiche nelle farmacie • Ampliare i servizi di vaccinazione in farmacia
- Consolidare la formazione degli studenti e dei professionisti con programmi sull’AMR nell’ambito One Health • Implementare e mantenere le misure di prevenzione e controllo delle infezioni attraverso programmi di formazione per i farmacisti territoriali
- Garantire che i protocolli di smaltimento e raccolta guidati dalle farmacie, ove implementati, siano adeguatamente finanziati
Prescrizione e confezionamento
- Semplificare e armonizzare la prescrizione e la dispensazione di antimicrobici in confezioni secondo la durata del trattamento
- Promuovere standard in modo che sia sempre specificata chiaramente l’indicazione per i farmaci antimicrobici
- Promuovere l’uso responsabile e razionale degli antimicrobici attraverso campagne di promozione della salute nelle farmacie
Evitare e gestire la carenza di medicinali antimicrobici
- Introdurre misure a livello nazionale che garantiscano ai farmacisti territoriali una maggiore flessibilità nel trovare alternative adeguate quando un medicinale non è disponibile
- Garantire la sicurezza dell’approvvigionamento degli antimicrobici esistenti, attraverso una fornitura tempestiva e adeguata, compresi schemi dinamici di stoccaggio a livello nazionale ed europeo
- Combattere le vendite online extra-UE incoraggiando l’uso di farmacie “fisiche”
Comunicazione
•Implementare l’uso fascicolo sanitario e cartelle cliniche elettroniche condivise per aumentare la sicurezza del paziente e una collaborazione senza soluzione di continuità tra gli operatori sanitari
- Implementare la prescrizione elettronica per facilitare la raccolta di dati per monitorare l’uso di antimicrobici
- Continuare a coinvolgere e sostenere i farmacisti di comunità nei piani d’azione AMR sviluppati a livello europeo, livello nazionale, regionale e locale
- Aumentare la collaborazione e la comunicazione tra i farmacisti e le altre parti interessate avvalendosi dei farmacisti territoriali per sensibilizzare e migliorare l’accesso alla vaccinazione
Innovazione
•Costruire nuovi modelli di business/incentivi per stimolare lo sviluppo di nuovi antibiotici, in particolare attraverso incentivi push and pull, partenariati pubblico-privato, consentendo finanziamenti per società di ricerca in fase di avvio e un’adeguata scalabilità.
da Redazione SoFarmaMorra | 16 Giugno 2023 | Mondo Farmacia
Il report della Fip sulla sostenibilità riassume quanto emerso da una tavola rotonda di esperti sul tema tenutasi lo scorso 21 febbraio. Ai farmacisti viene riconosciuto un ruolo importante per quanto attiene alla sostenibilità ambientale, che deve essere favorita e sostenuta dall’uso delle tecnologie, da strategie di misurazione degli outcome e da una formazione continua dei professionisti
Il ruolo dei farmacisti rispetto all’ambiente è duplice: da una parte contribuiscono nella loro pratica quotidiana alla sostenibilità ambientale, mentre dall’altra si occupano di pazienti colpiti da patologie determinate da fattori ambientali, come l’inquinamento.
È quanto emerge dal report “Sustainability in health care: the role of the pharmacist and pharmacy practice” pubblicato dalla Fip (International pharmaceutical federation). Il report riassume quanto emerso nel corso di una round table di esperti riunitisi sul tema lo scorso 21 febbraio.
«I farmacisti sono fondamentali nella gestione delle cure respiratorie e nella promozione di cambiamenti pratici tra i pazienti delle loro comunità. Possono migliorare i risultati di salute dei pazienti consentendo diagnosi tempestive attraverso meccanismi di screening precoce, ottimizzando la scelta dei farmaci e fornendo istruzione e consulenza ai pazienti. Possono anche sostenere in modo proattivo i pazienti nell’adozione di misure preventive contro l’inquinamento atmosferico, in modo che possano respirare meglio» si legge nel documento.
La tavola rotonda ha cercato di:
identificare e mappare programmi educativi e processi di valutazione per sostenere la forza lavoro in farmacia;
comprendere e dare priorità alle strategie che le farmacie possono adottare per favorire la sostenibilità sociale, ambientale ed economica;
identificare le opportunità per la farmacia di sostenere e contribuire allo sviluppo e all’avanzamento delle politiche sull’inquinamento atmosferico e sulla salute.
I farmacisti, figure di riferimento per i cittadini e non solo
L’importante ruolo dei farmacisti per la sostenibilità è un tema cruciale emerso dalla tavola rotonda, che ha evidenziato la necessità che i farmacisti assumano un ruolo proattivo nella promozione della sostenibilità. Come professionisti di fiducia per i cittadini, possono svolgere un ruolo nell’educare il pubblico e gli altri operatori sanitari alle pratiche sostenibili.
Promuovere una formazione continua
Un secondo tema importante emerso dalla tavola rotonda è quello relativo alla necessità di una formazione continua dei farmacisti. Poiché il panorama sanitario continua a evolversi e l’impatto dell’inquinamento atmosferico e della sostenibilità diventano sempre più rilevanti, è fondamentale che i farmacisti si mantengano aggiornati sugli ultimi sviluppi e sulle migliori pratiche in materia di sostenibilità, cambiamenti climatici e altre aree correlate. Programmi di istruzione e formazione continua possono contribuire a garantire che i farmacisti siano dotati delle conoscenze e delle competenze necessarie per fornire cure di alta qualità, riducendo al minimo l’impatto ambientale della loro attività.
Un aspetto importante in tal senso è relativo al corretto smaltimento dei farmaci, un aspetto non noto a tutti i professionisti di settore. «Attraverso l’istruzione e la formazione continua, i farmacisti possono essere resi edotti sui modi adeguati per smaltire i medicinali e su come questo aspetto vada a impattare sulle emissioni di carbonio» si legge nel report.
Misurare la sostenibilità e implementare le tecnologie
Altri due aspetti considerati cruciali dai partecipanti alla tavola rotonda sono stati l’esigenza di monitorare e misurare i progressi in termini di sostenibilità ambientale. «La misurazione dell’impatto è un aspetto cruciale di qualsiasi progetto o iniziativa perché consente di valutare sistematicamente se i risultati previsti sono stati raggiunti o meno” recita ancora il rapporto FIP. Infine, largo spazio alle tecnologie, il cui ricorso risulta comunque favorevole anche per aspetti legati all’ambiente.
da Redazione SoFarmaMorra | 16 Giugno 2023 | Mondo Farmacia
di Luca Sartoretto Verna
Con l’evoluzione delle esigenze dei pazienti e le innovazioni tecnologiche, il ruolo della farmacia si sta rapidamente espandendo per includere una serie di #servizi come la #telemedicina, le #medicalSpa e le #autoanalisi.
Da architetto specializzato in farmacie, vorrei condividere alcuni consigli su come pubblicizzare efficacemente questi nuovi servizi, creando un ambiente accogliente, funzionale ed intuitivo.
- Segnaletica:
La segnaletica gioca un ruolo cruciale nella guida dei pazienti attraverso la farmacia. Creare segnaletica chiara e visibile per i nuovi servizi, utilizzando un linguaggio semplice e immediatamente riconoscibile. Posizionate i cartelli in punti strategici: vicino all’entrata, nelle zone di attesa, nelle vetrine e nelle zone di passaggio.
- Tone of Voice:
Il modo in cui comunichiamo con i clienti è fondamentale. Il tono deve essere professionale, ma anche cordiale e accessibile. Per esempio, “Scopri la nostra nuova Medical Spa. Un luogo dedicato al tuo benessere, con trattamenti personalizzati per te”.
- Approccio al paziente:
L’approccio al paziente dovrebbe essere proattivo. Educate i collaboratori su come presentare i nuovi servizi ai pazienti. La chiave è capire le esigenze e suggerire il servizio appropriato.
- Gestione delle Informazioni:
È essenziale gestire con cura le informazioni relative ai nuovi servizi. Creare dei volantini informativi e assicurarsi che il personale sia ben informato per rispondere a tutte le domande dei pazienti.
- Prenotazioni e pagamenti:
Fornire più opzioni per le prenotazioni e i pagamenti. Ad esempio, potete offrire prenotazioni tramite telefono, e-mail, sito web o app dedicata. Per i pagamenti, considerate l’opzione del pagamento online o tramite app, oltre ai metodi tradizionali.
- Approccio alla Vendita:
L’approccio alla vendita deve essere orientato al servizio. Mostrate ai pazienti come questi nuovi servizi possono migliorare la loro salute e il loro benessere.
- Segnaletica in Vetrina:
Usate la vetrina per pubblicizzare i nuovi servizi. Una vetrina ben progettata può attirare l’attenzione dei passanti e invitarli a entrare per scoprire di più.
Insomma, pubblicizzare efficacemente i nuovi servizi in farmacia richiede una comunicazione chiara, un ambiente ben progettato e un approccio al servizio orientato al cliente. Con questi suggerimenti, siete pronti per portare la vostra farmacia al prossimo livello.
da Redazione SoFarmaMorra | 9 Giugno 2023 | Mondo Farmacia
Trenta milioni di persone utilizzano oggi in Italia integratori alimentari. Un settore in continua ascesa, che nel 2022 ha superato i 4 miliardi di euro di fatturato. Gli utilizzatori (in leggera prevalenza donne e adulti nella fascia d’età 35-54 anni), secondo quanto emerge dallo studio “Lo scenario degli integratori, tra benessere e star bene” – commissionato da Integratori & Salute al Future Concept Lab – ne fanno un uso consapevole: infatti 8 italiani su 10 hanno una conoscenza corretta dei prodotti che scelgono. Sostegno al sistema immunitario, supplemento energetico e aiuto per le ossa sono gli ambiti considerati più utili.
Per l’acquisto gli italiani si affidano alle farmacie e ai farmacisti
Nell’ultimo anno, il 73,3% degli italiani (soprattutto adulti tra i 35 e i 54 anni e con una leggera prevalenza delle donne) ha utilizzato integratori alimentari almeno una volta e più di 8 italiani su 10 (82,8%) li hanno usati nel corso della propria vita. Gli integratori sono visti come un “buon aiuto per tutti” (71,3%), ma anche come “un supporto per mangiare sano e fare movimento” (71,3%) e per “sostenere il benessere psicofisico” (64,5%).
Dalla ricerca emerge anche l’opinione che gli italiani hanno degli integratori, cioè che sostengono il benessere e non sostituiscono le medicine. Sono stati definiti spontaneamente soprattutto come un “aiuto a colmare le carenze dell’organismo”, ma anche come “un supporto per rafforzare l’abitudine a mangiare sano e a fare movimento” e, parimenti, “sono per tutti, per un benessere complessivo”.
«Ci fa piacere constatare -– come, in base alle principali evidenze emerse dallo studio, gli italiani abbiano una conoscenza corretta degli integratori alimentari e delle loro specificità», dichiara Germano Scarpa, presidente di Integratori & Salute. «Grazie alla forte impronta innovativa del comparto siamo impegnati a ricercare e progettare gli integratori del futuro, che dovranno rappresentare un sostegno sempre più mirato e strategico per il benessere delle persone. Un utilizzo più strutturato degli integratori nei prossimi anni, in linea con quanto auspicato dagli italiani nello studio del Future Concept Lab, può costituire un’importante risorsa per i sistemi sanitari nazionali». A dimostrazione di questo, l’elaborazione PwC Italia su dati Food Supplements Europe che, sottolinea Scarpa, «ha stimato in 1,3 miliardi di euro il potenziale risparmio annuale del sistema sanitario nazionale correlato a minori casi di ospedalizzazione, se le persone over 55 o a rischio di malattie cardiovascolari assumessero Omega 3 regolarmente. Allo stesso tempo, se la popolazione a rischio assumesse giornalmente calcio e vitamina D, si potrebbero riscontrare minori fratture ossee correlate all’osteoporosi ed avere così un potenziale risparmio per il Ssn di 0,7 miliardi di euro».
Per comprare un integratore alimentare gli italiani si affidano ai professionisti della salute, prima di tutto al medico (48,4%), seguito dal farmacista (36,3%), nutrizionista e fitoterapista (19,1%) ed erboristerie (9,1%). Non pochi quelli che si affidano a familiari, amici e colleghi (15,9%), ricerche su Google (14,5%). Per il 70,2% degli italiani, la farmacia e/o la parafarmacia sono il principale luogo di acquisto di integratori.
Molto meno diffuso – lo fanno 2 italiani su 10 (22,4%) – è l’acquisto in autonomia al supermercato. Stesso risultato per gli acquisti online sui siti specializzati in salute (22,4%). Più indietro gli acquisti di integratori su Amazon (19,7%), nei negozi di alimenti naturali (14,2%) e quelli online sul sito web di una specifica marca (6,4%).
Lo studio ha individuato anche una segmentazione in 5 nuclei generazionali (dai 25 ai 65 anni) che hanno mostrato caratteristiche distintive per quanto concerne le tendenze nel consumo di integratori alimentari, gli orientamenti socio-culturali, il rapporto con l’alimentazione e la salute.
La fascia più giovane è stata chiamata “Pro actives” (giovani adulti 25-34 anni): sono nativi digitali, attenti alla dieta, amano il fitness. L’83,3% di loro dichiara di usare integratori alimentari, che servono a riequilibrare la dieta e bilanciare l’alimentazione (per il 32,7% degli intervistati) e a integrare vitamine e proteine (per il 22,4%). Sono i più attenti alla tutela della salute: cercano – più di ogni altra generazione – alimenti che li aiutino a prevenire disturbi e problemi (il 35,9% rispetto a una media del 27,3%). 3 su 10 (32,7%) sostengono infine che, in alcune fasi della vita, gli integratori siano proprio necessari per integrare specifiche carenze.
Il nucleo successivo è costituito dai “Pro tasters” (giovani adulti 35-44 anni): edonisti, alla ricerca del bello e del benessere. Gli integratori vengono usati da questa generazione soprattutto per sostenere il benessere psico-fisico (compresi il sonno e la stanchezza): affermazione condivisa dal 68,5% (rispetto al 64,5% della media e più di ogni altra generazione).
Sempre sotto i 40 anni, la terza fascia, definita “Pro families” (giovani adulti 30-39 anni): l’organizzazione è alla base del loro equilibrio. L’organizzazione familiare (39,7%) e la preoccupazione (12,2%) orientano la loro vita quotidiana. La frequentazione dei social network e le community li aiutano a sviluppare la prima e affrontare la seconda. Considerano gli integratori funzionali a colmare le carenze dell’organismo per sé e i propri figli (è così per il 26,9% rispetto al 16,9% della media). A farne uso, nel complesso, sono l’82,7%.
Adulti tra i 40 e i 54 anni sono i “New normal”, che credono nell’innovazione e si fidano degli esperti. Più di ogni altra generazione, quella dei “New normal” è alla ricerca di soluzioni innovative, che la ricerca scientifica metterà a disposizione per migliorare la propria condizione di salute nel tempo. L’83% del campione usa integratori alimentari e il 68,2% li acquista in farmacia/parafarmacia (mentre il 26,7% al supermercato). Quasi 1 su 2 (49,7%) fa affidamento a fonti di informazione attendibili. I “New normal” considerano gli integratori un utile complemento ai farmaci tradizionali, in caso di specifiche malattie: lo dichiara il 54%. Tra le funzioni principali attribuite a questi prodotti, per questa generazione c’è quella di migliorare il sistema immunitario (32,1% del campione).
Infine, un quinto gruppo è quello delle “Singular women” (donne tra 55 e 65 anni): pragmatiche promotrici della sostenibilità. L’innovazione green, sia funzionale che creativa, in un’ottica di impegno e assunzione di responsabilità, è una priorità essenziale per il 67,1% di questo nucleo generazionale, che fa uso di integratori alimentari per l’83,6%. Circa la metà (48,4%) crede nell’importanza di tradurre i principi della difesa dell’ambiente, dell’economia circolare, della sostenibilità sociale in azioni creativo-educative, con la richiesta di ritrovare basi scientifiche nei contenuti dell’informazione. Rispetto alla percezione e all’uso di integratori, questa visione sostenibile si concretizza nella volontà di “prevenire e mantenere il proprio benessere”, che tra le donne sfonda l’80% dei consensi, con declinazioni salutiste e rigenerative, in linea con l’economia circolare.
Per il futuro, gli italiani si aspettano che gli integratori siano ancora più strategici nella vita delle persone. In primo luogo, perché sono convinti che la ricerca scientifica metterà a disposizione nuove soluzioni per vivere più a lungo e in salute (60,5%) e perché saranno sempre più innovativi e utili al mantenimento dello stato di salute grazie al contributo della scienza (55,6%).
Per il 61,5% l’utilità degli integratori sarà massima soprattutto quando consigliati con più rigore, solo per specifiche occasioni o carenze. Guardando alla forma futura degli integratori, un italiano su due (52,7%) li preferirebbe in capsule, ma con un elemento di innovazione: un involucro biotech tale per cui si possano assumere senza acqua. Il 30,8% degli italiani li vorrebbe assumere liquidi, in fialette di materiale bio. Molto più staccati quelli che li preferirebbero in polvere, da spargere sul cibo come una spezia (9,7%) o in gocce (6,8%).