da Redazione SoFarmaMorra | 18 Giugno 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacianews.it
Per migliorare i risultati sulla salute e ridurre le spese sanitarie non necessarie, la value-based care incoraggia chi fornisce servizi a concentrarsi sulla prevenzione, sul coordinamento delle terapie e sul coinvolgimento dei pazienti. Le farmacie sono ottime candidate a offrire un contributo
La cura basata sul valore (value-based care, Vbc) rappresenta un cambiamento fondamentale nell’approccio alla salute, orientato a ottenere risultati positivi per i pazienti. Nel contesto attuale della sanità, dove l’efficienza, l’efficacia e l’accesso equo ai servizi sono diventati imperativi, l’assistenza basata sul valore emerge come un principio guida fondamentale riducendo i costi.
Questa filosofia sposta l’attenzione dalla semplice erogazione di servizi alla consegna di risultati misurabili e significativi per i pazienti. In questo contesto dinamico, le farmacie emergono come attori chiave, in grado di rivoluzionare il panorama dell’assistenza sanitaria e contribuire al successo delle iniziative di cura basata sul valore. Questo implica, però, un cambiamento di prospettiva: non si tratta solo di fornire trattamenti, ma di trattamenti che portino a miglioramenti misurabili nella salute del paziente.
Questo approccio richiede la valutazione costante dell’efficacia di tali trattamenti, sia in termini di guarigione delle malattie sia anche di miglioramento della qualità della vita e di riduzione delle complicazioni.
Il ruolo chiave del presidio
La farmacia svolge un ruolo polifunzionale nell’ambito dell’assistenza basata sul valore che spazia dalla gestione dei farmaci (viene regolato l’accesso) alla loro distribuzione, fino all’adeguata somministrazione. Ciò include la promozione dell’uso appropriato, il monitoraggio degli effetti collaterali e l’educazione del paziente ad assicurare la conformità terapeutica. In tal senso, la farmacia può fornire informazioni cruciali, inclusi dosaggi, modalità di somministrazione e potenziali interazioni.
Una simile educazione, oltre a migliorare l’aderenza terapeutica, riduce il rischio di errori nella gestione dei farmaci stessi. Attraverso programmi di monitoraggio e di intervento precoce, i farmacisti possono anche contribuire a prevenire complicazioni legate ai farmaci o alla salute.
Questo non solo migliora le condizioni del paziente, ma riduce anche i costi associati a trattamenti aggiuntivi o a ricoveri ospedalieri. Infine, le farmacie possono essere punti di accesso per servizi di screening, vaccinazioni e promozione della salute. Queste iniziative contribuiscono alla prevenzione delle malattie e alla promozione di stili di vita sani, riducendo la necessità di costosi interventi medici. Anche la gestione delle malattie croniche è una componente critica della cura basata sul valore.
I farmacisti possono offrire educazione, consulenza e supporto continuo ai pazienti affetti da patologie come diabete, ipertensione e asma. Aiutandoli a conoscere meglio i loro farmaci, a sviluppare abitudini salutari e a monitorare la loro salute, i farmacisti gli permettono di imparare a controllare le proprie condizioni e a prevenire complicazioni. Le farmacie che abbracciano questo cambiamento non solo possono migliorare la salute delle comunità che servono, ma hanno anche l’opportunità di creare nuove fonti di reddito e di differenziarsi in un mercato sempre più competitivo.
L’importanza dei dati
I dati giocano un ruolo fondamentale nell’assistenza basata sul valore. Le farmacie possono sfruttare le loro analisi per monitorare gli esiti dei pazienti, i modelli di utilizzo dei farmaci e le percentuali di aderenza. Raccogliendo ed elaborando queste informazioni, le farmacie contribuiscono al miglioramento della qualità, identificano opportunità per interventi e migliorano l’assistenza ai pazienti. Così facendo, dimostrano il loro impegno verso l’assistenza basata sul valore.
La raccolta, l’analisi e l’utilizzo dei dati consentono ai farmacisti di prendere decisioni informate e di ottimizzare la cura dei pazienti in diversi modi:
personalizzazione della terapia – i dati sui pazienti, come anamnesi, risultati di test di laboratorio e informazioni sull’aderenza alla terapia, consentono di personalizzare la cura farmacologica, migliorando l’efficacia del trattamento;
controllo degli effetti collaterali – l’analisi dei dati sui pazienti permette di identificare tempestivamente gli effetti collaterali dei farmaci e di intervenire prontamente per prevenirli o gestirli in modo appropriato, riducendo così il rischio di complicazioni e migliorando la sicurezza del paziente;
monitoraggio dei risultati clinici – i dati clinici e di outcome offrono l’opportunità di valutare l’efficacia della terapia farmacologica e di apportare eventuali aggiustamenti per migliorare i risultati clinici, per esempio regolando il dosaggio dei farmaci o modificando la terapia in base alla risposta del paziente;
gestione delle risorse – l’analisi dei dati sui costi dei farmaci e sull’utilizzo delle risorse consente di identificare opportunità per ottimizzare l’efficienza del sistema sanitario, per esempio prescrivendo farmaci generici equivalenti o promuovendo pratiche di prescrizione basate sull’evidenza.
Ottimizzare il profitto e la customer retention
L’adozione di iniziative di cura basate sul valore non solo migliora i risultati sanitari dei pazienti, ma può anche portare benefici economici alle farmacie. Un approccio centrato sul valore consente di differenziarsi dalla concorrenza, migliorare la fedeltà dei clienti e generare ulteriori entrate.
Tra i modi per ottimizzare il profitto e la customer retention ci sono i servizi aggiuntivi, che può offrire la farmacia, come test di laboratorio, consulenza sulla salute mentale, screening genetici e monitoraggio delle terapie. Questi non solo generano entrate supplementari, ma migliorano anche l’esperienza del paziente e la percezione della farmacia come un punto di riferimento per la cura della salute. Importanti possono essere anche i programmi di fidelizzazione che incentivano i clienti a tornare alla stessa farmacia per le loro necessità sanitarie.
Offrire sconti, promozioni e premi ai clienti fedeli non solo aumenta le vendite, ma crea anche un legame emotivo con la farmacia, aumentando la probabilità di raccomandazioni e referenze positive. Infine, a incrementare le entrate possono contribuire anche le collaborazioni interprofessionali con altri fornitori di assistenza sanitaria, come medici, infermieri e servizi sociali, per offrire un approccio integrato alla cura del paziente. Queste collaborazioni migliorano la qualità della cura e possono generare nuove opportunità di business attraverso partnership.
da Redazione SoFarmaMorra | 11 Giugno 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacianews.it
Connessa, specializzata e in rete: sono queste le caratteristiche che gli italiani chiedono al presidio sanitario. È un auspicio espresso già da diversi anni. Ora anche alla luce della Missione 6 del Pnrr. L’idea di “andare online” è crescente. Vediamo strumenti e modalità
Questo approfondimento parte da una questione teoretica, filosofica. La filosofia, lo sappiamo, pone domande e tutto ciò può sembrare un controsenso rispetto al tema analizzato: chi vuole competere oggi sul mercato cerca risposte, analisi solide e ragionevoli prospettive. Tuttavia, la scelta di questo approccio, almeno inizialmente, è fondamentale.
Il primo step è sicuramente comprendere il “perché” di questa nuova tendenza. Il punto di inizio è la lucida e autorevole analisi di Luciano Floridi, professore ordinario di Filosofia ed etica dell’informazione all’Università di Oxford e “padre” della filosofia dell’informazione, che già nel “lontano” 2013 con “The Onlife Manifesto” coniò, appunto, il termine onlife.
Negli anni successivi, il dibattito su questa nuova definizione dell’esistenza umana avvenne solo ai massimi livelli tra intellettuali e scienziati. Passarono diversi anni prima che tale intuizione fosse realmente compresa su larga scala. Oggi onlife è di dominio pubblico e la voce compare sulla Treccani così: “dimensione vitale, relazionale, sociale e comunicativa, lavorativa ed economica, vista come frutto di una continua interazione tra la realtà materiale e analogica e la realtà virtuale e interattiva”. Poteva la dimensione relativa alla salute rimanere esclusa da questo fenomeno? Certo che no.
L’idea di “andare online” è dunque crescente, anche nel settore di farmacie e parafarmacie. Dal 2016, da quando esiste questa possibilità, le autorizzazioni ministeriali aumentano con un tasso di crescita medio annuo superiore al 30% con oltre 1.300 realtà abilitate alla vendita online di Otc e Sop. Per avere successo non basta avere una presenza digitale e prodotti di qualità. Gli utenti che visitano il sito della farmacia devono poter vivere un’esperienza di qualità e continuativa, altrimenti potrebbero facilmente abbandonare il sito e rivolgersi alla concorrenza.
La pagina prodotto, che spesso è il punto di ingresso dei clienti che vi arrivano tramite i motori di ricerca, vanno mantenuti sul sito mostrando valide alternative e prodotti che altri clienti hanno acquistato rispetto al criterio di ricerca. Ma anche le pagine statiche dovranno essere particolarmente curate. Quella del “chi siamo”, per esempio, è fondamentale: aiuta a creare un rapporto umano e di fiducia con l’utente.
«Per chi vuole iniziare, il primo step è capire quale tecnologia utilizzare per dare vita sin da subito a un progetto efficiente e scalabile», ci spiega Filippo Bacciocchi, Ceo di The Strategy e Marketing Manager di aziende specializzate sul marketing per e-commerce.
«Poi, è bene disporre di un catalogo ampio. Il mio consiglio è avere più di 15 mila prodotti, perché i competitor ne hanno a partire da questi numeri. Un altro aspetto fondamentale è creare rapporti diretti con alcuni fornitori. Quindi, non solo distributori, ma su qualche nicchia di categoria, per esempio integratori, omeopatia oppure su determinati brand, avere rapporti e condizioni agevolate. Questo per realizzare e sfruttare attività di co-brand, iniziative di marketing, bundle, cioè pacchetti di prodotti o servizi venduti insieme a un prezzo inferiore rispetto a un acquisto singolo e altro».
Se acquisire un cliente online oggi è relativamente facile (nel senso di fargli fare un primo acquisto sul proprio e-commerce), non è la stessa cosa farlo crescere in termini di “scontrino medio” e fidelizzarlo. «Può aiutare moltissimo strutturare un programma di fedeltà o loyalty program», aggiunge l’esperto.
«Oggi gli e-commerce di questo settore hanno difficoltà a marginare nel lungo periodo e far acquistare più volte lo stesso cliente, per cui c’è la necessità di trovare strategie e metodi facendo evolvere il modello di business con consulenze online, programmi annuali di prevenzione, una subscription dell’e-commerce in modo che l’utente, a fronte di un pagamento ricorrente, per esempio mensile, possa ricevere periodicamente a casa i propri prodotti».
La transizione al digitale a cui si sta assistendo è velocissima, tuttavia, è sempre necessaria una strategia di medio-lungo termine con una valutazione costante di quello che sta accadendo online. «Quello che serve», specifica il consulente, «è sicuramente definire i Kpi e su questi esercitare un controllo maniacale perché si tratta di dati e valori che mostrano l’efficacia con cui un’azienda sta raggiungendo gli obiettivi. Così come il monitoraggio delle metriche per la misurazione quantitativa di ciascun canale su cui s’investe: Facebook, Google Ads, Trovaprezzi, Kelkoo ecc. Poi, ancora, il rapporto di efficienza del marketing (Mer), per valutare la validità delle campagne.
Altri dati ancora: costo per acquisto per ciascun canale, frequenze di acquisto, scontrino medio, il Roas (Return on advertising spend) che misura l’efficienza degli investimenti pubblicitari. Tutto questo per poter riuscire a calcolare le marginalità per categorie e/o brand».
Il budget per avviare un e-commerce dipende da tanti fattori. Se si parte da zero, l’investimento iniziale per il primo anno con un profilo base può essere intorno ai 30 mila euro fino ad arrivare a 90 mila per i progetti più complessi e strutturati. La figura chiave in questo processo di crescita e sviluppo della farmacia è l’e-commerce manager. Si tratta di un professionista che si occupa prevalentemente di vendita e di monitoraggio delle relative performance, ma le sue competenze spaziano in numerosi altri ambiti, tra cui la definizione delle strategie (incluse le campagne promozionali), tenere l’e-commerce sempre aggiornato al passo con quelle che sono le varie tendenze nell’ambito dell’information technology ed effettuare costanti analisi di mercato per cogliere l’evoluzione dei vari trend di mercato.
Spetta sempre all’e-commerce manager occuparsi della logistica, per un sistema di spedizioni che sia puntuale per una questione di soddisfazione del cliente e la reputazione e la crescita sostenibile dell’attività. «Per raccogliere i dati dettagliati e precisi sul comportamento degli utenti sul sito, comprese le azioni di acquisto e i flussi di conversione, GA4 rappresenta un’importante evoluzione rispetto alla precedente versione di Google Analytics, soprattutto per quanto riguarda l’e-commerce», precisa a questo proposito Filippo Bacciocchi.
Marketing, piattaforme e metodi di pagamento
L’e-commerce manager può contare, oggi, su moderne tecnologie di marketing e pubblicità. Sulla base del rapporto “Ecommerce Italia 2023”, di Casaleggio Associati, il budget di marketing degli esercenti italiani è diviso tra attività pubblicitarie pure, come il Sem (24%), il display advertising (6%), attività di contenuto e relazione, come il Seo (14%), gestione dei social media (14%), l’e-mail marketing (9%).
Per la gestione delle metriche e analisi dei dati di traffico e dell’efficacia pubblicitaria il sistema più utilizzato è GA4, la risorsa gratuita di Google ma, si legge nel rapporto, sono emerse diverse alternative come StatCounter, Gauges, Simple Analytics, Fathom Analytics, Clicky, Matomo, Woopra, Heap, GoSquared, Hitsteps, Kissmetrics, Plausible, Piwik PRO, Independent Analytics, Content Square, Datatrics e Supermetrics. Oltre alle piattaforme tecnologiche più note come Magento e Prestashop, stanno crescendo le applicazioni software su Internet (modelli Saas) come Woocommerce, Shopify, Storeden, Wix Stores, SquareSpace, Salesforce e Ecwid.
Riguardo ai metodi di pagamento, per le aziende di e-commerce italiane la carta di credito è il mezzo di pagamento più diffuso (37%), seguita dai digital wallet (27%) e dal bonifico (10%). Stabili i pagamenti alla consegna (9%).
da Redazione SoFarmaMorra | 11 Giugno 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacista33.it
E’ stato introdotto un nuovo modello di cartellonistica sul numero verde 1522 per il sostegno alle vittime di violenza e stalking che andrà obbligatoriamente esposto anche nelle farmacie entro il 13 agosto prossimo.
Violenza o stalking, nuovo cartello informativo su numero 1522: obbligatorio esporlo entro 13 agosto
In seguito ad alcuni interventi normativi è stato introdotto un nuovo modello di cartellonistica sul numero verde 1522 per il sostegno alle vittime di violenza e stalking che andrà obbligatoriamente esposto anche nelle farmacie entro il 13 agosto prossimo.
Il nuovo cartello, definito dal DPCM 11 aprile 2024, che modifica il DPCM del 30 ottobre 2020, deve riportare la dicitura: “Sei vittima di violenza o stalking? Non sei sola. Chiama il 1522 Numero antiviolenza e stalking”. Il cartello è disponibile in diverse lingue: inglese, spagnolo, francese, tedesco, arabo, cinese, russo, portoghese, rumeno e bengali. È obbligatorio esporre il cartello entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto, ovvero entro il 13 agosto 2024.
Il modello grafico del cartello è allegato al decreto ed è scaricabile gratuitamente dai siti istituzionali del Governo (www.governo.it), del Dipartimento per le pari opportunità (www.pariopportunita.gov.it), del Ministero dell’interno (www.interno.gov.it) e del Ministero dell’economia e delle finanze (www.mef.gov.it).
Oltre agli uffici delle pubbliche amministrazioni, il cartello dovrà essere esposto anche nelle farmacie entro il 13 agosto prossimo. Questo obbligo, introdotto dalla legge di bilancio 2020, mira a garantire un accesso più facile e immediato al numero verde 1522 per chi necessita di supporto contro la violenza e lo stalking.
Federfarma sottolinea che nonostante non siano previste sanzioni per la mancata esposizione, l’importanza sociale dell’iniziativa e il ruolo fondamentale delle farmacie come punti di riferimento per la comunità rendono fortemente consigliata l’affissione del cartello in modo ben visibile.
da Redazione SoFarmaMorra | 11 Giugno 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farma7.it
Nel disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri, di cui abbiamo parlato ieri qui, il Governo introduce non soltanto le misure ritenute utili a ridurre le liste d’attesa e al rispetto dei Lea, ma anche una serie di provvedimenti per rendere il Ssn più vicino ai bisogni della popolazione.
Tra i 15 articoli del disegno di legge il n. 10 riporta le “Disposizioni per promuovere l’erogazione dei servizi in farmacia”, riconoscendo così il suo ruolo di “centro sociosanitario polifunzionale a servizio della comunità e punto di raccordo tra ospedale e territorio e front-office del Servizio sanitario nazionale”. Qui di seguito riportiamo l’analisi effettuata da “Quotidiano Sanità”.
Il comma 1 interviene sull’articolo 1, comma 2 del predetto decreto legislativo, ampliando la gamma dei servizi assicurati dalla rete delle farmacie territoriali. Ciò si spiega alla luce dell’esigenza di adeguare il dato normativo alle diverse realtà già esistenti in via sperimentale e alle misure stabilite dai protocolli d’intesa sottoscritti durante la fase pandemica, derivante dalla diffusione del Sars-Cov-2, al fine di semplificare l’acceso del cittadino a una serie di servizi in ambito sanitario.
In particolare, la modifica di cui alla lettera a) consente la possibilità per le farmacie di dispensare per conto delle strutture sanitarie, nell’ambito del servizio di assistenza domiciliare integrata, non soltanto i farmaci di cui all’articolo 8, comma 1, lettera a) del decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito con modificazioni dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, ma anche i dispositivi medici necessari al trattamento dei pazienti.
La modifica di cui alla lettera b) rimuove i vincoli che consentivano di eseguire in farmacia le prestazioni analitiche di prima istanza soltanto se rientranti nell’ambito dell’autocontrollo. Ciò consentirebbe di ottenere in farmacia risultati analitici di prima istanza, spesso dirimenti nelle diagnosi mediche, soprattutto in favore di quei cittadini che non hanno la possibilità di spostarsi fino al centro più vicino. Tale intervento risulta indispensabile per assicurare un servizio sanitario di prossimità in ottica Pnrr.
La modifica di cui alla lettera c) porta a compimento il coinvolgimento delle farmacie e dei farmacisti nella rete di prevenzione vaccinale, già sperimentato durante l’emergenza sanitaria, prevedendo la somministrazione di vaccini previsti nel Piano nazionale Prevenzione vaccinale, anche nei confronti dei soggetti di età non inferiore ai dodici anni.
Ciò si realizza anche sulla base di alcune esperienze regionali, come quella della Regione Lombardia che prevede la possibilità di somministrare il vaccino antinfluenzale per i soggetti di età superiore ai sei anni o delle Marche, dove è in atto la sperimentazione della vaccinazione Herpes Zoster. Si prevedono, altresì, le modalità organizzative, strutturali e logistiche funzionali ad assicurare le migliori tutele igienico-sanitarie e di tutela della riservatezza nei confronti dell’utenza.
Con la modifica di cui alla lettera d) si introduce la lettera e-quinquies) e la lettera e-sexies). La proposta mira ad inserire un altro servizio in farmacia, sulla base dell’esperienza della Regione Emilia-Romagna, consentendo al farmacista di effettuare i test per la rilevazione dell’infezione batterica, nonché per la rilevazione della proteina C-reattiva (Pcr) nel sangue per valutare il decorso e l’entità di un processo infiammatorio o per determinare l’efficacia di una scelta terapeutica. Inoltre, la determinazione della Pcr può essere utile per una migliore appropriatezza prescrittiva degli antibiotici, riducendo così l’uso non appropriato di antibiotici senza correre il rischio di non trattare, se opportuno, i pazienti che hanno delle esacerbazioni acute della broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco).
Si prevede, altresì, che le farmacie possano erogare i servizi di telemedicina, fermo restando il rispetto dei requisiti funzionali e dei livelli di servizio indicati nelle linee guida. Tale servizio era peraltro già previsto nell’Accordo Stato-Regioni del 17 ottobre 2019 sulle “Linee di indirizzo per la sperimentazione dei nuovi servizi nella farmacia di Comunità”.
I commi 2, 3, 4 e 5 introducono disposizioni specifiche in materia di organizzazione delle farmacie che intendono offrire servizi sanitari diversi dalla dispensazione dei farmaci o di altri prodotti. In particolare, il comma 2 consente a tali farmacie di utilizzare locali separati da quelli ove è ubicata la sede farmaceutica. La disposizione prevede, inoltre, che in detti locali è vietato il ritiro delle prescrizioni mediche e qualsiasi dispensazione o vendita di farmaci o di altri prodotti.
Il comma 3 prevede che l’erogazione dei servizi sanitari in detti locali è soggetta all’autorizzazione da parte dell’amministrazione sanitaria territorialmente competente, che ne accerta i requisiti di idoneità igienico-sanitaria, verifica l’ubicazione dei locali stessi nell’ambito della sede farmaceutica di pertinenza prevista in pianta organica e accerta che essi siano situati a una distanza non inferiore a duecento metri dalle altre farmacie e dai locali ove sono svolti i servizi sanitari di pertinenza di altre farmacie. La distanza è misurata per la via pedonale più breve tra soglia e soglia.
Il comma 4 dispone che, al fine di consentire ai cittadini un’immediata identificazione dei servizi sanitari offerti in detti locali, i soggetti titolari di farmacia appongono presso di essi, oltre alla croce verde identificativa della farmacia, un’insegna riportante la denominazione “Farmacia dei servizi” e forniscono idonea informazione sulla esatta identificazione dei soggetti titolari di farmacia che offrono i servizi.
Da ultimo -allo scopo di favorire l’aggregazione professionale e implementare l’offerta dei servizi a tutela della salute del cittadino- la proposta normativa prevede al comma 5 che due o più farmacie, di proprietà di soggetti differenti, possono esercitare in comune i servizi sanitari previa stipula del contratto di rete. L’autorizzazione all’utilizzo dei locali da parte delle farmacie che hanno stipulato il contratto di rete è rilasciata al rappresentante di rete.
In relazione al comma 6, si segnala che l’attuale previsione dell’articolo 34 del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, consente di acquisire il complesso dei dati individuali, in forma anonima, di consumo dei seguenti medicinali:
medicinali soggetti a prescrizione medica (non su ricetta Ssn);
medicinali soggetti a prescrizione medica speciale (fuori dal ricettario Ssn);
medicinali non soggetti a prescrizione medica, comprendenti i medicinali da banco o di automedicazione;
restanti medicinali non soggetti a prescrizione medica
parafarmaci registrati come dispositivi medici;
farmaci comunque dispensati dalle farmacie nelle forme della distribuzione per conto (Dpc).
da Redazione SoFarmaMorra | 4 Giugno 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.pharmaretail.it
“Dottor Google”? In Italia è sempre più amato
Internet è “l’oracolo per gli italiani” quando si cercano informazioni sulla salute. È il titolo dell’articolo con cui l’agenzia di stampa Adn Kronos riporta i dati emersi dalla survey Nomisma presentata in occasione dell’evento ‘About Health. Dati, norme e strategie di web marketing per il settore salute’ organizzato a Bologna con la collaborazione dello Studio Legale Delli Ponti e della web agency Noetica.
Secondo i dati della ricerca, il 42% degli italiani si rivolge a siti web specializzati e il 38% a Google; il medico di base viene coinvolto dal 56% degli italiani che vogliono saperne di più su aspetti sanitari.
E per individuare la struttura sanitaria a cui rivolgersi gli italiani si affidano ancora a Google (47%), anche se il passaparola rimane il principale canale di informazione (55%). Dall’indagine emerge anche che, negli ultimi anni, “Google è diventato per gli italiani uno strumento irrinunciabile” e “un touch point utilizzato principalmente nella ricerca di risposte rapide e chiare riguardo disturbi o sintomi (52% degli italiani), di strutture, prestazioni o servizi di interesse (44%), nonché di informazioni e chiarimenti in tema di prevenzione (32%). Tra i contenuti più apprezzati tra gli utenti online figurano le interviste agli specialisti (58%) e gli articoli di approfondimento pubblicati su blog e siti specializzati (53%)”.
Nella scelta della struttura a cui rivolgersi: “le esperienze altrui giocano un ruolo significativo e ciò si nota anche dal numero di italiani che considerano fondamentali le recensioni lasciate da altri clienti (69%)”. Tra i fattori che più influenzano la decisione: la presenza di agevolazioni economiche (88%), come convenzioni con aziende, enti o associazioni; la possibilità di consultare i referti online (76%) e di prenotare visite online sul sito della struttura (73%); la presenza di un servizio di assistenza clienti rapido e soddisfacente (73%).
Tra i temi indagati dalla ricerca, c’è anche la sensibilità dei nostri connazionali sul tema della sicurezza dei dati sanitari. “L’83% degli italiani – emerge – ritiene importante il rispetto della privacy e della sicurezza dei propri dati sanitari, e ben l’81% considera fondamentale ricevere informazioni chiare sulle modalità di trattamento degli stessi. Trattamenti non corretti e violazioni influiscono sul rapporto di fiducia tra pazienti e strutture sanitarie, con quasi 3 italiani su 10 che non tornerebbero in strutture che hanno subìto una violazione di dati”.
da Redazione SoFarmaMorra | 4 Giugno 2024 | Mondo Farmacia
Fonte: www.pharmaretail.it
Inquinamento, produzione ed esposizione prolungata ai pollini, innalzamento delle temperature, alluvioni e condizioni meteorologiche estreme sono conseguenze del cambiamento climatico che stanno influenzando la salute umana e gli italiani ne sono consapevoli.
Secondo una ricerca di Human Highway per Assosalute (Associazione farmaci di automedicazione), presentata all’evento “Cambiamenti Climatici: quali gli effetti sulla salute?”, il 78,5% degli italiani dichiara di aver sentito parlare (in diversi contesti: TV, radio, giornali, on line, al bar, tra amici) e/o di essersi interrogato sulla relazione tra salute e cambiamento climatico e degli effetti che gli agenti atmosferici possono avere sul benessere delle persone.
Sintomi in crescita negli ultimi anni
Secondo i dati dell’indagine, quasi 1 italiano su 2 (47%) è convinto che, allo stato attuale, il cambiamento climatico abbia già delle gravi conseguenze sulla salute di tutti, non solo dei soggetti vulnerabili: a essere più in allarme, le donne (84,2% vs il 64,4% degli uomini).
L’esposizione e, di conseguenza, la conoscenza del tema, aumenta con l’età: è relativamente più bassa tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni (68,6%) e molto alta tra gli over 65 (84%). Tuttavia, a essere più preoccupati del fatto che il cambiamento climatico possa avere gravi conseguenze per la salute di tutti sono non solo gli over 65 (53,5%), ma proprio i giovanissimi (50,7%), mentre il problema è meno sentito dai 45-54enni (39,6%).
L’84,2% degli italiani riconosce nelle conseguenze dei cambiamenti climatici le cause dei piccoli disturbi, in particolare: stanchezza diffusa (comune al 46,9% del campione e soprattutto tra le donne (52,9% contro il 40,9% di uomini), malesseri muscolo-scheletrici dovuti agli sbalzi termici (33,2%), sintomi influenzali fuori stagione (30%), e allergie prolungate (29,1%). Se la popolazione più anziana è maggiormente affetta da disturbi muscolo-scheletrici dovuti agli sbalzi termici, i giovani sono invece più suscettibili a influenze e allergie fuori stagione. Si tratta di sintomi molto comuni e in crescita negli ultimi anni: il 75% delle persone con stanchezza diffusa riporta un peggioramento rispetto al passato, mentre il 60% osserva un aumento dei malesseri legati agli sbalzi termici, alle influenze fuori stagione e alla disidratazione causata dal caldo improvviso.
«Sono molte le trasformazioni a cui si sta assistendo e che portano ad avere conseguenze sulla salute: la fioritura delle piante, ad esempio, o la stagionalità dei pollini, con conseguenze sul calendario delle allergie, o, ancora, su quella delle epidemie», ha spiegato Claudio Cricelli (nella foto), presidente emerito di Simg (Società italiana di medicina generale e delle cure primarie). «Negli ultimi mesi e anni abbiamo osservato picchi di malattie respiratorie acute, particolarmente evidenti in aprile, come avvenuto quest’anno, e con sintomi che persistono per un periodo più prolungato (2-3 settimane). Tutto ciò ci fa riflettere sull’esistenza di una correlazione tra il clima e l’andamento delle epidemie, un tema su cui la ricerca scientifica sta già cominciando a fornire alcune risposte ma su cui è necessario approfondire».
In caso di piccoli disturbi correlati ai cambiamenti climatici, gli italiani si rivolgono al medico (45,2%) e fanno ricorso ai farmaci di automedicazione (25,1%), a cui si tende ad affidarsi all’aumentare dell’età, soprattutto tra i 45-54enni. Il 20,9% si affida al consiglio del farmacista. Solo l’11,7% cerca informazioni su sintomi e rimedi on line, comportamento molto diffuso tra gli under 24, mentre una quota simile (11,9%) non fa nulla, aspettando che il sintomo passi da sé.
Per quanto riguarda la prevenzione dei piccoli disturbi legati ad agenti atmosferici e stagionali anomali la ricerca evidenzia quanto gli italiani diano importanza agli stili di vita. Infatti, il primo comportamento attivato da quasi 1 italiano su 2 (49,1%) è quello più immediato, ovvero intervenire su alimentazione e idratazione, mangiando e bevendo correttamente. Altri comportamenti, come evitare ambienti affollati/inquinati, fughe nella natura e intervenire sul sonno, hanno un peso sostanzialmente simile e sono attuati in 1 caso su 5.
La pratica di sport e attività fisica per prevenire i piccoli disturbi è più diffusa tra gli uomini (37,2% vs. 26,2% tra le donne) mentre per le donne è (ancora) più comune intervenire su alimentazione e idratazione ma anche su altri aspetti come abbigliamento, sonno, evitare ambienti affollati/inquinati.
L’innalzamento delle temperature è ormai un fenomeno incontestabile, e Cricelli ha rimarcato la necessità di prenderne consapevolezza e di prepararsi ad affrontare stagioni più lunghe di caldo in modo adeguato, tenendo conto delle diverse esigenze legate all’età e al proprio quadro clinico di partenza, in vista dell’estate.