da Redazione SoFarmaMorra | 13 Novembre 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacianews.it
Ottenere un posizionamento marketing efficace attraverso l’analisi degli elementi salienti che portano allo sviluppo di una strategia. È necessario costruire una posizione riconoscibile e distintiva nel mercato, che influenzi le decisioni di acquisto
Nel contesto competitivo odierno, le farmacie non possono limitarsi a essere semplici punti vendita di farmaci. Devono distinguersi, creare un’identità ben definita e posizionarsi strategicamente nella mente dei consumatori per emergere tra i concorrenti
Il posizionamento marketing è un concetto fondamentale in questo processo, rappresenta la capacità di un’azienda di occupare uno spazio unico nella mente del proprio pubblico target, trasmettendo valori distintivi e rispondendo in modo adeguato alle loro esigenze.
L’analisi del processo
La strategia di posizionamento marketing è il processo attraverso il quale un’azienda definisce l’immagine e il valore che vuole trasmettere ai propri clienti ideali, non solo in termini di prodotto o servizio, ma anche in termini di esperienza complessiva. Si tratta di costruire una posizione riconoscibile e distintiva nel mercato, che influenzi le decisioni d’acquisto del cliente.
Nell’ambito farmaceutico, il posizionamento marketing assume un ruolo ancora più critico, visto il forte sviluppo dei canali concorrenti. Il posizionamento ideale deve emergere chiaramente non solo nella comunicazione, ma anche nell’esperienza offerta al cliente, nei servizi disponibili e nell’assortimento dei prodotti. Una farmacia non è più solo un luogo dove si acquistano farmaci da banco o prescritti, ma oggi è diventata un centro di consulenza per il benessere e la salute del cliente.
Per una farmacia, stabilire un posizionamento efficace significa rispondere a due domande cruciali:
qual è il valore che offro ai miei clienti;
perché i clienti dovrebbero scegliere la mia farmacia invece di quella del mio concorrente.
Rispondere a queste domande richiede una profonda comprensione del mercato, dei consumatori e dei competitor. Solo così sarà possibile sviluppare un posizionamento chiaro, differenziato e sostenibile nel tempo.
Come individuare il cliente ideale
Per posizionarsi correttamente, è essenziale avere una chiara idea di chi sia il cliente ideale. Non è sufficiente rivolgersi genericamente a “chiunque abbia bisogno di farmaci”. Una farmacia di successo deve individuare e comprendere a fondo il proprio target di riferimento, ovvero quel gruppo di persone con esigenze e aspettative specifiche a cui è in grado di rispondere meglio rispetto ai concorrenti.
La definizione del cliente ideale passa attraverso una serie di passaggi.
analisi dei dati demografici: età, genere, professione, reddito e area geografica sono i primi dati da considerare. Per esempio, una farmacia situata in un quartiere residenziale avrà clienti molto diversi rispetto a una farmacia situata in un’area turistica o vicino a un ospedale;
esigenze specifiche di salute: alcune farmacie potrebbero specializzarsi in farmaci per patologie croniche, integratori naturali, prodotti omeopatici o farmaci veterinari. Comprendere le esigenze specifiche di salute dei propri clienti aiuta a focalizzare l’offerta e ad attrarre un pubblico fedele e soddisfatto;
comportamenti d’acquisto: cosa spinge i clienti a scegliere una farmacia rispetto a un’altra? Potrebbe essere la posizione, il prezzo, la consulenza personalizzata o l’assortimento di prodotti specifici. È importante identificare questi fattori per poterli utilizzare nella strategia di posizionamento;
psicografia e stile di vita: anche gli aspetti più soggettivi legati alle preferenze personali, ai valori e agli stili di vita giocano un ruolo cruciale. Per esempio, una farmacia che punta alla sostenibilità può attrarre clienti attenti all’ambiente, mentre una farmacia che investe nella tecnologia potrebbe attirare una clientela più giovane e dinamica.
L’obiettivo finale è creare un “target persona”, ovvero una rappresentazione fittizia del cliente ideale che ne sintetizza tutte queste caratteristiche. Questo permetterà alla farmacia di adattare la propria comunicazione e il proprio assortimento di prodotti alle reali esigenze di un pubblico ben definito, aumentando così le probabilità di fidelizzazione.
da Redazione SoFarmaMorra | 11 Novembre 2024 | Mondo Farmacia
Come funziona l’aerosol? Uno degli accessori medici più usati e più comuni è l’aerosol. Uno strumento che abbiamo usato fin dalla tenera età e che ci accompagna specialmente nella stagione invernale, quando abbiamo necessità di liberare le vie respiratorie in caso di naso chiuso o infezioni di varia origine e gravità.
COME FUNZIONA L’AEROSOL?
Il funzionamento dell’aerosol è molto semplice: è un apparecchio che nebulizza i farmaci per renderli “respirabili”, secondo il principio dell’aerosolterapia. L’aerosolterapia si basa sul curare le infezioni respiratorie stimolando proprio l’apparato respiratorio.
Il nebulizzatore (il macchinario da cui è costituito l’aerosol) trasforma i farmaci liquidi in particelle impercettibili, preservandone i principi attivi. Le particelle, una volta nebulizzate, passano attraverso un tubo in silicone (chiamato respiratore) che si fa aderire al viso, coprendo naso e bocca.
Le vie respiratorie quindi vengono chiuse, facendo sì che la persona malata respiri solo il principio attivo del farmaco. Questo, una volta respirato, passa per la laringe e raggiunge bronchi e polmoni. È proprio questo passaggio che consente alle mucose delle vie aeree di assorbire il farmaco, dando quindi inizio alla terapia.
QUANDO FARLO?
Ecco una domanda molto interessante: quando fare l’aerosolterapia? Sicuramente non sempre e, specialmente noi di Pensavital vi suggeriamo sempre di chiedere consiglio al vostro medico curante.
L’aerosol è consigliato dai medici quando sono presenti o in corso infiammazioni e infezioni delle vie aeree, quindi raffreddore molto forte, naso chiuso, tosse secca, tosse con catarro e bronchite.
A seconda dei farmaci che vengono utilizzati, può avere diverse azioni, ad esempio in caso di tosse secca di origine allergica, può essere utile sottoporsi ad un ciclo di aerosol per calmare e decongestionare.
COSA METTERCI?
Come abbiamo detto, prima di iniziare un ciclo di aerosol è sempre bene chiedere consiglio al proprio medico curante, che individuerà i principi attivi più adatti alle diverse esigenze.
In generale, possiamo dire che all’interno dell’aerosol è spesso inserita una soluzione fisiologica e un farmaco:
mucolitico: per sciogliere il muco e favorire l’espulsione di catarro
antibiotico: per calmare le infezioni delle vie aeree superiori, come ad esempio la bronchite
cortisonici: per alleviare le infiammazioni ed eventuali reazioni allergiche. Si usa specialmente in presenza di tosse secca e stizzosa
antiallergico preventivo: utilissimo per chi soffre di allergie stagionali o a elementi come la polvere
broncodilatatori: per favorire un corretto e sufficiente introito d’aria. Molto utile per chi soffre d’asma
COME SI RESPIRA CORRETTAMENTE?
Ora che abbiamo visto come funziona l’aerosol, dobbiamo chiederci come respirare e la risposta è: in modo del tutto naturale.
Si ispira dal naso e si espira dalla bocca ma, in caso di catarro, è consigliato inspirare anche dalla bocca per fare in modo che i principi attivi dei farmaci usati vengano assorbiti direttamente dalla zona da curare.
TIPI DI AEROSOL
Esistono diverse tipologie di apparecchi per aerosol, che cambiano in base a velocità, potenza e accessori: esistono infatti “boccagli” con dimensioni diverse per adulti e bambini.
Aerosol a pistone – il compressore emette un flusso d’aria che, entrando nell’ampolla che contiene il farmaco, nebulizza le particelle con il principio attivo.
Aerosol a ultrasuoni – la nebulizzazione avviene grazie a una corrente ad alta frequenza che divide il farmaco in tante piccole gocce.
da Redazione SoFarmaMorra | 6 Novembre 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.pharmaretail.it
Addio ricette cartacee: tutte le prescrizioni diventano digitali, anche quelle a carico dei cittadini
Con l’approvazione della nuova manovra di bilancio, tutte le ricette mediche in Italia – incluse quelle per i farmaci a carico dei cittadini – diventeranno esclusivamente digitali, segnando la fine definitiva delle ricette cartacee. Questa misura, che entrerà in vigore entro fine anno con la pubblicazione in Gazzetta, renderà obbligatoria la prescrizione in formato elettronico per tutti i farmaci, con l’obiettivo di migliorare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva e di alimentare il Fascicolo Sanitario Elettronico.
La digitalizzazione delle ricette rosse era già stata introdotta in via sperimentale durante la pandemia, abitudine a cui molti italiani si sono ormai ampiamente adattati. Con la nuova normativa che estende la digitalizzazione anche alla “bianca”, alcuni farmaci, come sonniferi e tranquillanti, non potranno comunque essere dematerializzati quindi per questi i medici di famiglia continueranno a stampare le prescrizioni.
Persistono però i malfunzionamenti della piattaforma
In parallelo alla spinta verso la digitalizzazione totale delle ricette, persistono malfunzionamenti nella piattaforma per le prescrizioni di farmaci attraverso le ricette elettroniche dematerializzate che stanno creando disagi sia per i cittadini sia per le farmacie. Come riportato da Federfarma, queste difficoltà sono particolarmente sentite nelle aree interne, dove l’assenza del medico di medicina generale può complicare ulteriormente la gestione delle prescrizioni. Gianni Petrosillo, presidente del Sunifar, ha evidenziato che i problemi tecnici si verificano con frequenza nelle regioni in cui le prescrizioni passano sia dal Sistema di Accoglienza Centrale (Sac) che dai Sistemi di Accoglienza Regionali (Sar). Questo doppio passaggio, non presente in tutte le regioni, può interrompere l’accesso del farmacista alle prescrizioni nel momento in cui il Sac si blocca, aggravando la situazione.
Petrosillo ha anche richiamato l’attenzione sulla necessità di rivedere il sistema del “promemoria” introdotto dopo il Covid, che riporta solo il Numero di Ricetta Elettronica (Nre) senza specificare il farmaco prescritto. Questo promemoria, portato dal paziente in farmacia, non permette al farmacista di risalire direttamente al farmaco in caso di blocco dei sistemi digitali. Petrosillo suggerisce un ritorno a un sistema in cui la ricetta dematerializzata riporti anche il nome del farmaco, consentendo al farmacista di dispensarlo come fosse una ricetta cartacea in situazioni di emergenza.
L’insieme di questi malfunzionamenti e criticità tecniche ha sollevato dubbi e preoccupazioni tra i farmacisti e i cittadini, portando i rappresentanti di categoria a chiedere un rinvio della completa dematerializzazione delle ricette, incluse quelle non a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), come previsto dalla Legge di Bilancio.
da Redazione SoFarmaMorra | 6 Novembre 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacista33.it
Dalla sindrome associata all’uso prolungato di dispositivi elettronici alla congiuntivite lieve: sono diversi i disturbi per i quali ci si reca in farmacia. I consigli da dare al banco
di Sabina Mastrangelo
Salute dell’occhio: dalla secchezza oculare alla congiuntivite lieve: i consigli da dare al banco
L’uso prolungato di device digitali può provocare sintomi a livello oftalmico, come secchezza oculare, mal di testa e vista offuscata. Questi effetti possono manifestarsi sia negli adulti che nei bambini. I farmacisti, in questo ambito, hanno un ruolo chiave nel consigliare prodotti di automedicazione per patologie oftalmiche lievi o nell’inviare il paziente a una valutazione specialistica. Ad affrontare il tema è un articolo su PharmacyTimes curato da Yvette Terrie.
L’importanza della cura degli occhi
Una cura degli occhi di routine è essenziale per mantenere la salute generale e ridurre o trattare vari disturbi oftalmici, che possono influire negativamente sulla vista e sulla qualità della vita correlata alla salute. L’uso prolungato e continuo dei dispositivi elettronici, come cellulari, computer e tablet, contribuisce ad aggravare i problemi oftalmici, tanto che l’American Optometric Association ha identificato una sindrome particolare associata all’uso di device, la Digital Eyestrain Syndrome (DES) o Computer Vision Syndrome (CVS), che può aumentare il rischio di soffrire di secchezza oculare, con occhi rossi e pruriginosi, nonché mal di testa, vista offuscata, sensazione di corpo estraneo negli occhi, irritazione, lacrimazione, fotofobia, affaticamento degli occhi e strabismo.
I disturbi più comuni per i quali ci si rivolge in farmacia
Accanto alla DES, spesso le persone si rivolgono al farmacista per chiedere consigli sulla sindrome dell’occhio secco (DED), nel qual caso, secondo l’esperta, è consigliabile raccomandare di rivolgersi al medico di medicina generale o a uno specialista per determinarne la causa e per verificare che l’autogestione sia appropriata. Altri comuni problemi oftalmici che possono essere trattati autonomamente includono: congiuntivite allergica da lieve a moderata, edema corneale, blefarite e dermatite da contatto della palpebra. Anche in questi casi, i pazienti dovrebbero essere incoraggiati a chiedere un consulto medico.
Il consiglio del farmacista
Oltre a indicare di rivolgersi al medico nei casi più gravi, i farmacisti possono avere un ruolo nell’identificare medicinali che possono contribuire ad aggravare comuni patologie oftalmiche e fornire raccomandazioni cliniche in base alle esigenze del paziente. Inoltre, questi operatori sanitari possono educare i pazienti sull’importanza della salute oftalmica e istruirli sulla corretta somministrazione di farmaci oftalmici, sulla loro conservazione e preparazione, sul corretto dosaggio, sulla frequenza di somministrazione e sulla durata di utilizzo consigliata.
I farmacisti, poi, dovrebbero ricordare ai pazienti l’importanza di sottoporsi a esami oculistici di routine, soprattutto nei casi di cataratta, retinopatia diabetica, glaucoma e degenerazione maculare correlata all’età, oltre che di mantenere una dieta sana e fare frequenti pause quando si passa tanto tempo davanti allo schermo durante il giorno. Infine, i farmacisti dovrebbero incoraggiare i pazienti a discutere dei fattori di rischio per patologie oculari con il loro medico di base, per preservare la vista.
da Redazione SoFarmaMorra | 6 Novembre 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacista33.it
Federfarma ha messo a disposizione dei titolari di farmacia un vademecum per supportarli nel garantire la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro e il rispetto delle normative vigenti
di Redazione Farmacista33
Sicurezza luoghi di lavoro. Aggiornamento vademecum per titolari di farmacia: adempimenti per la salute e il rispetto delle norme
È stato aggiornato il vademecum per supportare i titolari di farmacia nel garantire la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro e il rispetto delle normative vigenti. Fornisce istruzioni dettagliate sugli obblighi di legge per i datori di lavoro, includendo anche ruoli specifici e misure di sicurezza. La Federfarma lo ha messo a disposizione degli associati con l’obiettivo di “informare i titolari di farmacia sugli adempimenti e gli obblighi in materia di tutela della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro”. il documento è stato redatto “tenendo conto dell’orientamento fornito da Federfarma, nel corso degli anni, mediante le proprie circolari”. Questi, in sintesi, i principali argomenti trattati nell’edizione aggiornata a ottobre 2024.
Obblighi del datore di lavoro
Il vademecum si applica a tutti i lavoratori delle farmacie, con alcune limitazioni per lavoratori autonomi e collaboratori familiari, per i quali valgono soltanto le norme relative all’uso di attrezzature conformi e dispositivi di protezione individuale (DPI).
Per il datore di lavoro sono previsti obblighi. Tra questi quello di valutare i rischi e redigere un Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), adottare le misure di prevenzione, e nominare un medico competente per la sorveglianza sanitaria quando necessario. Deve inoltre designare responsabili per la prevenzione, lotta antincendio e primo soccorso, e informare l’INAIL di eventuali infortuni e dell’identità del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS)
I titolari di farmacia devono fornire informazioni adeguate sui rischi connessi all’attività e formare i lavoratori in materia di sicurezza. La formazione è obbligatoria al momento dell’assunzione, cambiamenti di mansione o introduzione di nuove attrezzature e deve svolgersi durante l’orario lavorativo. La durata minima di formazione è di otto ore, da aggiornare ogni cinque anni.
Nel computo dei lavoratori per definire specifici obblighi, sono esclusi familiari collaboratori, tirocinanti, e lavoratori autonomi. Il computo, chiarisce il vademecum, è particolarmente rilevante per società con più sedi: in questi casi, tutti i dipendenti delle farmacie sono considerati come un’unità per applicare le misure di sicurezza e salute.
Figure chiave nella gestione della sicurezza
Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi (RSPP) – coordina il servizio di prevenzione e protezione dai rischi, garantendo l’implementazione delle misure di sicurezza secondo il Decreto Legislativo 81/2008. L’RSPP può essere il titolare della farmacia o un soggetto esterno formato e per chi ricopre questo ruolo, è previsto un corso di formazione specifico.
Il preposto – supervisiona l’attività lavorativa e l’attuazione delle direttive di sicurezza, assicura che le normative di sicurezza siano rispettate dai lavoratori e segnala eventuali irregolarità. In aziende con una struttura semplice, tale ruolo può essere ricoperto direttamente dal datore di lavoro, previa formazione specifica.
Sorveglianza sanitaria e medico competente – il medico competente esegue visite preventive e periodiche per monitorare lo stato di salute dei lavoratori, collaborando con il datore di lavoro nella valutazione dei rischi. La nomina del medico è obbligatoria in alcune situazioni, ad esempio per farmacie con laboratori galenici. Il documento sottolinea che va verificata la natura delle attività svolte da ciascuna farmacia per stabilire se ci sono i presupposti che rendono necessaria la sorveglianza ma ricorda che è obbligatoria in caso di uso di videoterminali, rischio chimico, lavoro notturno, somministrazione di vaccini, prelievo di sangue capillare, mentre è eventuale se si effettuano tamponi o in presenza di laboratorio galenico
Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza – è un rappresentante eletto dai lavoratori per vigilare sulla sicurezza sul lavoro. Non è obbligatorio per il datore di lavoro nominarlo, ma qualora non fosse presente, le funzioni sono svolte dal rappresentante territoriale. L’RLS riceve una formazione specifica di 32 ore, con aggiornamenti periodici per mantenere il ruolo.
Addetto al primo soccorso – In ogni farmacia è obbligatorio avere un addetto al primo soccorso, formato secondo i requisiti del DM 388/2003. La formazione deve essere aggiornata ogni tre anni e può essere svolta dallo stesso datore di lavoro qualora abbia completato il corso richiesto. Il primo soccorso deve essere adeguatamente attrezzato per la gestione di emergenze sanitarie.
Addetto all’antincendio e alla gestione dell’emergenza – è formato per operare in caso di incendio e per garantire la manutenzione degli impianti antincendio. Le farmacie con più di dieci lavoratori o con una superficie significativa devono redigere un piano di emergenza con esercitazioni annuali.
Attività e controlli periodici
Impianti Elettrici – l’impianto elettrico va verificato tramite l’installatore e vanno effettuate manutenzioni periodiche. Le farmacie che utilizzano apparecchi elettromedicali devono sottoporre gli impianti a verifica biennale, mentre quelle che non utilizzano tali apparecchiature necessitano di una verifica quinquennale.
Attrezzature da lavoro – Le attrezzature devono essere sicure e conformi alle norme vigenti. I lavoratori devono ricevere adeguate informazioni sul loro uso corretto e i DPI devono essere forniti laddove necessario per ridurre i rischi. La segnaletica è obbligatoria per indicare i rischi non eliminabili.
Riunione Periodica – Le farmacie con oltre 15 dipendenti devono convocare una riunione annuale per discutere di sicurezza e prevenzione dei rischi. Il datore di lavoro, il RSPP, il medico competente e il RLS partecipano a questo incontro per individuare soluzioni migliorative della sicurezza sul lavoro
da Redazione SoFarmaMorra | 4 Novembre 2024 | Mondo Farmacia
Noi di Pensavital cerchiamo di divulgare uno stile di vita sano che porti al benessere fisico e mentale e spesso ci confrontiamo con persone di tutte le età che soffrono di mal di schiena da anni, ecco quindi 5 esercizi per il mal di schiena!
IL MAL DI SCHIENA
Il mal di schiena è un dolore molto debilitante che, oltre a non permetterci di svolgere le attività quotidiane con serenità, ci costringe anche ad assumere posizioni scorrette che non fanno altro che peggiorare la situazione.
Come prevenire il mal di schiena? L’unico modo è mantenere una postura corretta e allenare i muscoli della schiena.
Chi soffre spesso di mal di schiena tende ad evitare l’attività fisica, un grave errore perché è proprio la mancanza di muscolatura a peggiorare la situazione.
Per questo motivo è importante fare qualche esercizio, noi di Pensavital ne abbiamo selezionati 5. Ci teniamo, però, a ricordare che se soffrite di dolori acuti dovete rivolgervi al vostro medico curante, che vi indirizzerà verso un buon fisioterapista per una ginnastica posturale mirata.
5 ESERCIZI PER IL MAL DI SCHIENA
Una delle tipologie di mal di schiena più diffuse è la lombalgia, per prevenirla serve fare molto stretching!
Ecco qualche esercizio utile secondo noi di Pensavital.
1 – Sdraiatevi a terra su un tappetino, con la pancia rivolta verso l’alto, piegate le gambe e, afferrando le cosce sotto le ginocchia, portatele lentamente verso il petto. Mantenete la posizione per una decina di secondi, finché non sentirete un certo rilassamento, quindi allungate le gambe. Ripetete questo esercizio per 5 volte.
2- Mettetevi in ginocchio sul tappetino, appoggiate i glutei ai talloni ed allungatevi fino a poggiare la fronte a terra (non costringetevi a toccare il tappetino con la fronte se non riuscite). Quindi, allungate le braccia oltre la testa e, poggiando i palmi sul pavimento, cercate di rilassarvi rimanendo in questa posizione per almeno 10 secondi. Quindi alzatevi e ripetete l’esercizio per 5 volte.
Un altro tipo di mal di schiena molto debilitante è la cervicale.
Contro la cervicalgia servono esercizi che sciolgano le tensioni muscolari che si accumulano nella zona del collo e del dorso.
1 – Stando in posizione eretta, con gambe unite e braccia distese lungo i fianchi, portate la mano destra alla testa, in corrispondenza della tempia sinistra. Mantenendo lo sguardo fisso davanti a voi, con un movimento lento, flettete il capo aiutando il movimento con la mano. Dove sentire una leggera tensione in corrispondenza della spalla sinistra e lungo il collo. Mantenete la posizione per circa 10 secondi e ripetete l’esercizio alternando i lati.
2 – Rimanendo in posizione eretta, afferrate, dietro la schiena, il polso sinistro con la mano destra. Tenendo lo sguardo fisso davanti a voi, piegate la testa verso la spalla destra e, allo stesso tempo, tirate leggermente il braccio sinistro con la mano. Lo scopo è arrivare ad avvertire una leggera tensione e allungare collo, scapole e spalle. Mantenete la posizione per circa 10 secondi e ripetete l’esercizio alternando le parti.
3 – Sedetevi ben dritti su una sedia. Mantenendo la testa eretta e la schiena dritta, intrecciate le mani dietro la nuca e cercate di spingerla in avanti, mentre fate resistenza con la testa, spingendo verso l’indietro. Mantenete la posizione per 10 secondi e ripetete l’esercizio 5 volte.
Ecco quindi 5 esercizi per il mal di schiena, sono semplici e alla portata di tutti: potete tranquillamente svolgerli a casa senza l’ausilio di attrezzature, se non avete un tappetino per fare Yoga, vi consigliamo di usare degli asciugamani piegati.