da Redazione SoFarmaMorra | 29 Novembre 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacista33.it
La sentenza del 14 novembre 2024 del TAR Campania, oltre a intervenire sull’utilizzo degli spazi esterni per gli screening oncologici è “destinata a fare giurisprudenza” come fa notare l’avv. Ferrari in un’analisi pubblicata su Il Sole 24 Ore
di Redazione Farmacista33
Tar interviene legittimità prelievo capillare refertazione
Con la sentenza n. 6225 del 14 novembre 2024, il TAR Campania si è espresso in merito alla distinzione tra le attività svolte dalle farmacie dei servizi e quelle dei laboratori di analisi. La sentenza risponde al ricorso di Federlab Italia e Ati Laboratori Italiani Riuniti contro il Decreto Dirigenziale della Regione Campania n. 939/2023. Farmacista33 se ne è occupato nei giorni scorsi mettendo in evidenza il tema dell’utilizzo degli spazi esterni con un’analisi a cura dell’avvocato Rodolfo Pacifico, ora una lettura dell’avvocato Paola Ferrari, pubblicata su Il Sole 24 Ore, evidenzia i punti cardine della sentenza: le differenze di natura e funzione tra farmacie e laboratori di analisi.
Ricadute operative sull’utilizzo degli spazi esterni
Il ricorso riguardava nello specifico gli allegati 5 e 6 del decreto regionale relativi alla somministrazione di test per emoglobina glicata e quadro lipidico e l’effettuazione di screening oncologici al di fuori dei locali della farmacia. In termini operativi la sentenza ha annullato solo l’articolo 2 dell’Allegato 6 del decreto, che consentiva l’uso di spazi esterni alle farmacie per screening oncologici, come il test per la rilevazione di sangue occulto nelle feci. Secondo il TAR, tale previsione manca di una base normativa solida ed è lesiva delle prerogative dei laboratori accreditati. L’utilizzo di spazi esterni è consentito solo se adeguatamente regolamentato, cosa che al momento non avviene.
Diagnostica in farmacia: cosa è consentito
Il TAR ha tuttavia respinto altre istanze presentate dai ricorrenti, ritenendo “irrilevante e manifestamente infondata, la questione di legittimità costituzionale” sollevata dal ricorso, e come sottolinea l’avvocato Ferrari è una sentenza “destinata a fare giurisprudenza” in quanto “ha ripercorso la storia normativa che ha portato a dotare le farmacie ad assumere un nuovo ruolo nell’attività di prevenzione e cura delle malattie attraverso la fornitura di servizi di primo livello, rivolti all’intera popolazione (collaborazione a programmi di educazione sanitaria e a campagne di prevenzione) e di secondo livello, concretantesi in prestazioni a favore dei pazienti che le richiedano e, nel contempo, ha chiarito i limiti dell’erogazione di alcuni servizi ormai ampiamente diffusi nelle farmacie”. Nello specifico il riferimento è all’effettuazione di test che prevedono il prelievo di sangue capillare (ad esempio, emoglobina glicata e quadro lipidico). Per la corte tali attività sono ausiliarie ai compiti del Servizio Sanitario Nazionale e non costituiscono un’invasione delle competenze dei laboratori, poiché non implicano diagnosi o prescrizioni.
L’avvocato Ferrari fa notare che il “punto di conflitto tra biologi e farmacisti” è proprio relativo alla “effettuazione presso le farmacie da parte di un farmacista di test diagnostici che prevedono il prelievo di sangue capillare”, possibilità che secondo i ricorrenti “avrebbe l’intento di riconoscere ai farmacisti non solo l’esecuzione di test di autocontrollo “autodiagnostici”, ma anche “diagnostici”, eseguibili da prelievo capillare”. Contestazione respinta in quanto, come spiega Ferrari, “diversamente dal prelievo di sangue venoso quello capillare è una procedura attraverso cui si raccoglie un campione di sangue, al fine di indagare lo stato di salute, il cui esame è effettuato in laboratorio. Per i farmacisti resta fermo il divieto di “attività di prescrizione e diagnosi, nonché il prelievo di sangue o di plasma mediante siringhe o dispositivi equivalenti””.
La refertazione nelle farmacie: limiti e modalità
Uno dei punti controversi riguardava l’obbligo, per i farmacisti, di registrare e “refertare” i risultati dei test eseguiti. Secondo il TAR, la refertazione in farmacia non equivale a una diagnosi medica, bensì si limita alla registrazione dei dati rilevati dai dispositivi diagnostici, in linea con il Decreto Ministeriale del 16 dicembre 2010. E come commenta l’avvocato Ferrari “la possibilità di effettuare il prelievo di sangue capillare si lega alla raccolta del dato sanitario, consentendo al farmacista il prelievo di sangue capillare, con un dispositivo che emette lo scontrino con i valori riportati. Va così intesa la “refertazione” a cui è fatto solo incidentalmente riferimento negli Accordi, che affidano al farmacista i compiti di registrare il paziente sulla piattaforma informatica, effettuare il test e refertarlo, conservando la documentazione. Non vi è alcuna “invasione di campo”, afferma la sentenza, può quindi desumersi dalla previsione di legge, che non sottrae affatto ai laboratori autorizzati le funzioni ad esse spettanti e disimpegnate con figure professionali specifiche, quali biologi e chimici”.
da Redazione SoFarmaMorra | 29 Novembre 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacianews.it
Un passo necessario per elevare la qualità dell’assistenza sanitaria. A fare il punto sulla situazione è Andrea Mandelli, presidente FOFI
La sburocratizzazione delle attività professionali nel campo della salute rappresenta un tema cruciale per il miglioramento dell’assistenza farmaceutica e, di conseguenza, per la salute dei cittadin
Come evidenziato dal presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), Andrea Mandelli, in occasione della sua relazione al Consiglio Nazionale Fofi, la semplificazione dei processi burocratici non è solamente una misura di alleggerimento per i professionisti, ma si configura come un intervento necessario per innalzare gli standard di qualità del servizio sanitario offerto ai cittadini.
Contesto normativo e necessità di semplificazione
Attualmente, il parlamento italiano è impegnato nell’analisi di due provvedimenti significativi in materia di sburocratizzazione: la “Delega per la semplificazione dei procedimenti amministrativi” e il Ddl Semplificazioni bis.
La normativa vigente ha creato un sistema burocratico complesso e macchinoso che grava sull’attività dei farmacisti, costretti a gestire oneri burocratici talvolta superflui, una realtà che si fa ancor più allarmante in un contesto di crescente carenza di professionisti.
Misure di semplificazione proposte
Fra le misure proposte, vi è l’aggiornamento di normative obsolete, come il Testo Unico delle leggi sanitarie del 1934, che impedisce ai farmacisti di esercitare altre professioni sanitarie, e la Legge 475/1968, che pone limitazioni ingiustificate per i farmacisti in ambito accademico. Con l’introduzione di queste modifiche, si mira a rendere il sistema più fluido e reattivo alle necessità di salute della popolazione.
Altre disposizioni discutono la possibilità per i farmacisti di dispensare terapie prescritte per pazienti cronici per dodici mesi e di monitorare l’aderenza terapeutica, funzioni cruciali per la gestione delle malattie croniche, particolarmente rilevanti nell’era delle malattie non trasmissibili.
Innovazioni promosse attraverso i nuovi progetti di legge
Il Ddl Semplificazioni bis si propone di definire e riconoscere formalmente i servizi offerti dai farmacisti, inclusa la somministrazione di vaccini e test diagnostici.
Tale evoluzione potrebbe non solo ampliare l’offerta di servizi, ma anche consolidare il ruolo del farmacista come punto di riferimento sanitario nel territorio, contrastando la resistenza agli antibiotici attraverso l’implementazione di test PCR in farmacia.
Formazione professionale e innovazione digitale
La formazione professionale è un aspetto essenziale per garantire che i farmacisti mantengano elevati standard di qualità. I recenti corsi ECM e le iniziative di formazione continua mirano a rinfrescare le competenze necessarie per affrontare le nuove sfide in ambito sanitario.
Parallelamente, l’adozione di tecnologie digitali e di intelligenza artificiale mira a migliorare l’efficienza del sistema sanitario e a facilitare l’accesso alle cure.
Farmacisti: ruolo centrale nella salute pubblica
In sintesi, la sburocratizzazione dell’attività farmaceutica emerge come un elemento imprescindibile per innalzare gli standard di qualità dell’assistenza sanitaria in Italia. Attraverso l’adozione di misure legislative efficaci e un rinnovato approccio alla formazione e innovazione, i farmacisti possono svolgere un ruolo sempre più centrale nella salute pubblica, contribuendo così a un sistema sanitario più reattivo e di qualità per i cittadini.
Questa trasformazione, come sottolineato da Mandelli, non rappresenta solo il raggiungimento di un obiettivo di lunga data, ma segna l’inizio di un nuovo capitolo per la professione farmaceutica, ricco di sfide e opportunità che necessitano di essere affrontate con coraggio e determinazione.
Nell’evoluzione della professione, il farmacista non è solo un dispensatore di farmaci, ma un attore chiave nella salute e benessere della comunità.
da Redazione SoFarmaMorra | 29 Novembre 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farma7.it
Una recente ricerca di Human Highway, condotta per Assosalute, dimostra che, in caso di influenza, i farmaci di automedicazione sono i rimedi più usati per alleviare i sintomi, con una percentuale pari al 64% della popolazione. Seguono poi gli integratori e le vitamine (18,3%), gli antibiotici (15,1%), le “bevande della nonna” (13,5%) e i preparati erboristici e omeopatici (10,6%). Solamente il 7,9% degli intervistati dichiara di non prendere nulla, perché il disturbo passa da sola. Sono dati da tener presente, sia perché ormai siamo alle porte del “Generale Inverno”, con le sue tipiche patologie stagionali, sia perché i cittadini sono abituati a ricorrere al farmacista per ottenere, oltre a un buon consiglio, anche un rimedio di automedicazione.
Va considerato che la classe terapeutica leader del mercato Otc è proprio la “R05 – Preparati per la tosse e il raffreddore”, che da sola porta in farmacia 396 milioni di euro, con un incremento nell’ultimo anno del 4%.
Sono dati recenti, relativi al prezzo al pubblico dei farmaci venduti nell’anno mobile a settembre 2024, forniti da Pharma Data Factory che rileva le vendite effettivamente fatte dalle farmacie. Vale la pena allora considerare anche quali siano le altre classi terapeutiche leader del comparto automedicazione, tenuto presente che i farmaci Otc e Sop rappresentano proprio l’armamentario terapeutico del farmacista, quello tipico che rientra nel suo ruolo di educatore sanitario.
Precisiamo subito che le prime 10 classi del mercato dell’automedicazione realizzano il 77% del fatturato, pari a 2,2 miliardi di euro. Oltre alla prima, già indicata, abbiamo al secondo posto la classe M01 – Antinfiammatori e antireumatici, con 300 milioni di euro, anch’essa relativa a disturbi che con il freddo stendono ad aggravarsi, che peraltro registra un decremento nelle vendite del -3%. In crescita del 5% risulta la terza classificata, la N02 – Analgesici, con 250 milioni di euro venduti nel periodo. Seguono poi tre classi con un fatturato compreso tra i 210 e i 220 milioni di euro, A07- Prodotti per disturbi intestinali, con un incremento del fatturato del 4%, M02 – Antireumatici topici, con +2% mentre la R02 – Preparazioni per la gola ha fatto registrare un decremento del 3%. In crescita con tassi di sviluppo molto interessanti le ultime classi della tabella, in particolare della A02 – Antiacidi antiflatulenza e antiulcera con +12%, la C05 – Anti-varicosi/antiemorroidari con +8% e la R01 – Preparazioni nasali +5%. Risulta in positivo, ma con una percentuale modesta (+2%) anche la A06 – Farmaci per la stitichezza e la pulizia dell’intestino, che pur sempre porta alle casse della farmacia oltre 146 milioni di euro.
da Redazione SoFarmaMorra | 18 Novembre 2024 | Mondo Farmacia
Pensavital si occupa di benessere e salute, questo significa che ci interessano anche argomenti ancora considerati tabù, come la salute mentale.
Chissà come mai, è ancora difficile parlare di salute mentale nel XXI secolo! Abbiamo l’urgenza di dire sempre che va tutto bene, che siamo felici e sereni, quando magari non sempre è vero. E, udite udite, è del tutto normale sentire la necessità di un supporto emotivo e psicologico!
In questo articolo cerchiamo di capire cosa sia la salute mentale, perché sia ancora oggetto di pregiudizio e vedremo insieme la differenza tra psicologo, psichiatra, psicoterapeuta e psicoanalista.
La salute mentale, cos’è?
Se ci pensate, definire la salute mentale non è così semplice: entrano in gioco tantissimi fattori diversi, senza contare che le definizioni possono variare da Stato a Stato, da cultura a cultura.
Per salute mentale si intende uno stato di benessere emotivo e psicologico che permette ad un individuo di esercitare le proprie funzioni e abilità all’interno della società. Ciò significa che è in grado di rispondere a esigenze quotidiane, riesce a stabilire relazioni con le persone che lo circondano, partecipa costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente e si adatta a situazioni di conflitti esterni o interni.
I disturbi mentali si presentano in tutte le classi di età, di ceto, di genere e sono associati a difficoltà nelle attività quotidiane, lavoro, rapporti interpersonali e familiari che danno luogo a forme di emarginazione ed esclusione sociale.
Il pregiudizio
Il Dott. Giovanni Migliarese spiega il pregiudizio che circonda la salute mentale in modo molto semplice: “Del resto, nessuno ha problemi a dire ‘ho male al fegato, ho mal di cuore’, ma a nessuno piace dire ‘ho un problema mentale’. E diversa, in effetti, è anche la reazione di chi ascolta.”
Si capisce bene, quindi, che il problema del pregiudizio è sempre il timore di essere giudicati, di essere tacciati come “diversi” quando, diciamolo, la diversità è ciò che ci rende interessanti, vivi!
Psichiatra, psicoterapeuta, psicoanalista, psicologo, quale differenza c’è?
Spesso, nel linguaggio di tutti i giorni, i termini psicologo, psichiatra, psicanalista e psicoterapeuta vengono usati come sinonimi. È un errore, perché ognuna di queste figure professionali ha competenze differenti e ha anche ruoli diversi all’interno della società medica.
Proviamo a spiegarci meglio.
Lo psicologo
Lo psicologo è un professionista della salute, laureato in Psicologia, ma non è un medico perché non ha frequentato la facoltà di Medicina.
Questa professione è regolata da un codice deontologico, che ne definisce doveri e limiti. Qual è lo scopo di uno psicologo? La promozione del benessere della persona, nello specifico lo psicologo opera per migliorare la capacità del paziente di comprendere se stesso e gli altri, lo guida nel comportamento consapevole.
Il suo principale strumento è il colloquio. Se uno psicologo non è specializzato (e abilitato) in psicoterapia non può trattare disturbi psicologici o psichiatrici, dunque può fornire supporto a tutti coloro che presentano un disagio o un problema che non sia un disturbo psicopatologico.
Lo psicoterapeuta
Lo psicoterapeuta tratta disturbi psicopatologici, ma non può prescrivere farmaci. Uno psicoterapeuta è una persona laureata in Medicina o Psicologia che ha conseguito una formazione post laurea specifica.
La differenza tra psicoterapeuta e psicologo è che il primo tratta disturbi psicopatologici.
Lo psicanalista
Con la definizione di psicanalista si complicano le cose; non a caso, molti ritengono che lo psicanalista sia un sinonimo di psicologo.
Un professionista specializzato in psicoanalisi è uno psicoterapeuta che esercita la propria pratica clinica con un approccio preciso: la psicanalisi.
Come sappiamo dagli studi superiori, la psicanalisi nasce dalle teorie di Freud e si distingue per frequenza e durata delle sedute, dall’interazione terapeuta-paziente e per strategie d’intervento.
Lo psichiatra
Lo psichiatra, invece, è laureato in Medicina e Chirurgia, con specializzazione in psichiatria. Ciò significa che è prima di tutto un medico abilitato a prescrivere farmaci e psicofarmaci, così come a richiedere esami clinici.
La psichiatria è una branca della medicina che si occupa dello studio, prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi mentali e dei comportamenti patologici.
Il benessere mentale, emotivo e psicologico è fondamentale. Non dobbiamo vergognarci di parlare di noi stessi, dei nostri turbamenti e caratteristiche che, in fondo, ci rendono unici.
da Redazione SoFarmaMorra | 13 Novembre 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacianews.it
Quali sono i trend nel mondo della salute, i cambiamenti in atto e i bisogni emergenti degli attori chiave del settore (medici, pazienti, farmacisti e consumatori). Questi i temi al centro di Assirm Talk Pharma, evento dedicato agli ultime tendenze del mondo pharma
Lo scorso 23 ottobre si è tenuto in live streaming l’evento Assirm Talk Pharma, dedicato agli ultimi trend del mondo pharma. Un’interessante occasione di approfondimento e condivisione per fare il punto sullo stato attuale, le prospettive e le future tendenze del pharma in Italia.
L’incontro, moderato da Guendalina Graffigna, professore ordinario di Psicologia dei Consumi e della Salute presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e presidente del Centro Studi Assirm, ha visto i relatori esplorare i trend nel mondo della salute, con un focus sui cambiamenti in atto e sui bisogni emergenti degli attori chiave del settore: medici, pazienti, farmacisti e consumatori.
Una visione a 360°
Tra i molti temi trattati: l’evoluzione del mercato farmaceutico, sia ospedaliero sia territoriale, che si conferma in crescita, e del ruolo del farmacista nel Ssn. Il fenomeno di ibridazione tra farmacia, parafarmacia e profumeria, e tra fisico e online. Le modalità per una comunicazione efficace, dove spiccano i “pharma influencer”. Infine, che cosa si intende per Medical Humanities: un approccio alla malattia, alla relazione di cura, all’assistenza sanitaria che va oltre e completa la scienza medica, attingendo alle discipline umanistiche, ove la narrazione è lo strumento privilegiato della cura e dei suoi protagonisti (pazienti, operatori sanitari, caregiver).
L’evoluzione del ruolo del farmacista nel Ssn
Stefania Fregosi, Healthcare Head Ipsos, ha messo in luce come «La farmacia italiana stia vivendo una profonda trasformazione verso la piena realizzazione del modello di Farmacia dei servizi. Come sta avvenendo questo cambiamento sul territorio? Quali sono i bisogni e le difficoltà riscontrate?
Una recente indagine Ipsos su un campione rappresentativo di farmacie ha evidenziato che da un lato, i farmacisti desiderano espandere i loro servizi, tra cui telemedicina, spirometria e collaborazione con altri professionisti sanitari (nutrizionista, dermatologo, psicologo, etc.), dall’altro, affrontano ostacoli come carenze di personale e di spazi. In questo quadro, le nuove regolamentazioni rappresentano un’opportunità per il farmacista di essere considerato un attore importante, che però necessita di un maggior riconoscimento, formazione adeguata (es. sui servizi extra e sulla gestione aziendale del negozio) e equilibrio tra vita lavorativa e privata».
La Sanità del territorio
Secondo Barbara Lazzari, Business & Research Director Doxa Pharma, «La Sanità del territorio è in evoluzione, spinta soprattutto dal Pnrr, che dà slancio al miglioramento di infrastrutture, ospedali, centrali operative. Cosa è stato implementato e quali sono le principali carenze? Attraverso i dati raccolti, appare evidente una trasformazione frammentata della sanità territoriale tra Nord e Sud, dove la carenza di personale rappresenta una grave criticità. In tal senso, l’azienda farmaceutica può rivestire un ruolo chiave, in termini di consulenza e supporto alla formazione».
Condivisione, prossimità e sinergia
Paolo Betto, vicedirettore di Federfarma e Fiorenzo Corti, vicepresidente nazionale di FIMMG, tracciano alcune riflessioni conclusive. Dal 2009, e soprattutto in epoca Covid, la Farmacia dei Servizi ha conosciuto un enorme sviluppo, dove la farmacia è di fatto il primo presidio sul territorio, il primo contatto per il paziente con il Ssn. Il farmacista gode di una fiducia elevatissima, capace di offrire al paziente/cliente un ascolto attivo e connesso, utile per il processo di cura.
La telemedicina è un’opportunità da percorrere, che aiuta la prevenzione, la diagnosi e il monitoraggio. Il limite, ad oggi, è la mancanza di dialogo tra i diversi attori, una non comunicazione tra Ssn e canali privati e farmacie. Per una sanità territoriale più equa, efficiente e accessibile a tutti i cittadini, le parole chiave sono allora condivisione, prossimità e sinergia.
da Redazione SoFarmaMorra | 13 Novembre 2024 | Mondo Farmacia
Fonte: www.farmacianews.it
La crescente attenzione ai bisogni di salute e benessere degli animali spinge i proprietari a cercare aiuto in farmacia per l’acquisto di farmaci e di prodotti complementari. Questo comparto, dunque, rappresenta oggi una risorsa a elevato potenziale per la crescita economica di una farmacia, per il quale è essenziale, in ogni caso, investire tempo e risorse nell’aggiornamento professionale. Ne parla Raffaella Ferrari nell’editoriale di Farmacia News di novembre
Raffaella Ferrari direttore scientifico di Farmacia News
Negli ultimi anni il numero degli animali domestici presenti nelle famiglie italiane è cresciuto in misura notevole. Stiamo parlando di 65 milioni di animali da affezione: non solo cani e gatti, ma anche animali meno convenzionali, come pesci, uccelli, criceti, conigli e rettili.
La crescente attenzione ai loro bisogni di salute e benessere spinge i proprietari a cercare aiuto in farmacia per l’acquisto non solo di farmaci, ma anche di prodotti complementari come alimenti, integratori e prodotti per l’igiene. Questo comparto, dunque, rappresenta oggi una risorsa a elevato potenziale per la crescita economica di una farmacia. Si tratta, tuttavia, di una specifica scelta imprenditoriale, come già chiarito per altri settori.
Per offrire i migliori prodotti in campo veterinario e dare consigli competenti è essenziale investire tempo e risorse nell’aggiornamento professionale. A tal scopo, trovo molto utile la possibilità di frequentare corsi ECM su questi temi. Inoltre, credo sia importante che la farmacia organizzi un angolo pet, se gli spazi interni lo permettono, con un corner dedicato in cui offrire prodotti a valenza sanitaria (lasciamo agli altri negozi gli accessori, che non sono di nostra competenza e finirebbero per appesantire il magazzino) e svolgere attività di consulenza in tranquillità.
Come per qualunque altra attività questo settore richiede impegno e, in aggiunta, una certa sensibilità verso gli animali, che ci aiuterà nell’approccio al cliente. Potranno rivelarsi strategiche le collaborazioni con altre realtà specializzate, come il veterinario di zona, i negozi di toelettatura, i pet sitter. Non potremo competere con i negozi per animali,con il loro vasto assortimento e i prezzi vantaggiosi, ma risulteremo vincenti in termini
di professionalità se daremo un consiglio competente e mai sbrigativo, ponendo con i pet la stessa serietà che mettiamo quando ci occupiamo delle persone.
Non dimentichiamo, infine, l’impulso dato a questo settore dalla galenica, fondamentale per la preparazione di farmaci di cui non esiste il dosaggio per l’animale o di forme farmaceutiche particolari e appetibili. Proprio la principale caratteristica del magistrale, cioè la possibilità di allestire un prodotto personalizzato, ha decretato il successo delle preparazioni veterinarie e ha portato nuovi clienti nelle farmacie con laboratorio attrezzato. Questa è una diversificazione dell’attività che ritengo molto interessante e che consiglierei a chi desideri approcciarsi a questo segmento di mercato, dando valore a un aspetto della professione meno tradizionale, ma comunque ben retribuito e ricco di soddisfazioni.