«L’esperienza ormai maturata ha pienamente confermato la pericolosità di questi preparati per la salute dei cittadini». E’ la valutazione con cui, nei giorni scorsi, la Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) è intervenuta ufficialmente nella querelle sui galenici anoressizzanti, esplosa ad agosto dopo i due decreti con cui il ministero della Salute aveva vietato l’uso di otto molecole nelle preparazioni magistrali a scopo dimagrante. Un intervento “pesante”, perché in una comunicazione inviata agli Ordini provinciali un paio di settimane fa la Federazione invita esplicitamente gli albi «a vigilare sui propri iscritti affinché non si ripeta la prescrizione di farmaci anoressizzanti per far dimagrire i propri pazienti».

Le motivazioni dell’intervento sono esplicitate nella lettera: «Non è stato dimostrato il mantenimento della riduzione del peso nel lungo periodo» scrive la Fnomceo «né la riduzione della morbilità e mortalità correlate all’obesità. Pertanto, le prescrizioni di preparati galenici sono non solo prive di “evidenza” scientifica, ma anche sprovviste di un razionale che le renda plausibili». A sostegno, la comunicazione ricorda vari interventi legislativi, l’ultimo dei quali «il decreto 20 maggio 2015, che vieta la prescrizione di medicinali galenici e preparazioni contenenti il principio attivo fenilpropaanolamina-norefedrina».

Di qui, conclude Fnomceo, l’invito agli Ordini provinciali a vigilare con severità, ossia «attivare gli strumenti disciplinari anche in caso di procedimenti penali già avviati a carico dei medici» e, «laddove ne esistano gli estremi», ricorrere «alla sospensione di diritto dall’esercizio professionale». Come si ricorderà, sui decreti del Ministero pendono due ricorsi al Tar di Sifap e Asfi.
Fonte: federfarma.it