Papilloma virus, da gennaio nelle Marche somministrazione vaccino anti-Hpv anche in farmacia

Papilloma virus, da gennaio nelle Marche somministrazione vaccino anti-Hpv anche in farmacia

fonte: www.farmacista33.it

La Regione Marche nell’ambito del Piano Socio Sanitario Regionale 2023-2025, ha esteso la somministrazione del vaccino per la prevenzione del Papilloma Virus Umano (HPV),anche alle farmacie. L’accordo sperimentale copre due anni

Papilloma virus, da gennaio nelle Marche somministrazione vaccino anti-Hpv anche in farmacia
La Regione Marche si appresta a estendendo la somministrazione del vaccino la prevenzione del Papilloma Virus Umano (HPV), anche alle farmacie. L’iniziativa fa parte del Piano Socio Sanitario Regionale 2023-2025, che punta a una maggiore capillarità del servizio e a un aumento significativo del numero dei vaccinati.

Accordo sperimentale con farmacie private e comunali
La Giunta regionale ha recentemente approvato uno schema di accordo sperimentale con Federfarma Marche e Confservizi Assofarm Marche, permettendo alle farmacie aderenti di somministrare il vaccino HPV.

“Stiamo attuando quanto previsto nel Piano Socio Sanitario Regionale 2023-2025 che contempla questa vaccinazione presso le farmacie – dichiara il vicepresidente e assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini -. Con il potenziamento di questa vaccinazione attraverso l’estensione alle farmacie potremo incrementare il numero dei vaccinati contro l’Hpv con effetti positivi sia in termini di riduzione delle persone che si ammalano che dei costi sanitari”.

L’accordo sperimentale, che avrà validità due anni dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, prevede la somministrazione del vaccino in farmacia a partire da gennaio 2025, con la consegna di 2mila dosi alle farmacie aderenti. La somministrazione dei vaccini in farmacia è rivolta agli assistiti del Servizio Sanitario Regionale. Le farmacie potranno effettuare la vaccinazione HPV a coloro i quali nel passato, pur avendo le caratteristiche, non si sono presentati ai servizi vaccinali delle AST per effettuarla. La platea interessata alla vaccinazione anti HPV è quella femminile nata dal 1996, fino a 29 anni di età (trentenni escluse) e maschile nata dal 2006. Alle farmacie verrà riconosciuta una remunerazione omnicomprensiva di 8,00 euro per ogni inoculazione. Attualmente il vaccino anti HPV viene somministrato dai Medici di Medicina Generale, dai Pediatri di Libera Scelta e dai servizi vaccinali delle AS

Diabete e farmaci, intervento del farmacista migliora glicemia e aderenza alla terapia

Diabete e farmaci, intervento del farmacista migliora glicemia e aderenza alla terapia

fonte: www.farmacista33.it

La collaborazione tra medico e farmacista migliora la capacità di prescrivere le nuove terapie antidiabetiche, con il farmacista che può avere un ruolo nell’educazione al paziente

di Sabina Mastrangelo
Diabete e farmaci, intervento del farmacista migliora glicemia e aderenza alla terapia
L’intervento del farmacista, anche da remoto, in stretta collaborazione con i medici per ottimizzare l’uso di nuove terapie antidiabetiche e fornire educazione sanitaria ai pazienti ha dimostrato un impatto positivo sulla gestione del diabete di tipo 2, migliorando il controllo glicemico e aumentando l’aderenza terapeutica. A mostrarlo è uno studio guidato da Emily Nuttall, del dipartimento di Farmacia della Baylor Scott & White Health di Dallas, negli USA. I risultati dell’indagine sono stati pubblicati su Proceedings del Baylor University Medical Center.

Ruolo del farmacista
Secondo gli autori, la collaborazione tra medico e farmacista migliora la capacità di prescrivere le nuove terapie antidiabetiche, con il farmacista che può avere un ruolo nell’educazione al paziente. Studi precedenti avevano evidenziato che il farmacista può dare un contributo nel ridurre i livelli di emoglobina glicata nei pazienti con diabete di tipo 2. Nella ricerca, dunque, il team ha lanciato un programma che includeva persone con HbA1c inferiore all’8,5% e pazienti con diabete di tipo 2 scarsamente controllato.

Gli outcome primari includevano la variazione dell’HbA1c dal basale al follow-up a 2-5 mesi, mentre gli outcome secondari includevano l’uso appropriato delle terapie di supporto, tra cui statine, degli ACE inibitori e bloccanti del recettore dell’angiotensina (ACE/ARB), e il verificarsi di eventi correlati alla glicemia.

Le evidenze emerse
Tra settembre 2023 e marzo 2024, i ricercatori hanno incluso 28 pazienti, di cui 11 hanno accettato di interagire con il farmacista, mentre 17 hanno continuato a seguire le raccomandazioni come da pratica standard. Tra tutti i pazienti inclusi, circa il 68% assumeva insulina all’inizio dello studio e il 21% assumeva nuovi agenti antidiabetici, tra cui gli agonisti del recettore del peptide-1 analogo del glucagone (GLP-1), la tirzepatide e gli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio-2 (SGLT-2).

Dall’analisi è emerso che la variazione media dell’HbA1c dal basale a 2-5 mesi è stata di -2,7%, per chi seguiva le raccomandazioni del farmacista, e di -0,6%, per chi seguiva l’approccio standard all’assistenza. Inoltre, tra i soggetti in studio, non vi sarebbero stati ingressi in pronto soccorso o ricoveri correlati al diabete di tipo 2. I farmacisti, che negli USA possono avviare e modificare terapie e dosaggi, negli interventi implementati sui pazienti seguiti hanno iniziato 12 farmaci, ne hanno interrotti cinque e hanno apportato aggiustamenti della dose a sette farmaci.

L’apporto dell’AI sulle farmacie

L’apporto dell’AI sulle farmacie

fonte: www.farma7.it

Si fa un gran parlare di Intelligenza artificiale, ma quale potrà essere il contributo di questa innovazione sia sull’attività della farmacia, sia nel suo rapporto con il paziente/cliente? Le ipotesi più credibili (ovviamente ancora da verificare e consolidare) riguardano soprattutto l’automazione di diversi processi, come per esempio -sul piano dell’attività professionale- la verifica automatica delle prescrizioni, tale da ridurre eventuali errori e consentire così al farmacista di operare in sicurezza e di dedicarsi ad altre incombenze. Nei riguardi dell’attività gestionale, invece, l’Ai aiuterà a tenere sotto controllo il magazzino, a verificare scorte e riordini, ad analizzare i dati di vendita.

Il contributo dell’AI nella farmacia riguarderà soprattutto l’automazione e la verifica automatica delle prescrizioni, così da ridurre gli errori e aumentare la sicurezza. Importanti anche la gestione del magazzino, l’analisi dei dati di vendita e le attività promozionali.
Permetterà anche di elaborare migliori strategie sia di marketing, grazie all’analisi dell’andamento dei diversi comparti della farmacia, sia di merchandising, verificando le diverse aree d’esposizione, i prodotti più gettonati e qual è l’iter delle promozioni. Così come permetterà di ottimizzare il layout dei locali e di monitorare il flusso della clientela, individuando le aree calde e fredde e consentendo così di migliorare la disposizione degli espositori e delle gondole. Consentirà anche di rilevare le diverse esperienze del cliente, come e dove si sofferma di più e come si può rendere più coinvolgente la sua esperienza in farmacia.

Molti i servizi poi che, grazie all’intelligenza artificiale, potranno essere offerti alla clientela e consentiranno di ottimizzare il rapporto con i pazienti. Aiuterà, per esempio, a offrire risposte competenti e consigli corretti sui sintomi e sui trattamenti dei disturbi lievi, grazie all’accesso ai database medici e alle linee guida aggiornate. Così come sarà utile nel monitorare l’aderenza terapeutica e nella presa in carico dei pazienti cronici. L’analisi dei consumi e delle carte fedeltà, la loro cronologia e metodologia permetterà inoltre di migliorare i servizi offerti e favorirà anche il consiglio complementare, con miglior soddisfazione del cliente e, in ultima analisi, della redditività della farmacia.

Insomma, la possibilità di delegare alcuni compiti, di ottimizzare i processi operativi e di migliorare la consulenza personalizzata al paziente/cliente non potranno che garantire maggiore efficienza e valore, con benefici sia professionali, sia economici.

Liste d’attesa. Le novità per i servizi in farmacia

Liste d’attesa. Le novità per i servizi in farmacia

fonte: www.farmacista33.it

Il disegno di legge per la gestione e il contrasto del fenomeno delle liste d’attesa varato lo scorso giugno dal Consiglio dei ministri si appresta a iniziare il suo iter con un primo esame al Senato
Liste d’attesa, disegno di legge verso esame Senato. Le novità per i servizi in farmacia
Il disegno di legge per la gestione e il contrasto del fenomeno delle liste d’attesa varato lo scorso giugno dal Consiglio dei ministri, che prevede tra le altre cose anche il coinvolgimento delle farmacie con l’erogazione dei servizi, si appresta a iniziare il suo iter con un primo esame al Senato. Il testo del Ddl, “Recante misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria”. attualmente in circolazione tra i media risulta costituito da 13 articoli con misure tese a ridurre le liste d’attesa e ottimizzare i servizi erogati.

Classi di urgenza per scandire le prenotazioni
Tra gli aspetti centrali le prestazioni sanitarie saranno classificate in base alla gravità del paziente con l’obiettivo di garantire un’assistenza tempestiva. Le classi di priorità che corrispondono a una diversa tempistica di erogazione della prestazione, distinguono tra urgente (classe U), breve attesa (classe B), differita (classe D), programmabile (classe P) con tempistiche che vanno da 72 ore a 120 giorni. A tal proposito, è stato previsto un Sistema Nazionale di Governo delle Liste di Attesa, che consentirà un controllo costante a livello istituzionale.

Il Ddl promuove anche l’uso della telemedicina, tra cui anche il teleconsulto che le aziende sanitarie locali e ospedaliere nonché gli erogatori privati accreditati devono garantire, quali strumenti di integrazione tra i medici ospedalieri e i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta.

Per affrontare la carenza di personale sanitario, il disegno di legge prevede, all’articolo 6, di poter reclutare il personale del comparto e della dirigenza medica e sanitaria nonché delle professioni sanitarie attraverso contratti di collaborazione coordinata e continuativa e, all’articolo 5, il conferimento di incarichi libero-professionali ai medici in formazione. L’obiettivo è, oltre ridurre i tempi di attesa, anche contrastare il fenomeno dei cosiddetti “gettonisti”, rafforzando il personale all’interno del Servizio Sanitario Nazionale.

Monitoraggio e acquisizione dati personali estesi anche ai servizi in farmacia
Altro tema rilevante riguarda le farmacie: nell’articolo 8, il Ddl interviene sul monitoraggio dei servizi erogati in farmacia con un ampliamento delle attività monitorate. Infatti, oltre ai consumi di farmaci, saranno monitorati anche i servizi sanitari che le farmacie possono erogare nell’ambito della legislazione vigente sulla farmacia dei servizi (dlg n. 153), inclusi quindi i servizi di prevenzione e supporto alla salute. In sostanza la raccolta dei dati personali in forma anonimizzata viene estesa anche agli altri servizi offerti dalle farmacie. L’acquisizione dei dati in questa forma prevista già per l’erogazione di parafarmici registrati come dispositivi medici, è introdotta oltre che e per l’erogazione degli integratori alimentari.

Riorganizzazione dei laboratori accreditati
Infine, il testo mira a riorganizzare la rete dei laboratori del Servizio sanitario nazionale (articolo 9) indicando l’individuazione di “criteri condivisi a livello nazionale per il raggiungimento in forma singola o associata, a pena di decadenza dall’accreditamento con il Servizio sanitario nazionale, dei valori soglia di prestazioni, ai fini dell’adeguamento della rete delle strutture, favorendo il ricorso a modelli di aggregazione anche contrattuali, quali in particolare i contratti di rete” in coerenza con l’assetto dell’assistenza territoriale. Per chi eroga prestazioni di laboratorio è possibile lo svolgimento in telemedicina delle prestazioni per le quali sia stato rilasciato idonea autorizzazione, con costi a carico del paziente.

Sono previste, inoltre, misure premiali per le regioni e le strutture sanitarie rispettano i tempi massimi di attesa per le prestazioni sanitarie. Regioni e Province autonome assegnano obiettivi annuali relativi alla riduzione delle liste di attesa ai fini del riconoscimento dell’indennità di risultato e la quota dell’indennità di risultato condizionata al raggiungimento dell’obiettivo “non può essere inferiore al trenta per cento”.

Lotta al fumo: i farmacisti possono fare molto. Un documento della Fip

Lotta al fumo: i farmacisti possono fare molto. Un documento della Fip

fonte: www.pharmaretail.it

Lotta al fumo: i farmacisti possono fare molto. Un documento della Fip
Sempre più, a livello globale, la rete delle farmacie si sta affermando come presidio sanitario a tutela della salute pubblica. In particolare, in Italia l’emergenza pandemica ha trasformato le farmacie in capisaldi delle campagne vaccinali e del tracciamento dei contagi da Covid, attraverso l’esecuzione di test diagnostici. Ma, emergenze a parte, la salute pubblica si basa soprattutto sulla prevenzione, sulla capacità di indurre, nei cittadini, la consapevolezza di quanto siano importanti gli stili di vita, a livello individuale e sociale. Anche questo fa parte di quella che chiamiamo “Farmacia dei servizi”.

Riconosciuta come elemento importante di salute pubblica, la lotta al fumo però sta passando poco dalle farmacie, nonostante il consumo di tabacco sia unanimamente riconosciuto come fattore di rischio per molte patologie e fonte di ingenti costi socioeconomici. Di qui il documento appena pubblicato dalla International pharmaceutical federation (Fip) sul “Ruolo dei farmacisti nel costruire un futuro libero dal tabacco e dalla dipendenza da nicotina”. Fip, è utile ricordarlo, è una istituzione con più di un secolo di vita, che riunisce sotto le proprie insegne 160 organizzazioni di rappresentanza dei farmacisti, di ogni parte del mondo.

Un ruolo più attivo
Alla base di tutto la sollecitazione della Fip alle associazioni alle quali si rivolge affinché supportino le farmacie attraverso l’elaborazione di linee guida focalizzate sullo stop al fumo. I farmacisti, da parte loro, «dovrebbero assumere un ruolo più attivo nel dissuadere i cittadini dall’uso del tabacco, servendosi anche delle tecnologie digitali per diffondere la conoscenza presso chi voglia smettere di fumare dei trattamenti più efficaci». Come sempre Fip si rivolge anche alle istituzioni perché investano nella formazione di operatori preparati anche in questo specifico campo; ai governi poi il compito di remunerare i presidi territoriali che siano attivi nella lotta al fumo.

«Chi più dei farmacisti», sottolinea Lars-Åke Söderlund (nella foto), vice presidente di Fip, «può agire sulla salute pubblica attraverso l’informazione al paziente, il rapporto diretto con lui, la conoscenza dei trattamenti farmacologici. I farmacisti possono contribuire all’aumento delle percentuali di abbandono del fumo identificando dapprima coloro che ne fanno uso, poi valutando la loro propensione a smettere e infine indicando loro gli interventi più adatti a raggiungere l’obiettivo».

Tra le raccomandazioni di Fip ai farmacisti quella, primaria, a seguire corsi di formazione ad hoc e fare opera di persuasione non solo sugli adulti soggetti al vizio del fumo ma più ancora sulle giovani generazioni, che sono spesso tentate dal consumo di tabacco o dalla pratica del vaping, l’utilizzo di quelle sigarette elettroniche che stanno sostituendosi, in parte, a quelle tradizionali, senza essere più salutari.

Si tratta ovviamente di linee guida che vanno poi declinate in modo diverso da Paese a Paese, a seconda delle differenti legislazioni. Tra le altre raccomandazioni quella di inserire la dipendenza da fumo in quello che in inglese si definisce health record e che da noi è il Fascicolo sanitario elettronico, in modo da rendere più evidente i rischi, per il soggetto, di incorrere in determinate patologie, oltre che la possibilità che alcuni trattamenti farmacologici possano risultare di minore efficacia.

l nuovi influencer? I consumatori. Il potere delle recensioni

l nuovi influencer? I consumatori. Il potere delle recensioni

fonte: www.pharmaretail.it

l nuovi influencer? I consumatori. Il potere delle recensioni
Oggi i consumatori sono più potenti che mai. Consapevoli e informati, le loro opinioni, commenti e feedback – siano essi positivi o negativi – influenzano non solo le percezioni degli altri consumatori, ma anche le loro decisioni d’acquisto. Se un tempo ci si fidava delle opinioni di amici e familiari, oggi la cerchia di persone di cui ci fidiamo si è estesa all’intera comunità online.

Una recente ricerca condotta da Skeepers su un campione di oltre 72.000 persone di quattro generazioni (GenZ, Millennial, Gen X, Baby Boomer) in Italia, Francia e Spagna, ha rivelato che il 75% dei consumatori consulta abitualmente le recensioni prima di effettuare un acquisto. Di questi, il 79% afferma di fidarsi delle opinioni degli altri consumatori, percentuale che in Italia scende al 72%.

La rilevanza delle recensioni nel processo di acquisto
A differenza degli acquisti in negozio, lo shopping online non permette al consumatore di toccare o provare il prodotto prima dell’acquisto. Di conseguenza, l’esperienza di chi ha già comprato diventa fondamentale e le recensioni si affermano come il principale strumento di fiducia e orientamento nelle decisioni di acquisto.

Secondo lo studio, ci sono quattro fattori chiave che influenzano la fiducia dei consumatori nelle recensioni online:

Quantità di recensioni: per il 65% degli intervistati, il numero di recensioni è il primo elemento di affidabilità. I consumatori tendono a cercare riscontri multipli, tanto che il 40% legge tra 1 e 5 recensioni prima di acquistare, e il 60% ne legge almeno 6 o più. Inoltre, il 78% consulta recensioni su 1-3 siti differenti, indice del fatto che un elevato numero di recensioni su più piattaforme è percepito come segno di popolarità e affidabilità del prodotto.
Qualità delle recensioni: la percentuale di recensioni a 5 stelle è il secondo fattore di affidabilità. Il 46% dei consumatori preferisce leggere recensioni a 5 stelle, mentre il 25% si concentra su quelle a 1 stella, cercando rassicurazioni sugli aspetti negativi del prodotto.
Recensioni recenti: la data di pubblicazione delle recensioni è un altro elemento cruciale. Il 64% degli intervistati considera le recensioni più recenti come più indicative delle attuali prestazioni del prodotto. Mentre oltre il 72% si fida della valutazione media del prodotto, la freschezza delle recensioni rimane un criterio importante per molti.
Risposta del brand: la comunicazione credibile e autentica da parte del brand, specialmente in risposta a recensioni negative, è fondamentale per conquistare la fiducia dei consumatori. Il 63% degli intervistati apprezza una risposta tempestiva e professionale, che dimostri l’impegno del brand nel soddisfare i clienti e fornire un servizio eccellente.
L’importanza di essere mobile-friendly e multimediale per le aziende
Dallo studio emerge che il 71% dei consumatori lascia una recensione entro 7 giorni dall’acquisto, e che il 62% di queste recensioni viene redatto da smartphone. Solo il 33% utilizza il laptop o il PC e il 5% si affida al tablet. Questo dato evidenzia quanto sia fondamentale per le aziende dotarsi di interfacce mobile-friendly, rendendo più facile e accessibile la possibilità di lasciare recensioni da parte dei consumatori.

Inoltre, le recensioni multimediali stanno diventando sempre più popolari. In un mondo dominato dai social network, dove siamo costantemente bombardati da immagini e video, le recensioni con contenuti visivi appaiono più autentiche e affidabili. Il 54% dei consumatori considera più affidabili le recensioni che includono foto e video, a dimostrazione del crescente desiderio di trasparenza e veridicità.

L’ascesa delle recensioni come leva di marketing
Il report di Skeepers sottolinea il ruolo determinante delle recensioni nel dare vita a un’esperienza d’acquisto unica e ineguagliabile. I brand che sfruttano efficacemente le recensioni dei consumatori non solo generano vendite, ma creano una vera e propria community di fedelissimi che si fanno promotori del marchio. Le recensioni sono ormai una leva di marketing in continua crescita, in grado di dare voce ai consumatori e creare autenticità per il brand e il loro ruolo è destinato a crescere e ad evolversi.