fonte: www.farmacista33.it
Il farmacista rappresenta una prima linea di informazione e di intervento per gestire ansia e stress da Covid nei cittadini-pazienti
Disponibilità, ascolto attivo, comunicazione e informazione sui sintomi del Covid-19, consigli per la gestione dei farmaci sono tutti aspetti su cui il farmacista può svolgere un’attività importante di counselling per contenere l’ansia e lo stress generato dalla pandemia nel paziente-cittadino.
«Il farmacista rappresenta una prima linea di informazione e di intervento con un atteggiamento espresso con parole con gesti rassicuranti soprattutto mirati a mettere a proprio agio il soggetto» dichiara Riccardo Torta, Professore Ordinario di Psicologia Clinica – Dipartimento di Neuroscienze, Università degli Studi di Torino in un’intervista pubblicata da FarmaMentalCare, il nuovo eMagazine dedicato ai farmacisti sul monitoraggio della salute mentale.
Sintomi d’esordio, vaccini e anticorpi monoclonali: fare chiarezza
Nel contesto che stiamo ancora vivendo, spiega l’esperto «il farmacista ha un ruolo fondamentale nel realizzare interventi psico educazionali che possono fornire informazioni corrette sul riconoscimento dei sintomi di esordio del covid. Il paziente chiede soprattutto per essere rassicurato non riesce a discriminare adeguatamente quanto conti la febbre la tosse, la scomparsa degli odori e dei sapori. Un’informazione adeguata può aiutarlo a evitare di piombare nell’angoscia di fronte a questi sintomi. Un’altra informazione importante è quella sull’uso dei farmaci chiarendo quali possono essere utili quali dannosi nell’attesa di un intervento medico. Le informazioni dei media sono confusive e contraddittori e su questo il farmacista può essere un operatore adeguatissimo». Poi ci sono i vaccini e le nuove terapie: «Un’altra informazione che verrà sicuramente richiesta ai farmacisti – aggiunge Torta – riguarda i vaccini. Il farmacista può avere il compito di spiegare perché esistono più tipi di vaccini e perché differenti meccanismi d’azione. Chiarire che esisteranno delle priorità temporali per evitare delle aspettative. Un altro dato sui vaccini che va chiarito subito e che l’immunità acquisita non è a tempo indeterminato, per questo serve una seconda somministrazione. Se arrivassero domande sugli anticorpi monoclonali cosa che incomincia a emergere, bisogna spiegare che cosa sono da dove derivano che sono simile gli anticorpi sviluppati dai pazienti che hanno superato la malattia ma sono ovviamente fatte in laboratorio e questo comporta una limitata diffusione per i costi elevati».
Saper comunicare con linguaggio verbale e non verbale
Fondamentale per la relazione con l’utente-paziente è «avere un’adeguata conoscenza delle principali tecniche di comunicazione» il farmacista, spiega Torta, deve essere capace utilizzare sia il linguaggio verbale adeguato al soggetto richiedente sia dal punto di vista culturale, evitando eccessivi tecnicismi e chiedendo un feedback di quanto detto per verificare la comprensione. E porre attenzione al linguaggio non verbale con i gesti, le espressioni, la postura e l’atteggiamento empatico. Inoltre, «deve essere capace a riconoscere il disagio percependolo attraverso l’atteggiamento del soggetto, se c’è irrequietezza, gestualità di allarme, tono di voce concitato, e attraverso domande mirate sull’ansia sull’insonnia». Infine bisogna «garantire una certa adeguatezza ambientale con un ambiente che per quanto possibile sia riservato anche soltanto mediante un adeguato distanziamento il paziente può essere restio ovviamente ad esprimere il proprio disagio».