Intolleranze alimentari, il ruolo della farmacista

Intolleranze alimentari, il ruolo della farmacista

Fonte: www.pharmaretail.it

DOSSIER ALIMENTAZIONE

Roberto Pasqua | 6 Febbraio 2019

In Italia i veri allergici sono oltre 2 milioni (tra cui 600mila bambini) e gli intolleranti a lattosio, nichel o altre sostanze contenute negli alimenti sono circa 10 milioni, ma si stima che almeno altri 8 milioni di italiani siano «ipersensibili immaginari», cioè imputano all’assunzione di un cibo i sintomi più vari (*). La ricerca di Friendz (**), che ha coinvolto quasi 10.000 persone della community, svela un gap tra percezione e realtà.
Il cambiamento di abitudini nella vita quotidiana
Il cambio di dieta per chi autodiagnostica un’intolleranza non ha comportato pressoché alcun problema mentre la percentuale di coloro che dichiarano di aver riscontrato difficoltà nella modifica delle abitudini alimentari e nel reperire alimenti a loro dedicati a un prezzo accessibile aumenta considerevolmente tra coloro che si sono rivolti a un medico. (altro…)

Osservatorio Long Term Care, pochi servizi per gli anziani

Fonte: www.pharmaretail.it
Chiara Romeo | 19 settembre 2018

Sempre più over 65 non autosufficienti, si stimano 2.847.814 persone, ma gli 8 milioni di caregiver familiari (coloro che assistono e si prendono cura di persone all’interno del nucleo familiare), devono auto-organizzarsi per compensare la mancanza di servizi di counseling e assistenza, mentre l’aiuto della tecnologia stenta a decollare. Questo quanto emerso dai dati del primo Osservatorio Long Term Care, nato dalla partnership tra Essity, azienda svedese che opera nel settore dell’igiene e della salute, e Cergas Sda Bocconi, il primo rapporto sull’innovazione e il cambiamento nel settore Long term care (Ltc). Il rapporto, mette in evidenza lo scollamento con cui cresce il bisogno di assistenza e di servizi per le persone over 65 non autosufficienti, senza che questi trovino adeguata risposta da parte di servizi pubblici e privati, al momento non in grado di stare al passo con le esigenze della popolazione. Secondo i dati, i tassi di copertura del bisogno per anziani over 65 con limitazioni funzionali sono aumentati di pochi punti percentuali assestandosi intorno al 31% nonostante la stima di bisogno potenziale della popolazione sia aumentata di oltre 66.000 persone, tra il 2013 e il 2015.

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L’evoluzione della farmacia e il nuovo ruolo del farmacista

Fonte: www.pharmaretail.it

Un articolo sulla rivista web americana “Medical Marketing and Media” (MM&M) analizza in modo approfondito i cambiamenti – in senso migliorativo – del ruolo del farmacista imposti dall’evoluzione stessa della farmacia. Gli autori sono Mark Worman, global CMO di McCann Health (la più vasta comunità mondiale di esperti di salute e benessere) e Sandra Carey, presidente di McCann Pharmacy Initiative (società di New York specializzata in consulenza di settore). «In tutto il mondo» scrivono «il ruolo della farmacia si sta espandendo dalla focalizzazione sulla catena di approvvigionamento fino all’approfondimento sulla cura primaria, dal ruolo di intermediario e rivenditore a quello di consulente esperto in salute e benessere». Dalle popolazioni in via di sviluppo dell’India e della Cina ai mercati più sviluppati come l’U.K., questa evoluzione è in fase di rapida accelerazione, con i farmacisti pronti a emergere per intervenire nelle cure primarie in mezzo a una confluenza di fornitori di servizi sanitari. Ecco perché «dalla capacità di interpretare questi nuovi ruoli e rapporti tra farmacisti, consumatori e operatori sanitari dipende il futuro della professione» sostengono Worman e Carey «così da guidare sia i miglioramenti della salute dei clienti sia gli obiettivi commerciali della farmacie». (altro…)

FIP, PER SOSTENIBILITÀ SANITÀ GOVERNI SVILUPPINO AUTOCURA E RUOLO DEL FARMACISTA

FIP, PER SOSTENIBILITÀ SANITÀ GOVERNI SVILUPPINO AUTOCURA E RUOLO DEL FARMACISTA

Fonte: www.f-online.it

Sviluppare negli individui, nelle famiglie e nelle comunità la capacità di promuovere e mantenere la propria salute e il proprio benessere, prevenire malattie e complicanze, gestire patologie in corso, in autonomia, è una delle sfide e degli obiettivi che dovrebbero porsi i sistemi sanitari e, rispetto a questa direttrice, il sostegno del farmacista di comunità diventa un valore aggiunto in grado di garantire outcome di salute. Per questo, i Governi dovrebbero considerare e promuovere la rilevanza e importanza dell’autocura e riconoscere il ruolo dei farmacisti in questo processo. È questa una delle riflessioni proposte dal rapporto “Pharmacy as a gateway to care: helping people towards better health”, curato dalla Federazione farmaceutica internazionale (Fip) e recentemente pubblicato, che vede al centro l’evoluzione del ruolo del farmacista nell’autocura – intesa come tutte quelle attività che il cittadino può mettere in campo per garantire un buono stato di salute e benessere, prevenire ed evitare malattie ed, eventualmente, complicanze -, e il valore che deriva al sistema da tale approccio. «Da molti anni» si legge «le farmacie di comunità forniscono un supporto nella salute dei cittadini attraverso consigli, dispensazione di prodotti e, quando c’è bisogno, indirizzando il paziente alle strutture sanitarie appropriate tanto che le farmacie di comunità sono oggi considerate una porta di accesso al sistema della salute». La «capacità di conquistare e mantenere uno stato di benessere personale è un aspetto che incide in modo diverso a seconda del paese. Le sfide sono molte, le soluzioni non sono semplici. L’autocura, soprattutto se supportata dai farmacisti, è una di queste». (altro…)

Medicina ed effetto leva – Comunicazione in Farmacia

Medicina ed effetto leva – Comunicazione in Farmacia

Fonte: www.comunicazioneinfarmacia.it

Il ruolo del farmacista sta cambiando, ed è possibile che vi sentiate frastornati. Oltre all’aggiornamento costantemente richiesto per i parametri clinici, scientifici e farmacologici della professione, oggi diventa necessario acquisire anche competenze imprenditoriali, tecniche (uso del PC e di altre tecnologie), manageriali e relazionali (team working, collaborazione con altre professioni), competenze legali e competenze che, vagamente, possiamo definire “di comunicazione”. C’è di che essere frastornati!
La figura, per quanto parziale, evidenzia le macroaree grossolanamente definite con il termine “comunicazione”. Vi basti pensare che le capacità di coaching vengono normalmente definite sulla base di una dozzina di competenze diverse e avete un’idea della complessità. (altro…)