La galenica come risposta alle carenze

La galenica come risposta alle carenze

fonte: www.farmacianews.it

Nell’intento di fornire ai cittadini un supporto nella ricerca della farmacia più vicina FOFI e SIFAP hanno promosso un censimento delle farmacie che allestiscono preparati

Elena D’Alessandri4 marzo 2024
Negli ultimi anni, prima la pandemia Covid-19 e quindi la guerra tra Russia e Ucraina e le crescenti tensioni geopolitiche su scala globale hanno portato a ricorrenti fenomeni di mancanza di farmaci sul mercato – per la carenza di materie prime e di materiale utile al packaging del farmaco – problema questo estremamente delicato sia per i pazienti che per la sanità nel suo complesso.

Con l’ultimo picco influenzale è emersa con maggiore forza la necessità di trovare strumenti efficaci nel contrastare i fenomeni di carenza o indisponibilità dei farmaci, andando così ad attenuare i disagi che queste mancanze determinano sui cittadini impegnati nella ricerca di medicinali necessari per la gestione delle loro patologie.

L’importanza della galenica
Nel corso delle riunioni del Tavolo tecnico di lavoro in materia di approvvigionamento farmaci istituito presso il Ministero della Salute, è stata sottolineata l’importanza dell’attività galenica che rappresenta una importante strategia di contrasto a fenomeni di carenza o indisponibilità dei medicinali.

L’iniziativa FOFI-SIFAP
Con l’obiettivo di fornire al Ministero tutte le informazioni necessarie ad assumere decisioni in merito nonché semplificare i cittadini nella ricerca di farmacie che allestiscono preparati, la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani – FOFI, in collaborazione con SIFAP – Società italiana dei Farmacisti Preparatori, ha avviato un censimento delle farmacie che allestiscono preparati.

Proprio in tal senso, e per conoscere la tipologia dei preparati galenici allestiti nelle singole farmacie presenti sul territorio, è stato predisposto un questionario che può essere compilato direttamente dalla pagina dedicata sul sito web della Federazione.

Nuova remunerazione farmacie. Le regole in vigore e le prime indicazioni operative tra Dcr e sconti

Nuova remunerazione farmacie. Le regole in vigore e le prime indicazioni operative tra Dcr e sconti

fonte: www.farmacista33.it

Dal 1° marzo è in vigore la nuova remunerazione delle farmacie con il nuovo sistema di calcolo del rimborso dei farmaci erogati in regime convenzionato. Ecco alcune prime indicazioni sulla operatività

di Francesca Giani
Nuova remunerazione farmacie. Le regole in vigore e le prime indicazioni operative tra Dcr e sconti
La nuova remunerazione delle farmacie è entrata in vigore dal 1° marzo, con il nuovo sistema di calcolo del rimborso dei farmaci erogati in regime convenzionato che supera la remunerazione a percentuale sul prezzo del farmaco, per adottare il sistema misto a due quote – di cui una fissa e una variabile. Tra sconti e nuove quote non sono pochi i cambiamenti. Ecco alcune prime indicazioni sulla operatività.

Le nuove regole della remunerazione delle farmacie in vigore dal primo marzo
Le nuove regole per la remunerazione della farmacia sono contenute nella Legge Bilancio 2024. In particolare, a essere previsto, al comma 2, è che, nell’ambito dei limiti fissati per la spesa a carico del Servizio sanitario nazionale per i farmaci erogati sulla base della disciplina convenzionale, a decorrere dal 1° marzo 2024 è attiva la sostituzione del sistema a quota fissa con un sistema a quota variabile e quote fisse.
Nello specifico, le nuove indicazioni sono:
a) una quota percentuale del 6% rapportata al prezzo al pubblico al netto dell’IVA per ogni confezione di farmaco;
b) una quota fissa pari a 0,55 euro per ogni confezione di farmaco con prezzo al pubblico non superiore a 4,00 euro;
c) una quota fissa pari a 1,66 euro per ogni confezione di farmaco con prezzo al pubblico compreso tra euro 4,01 e euro 11,00;
d) una quota fissa pari a euro 2,50 per ogni confezione di farmaco con prezzo al pubblico superiore a euro 11,00;
e) una quota fissa aggiuntiva pari a euro 0,1 per ogni confezione di farmaco appartenente alle liste di trasparenza, limitatamente all’anno 2024.
Dal 1° gennaio 2025, in merito a quest’ultimo punto, la cifra che verrà riconosciuta alle farmacie passerà a 0,115 euro per ogni confezione di farmaco appartenente alle liste di trasparenza.

Le misure a tutela della capillarità e le norme abrogate
Oltre a questo, al fine di confermare e rafforzare la capillarità della rete delle farmacie sul territorio nazionale, al comma 3, sono, inoltre, riconosciute:
a) una quota fissa aggiuntiva pari a euro 1,20 per ogni farmaco erogato dalle farmacie con fatturato SSN al netto dell’IVA non superiore a euro 150.000;
b) una quota fissa aggiuntiva pari a euro 0,58 per ogni farmaco erogato dalle farmacie – ad esclusione di quelle riportate sotto – con fatturato SSN al netto dell’IVA non superiore a euro 300.000;
c) una quota fissa aggiuntiva pari a euro 0,62 per ogni farmaco erogato dalle farmacie rurali sussidiate, come definite dalla legge 8 marzo 1968, n. 221, con fatturato SSN al netto dell’IVA non superiore a euro 450.000.
Al contempo, con il comma 7, vengono anche abrogate le disposizioni che disciplinano la remunerazione aggiuntiva.

Sconti: cosa cambia. Le prime indicazioni
Sempre a decorrere dal primo marzo, cessa l’applicazione degli sconti, ferme restando le quote di spettanza per le aziende farmaceutiche sul prezzo di vendita al pubblico dei farmaci essenziali, per malattie croniche e dei farmaci equivalenti (con esclusione dei medicinali originariamente coperti da brevetto o che abbiano fruito di licenze derivanti da tale brevetto) e lasciando inalterate le quote a favore dei distributori intermedi.
Nello specifico cessano:
a) sconto a beneficio del SSN proporzionale al prezzo del farmaco per le diverse tipologie di farmacia – definito ai sensi dell’art.1, comma 40, della legge 23 dicembre 1996, n.662;
b) sconto disposto con Determinazione AIFA del 9 febbraio 2007. Detta scontistica, secondo quanto riferisce Federfarma, non dovrà più essere applicata né per le cessioni in regime SSN né per le cessioni in regime privatistico.
c) sconto di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto-legge 24 giugno 2004, n. 156, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2004, n. 202;
d) sconto di cui all’articolo 11, comma 6, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge, 30 luglio 2010, n. 122.

In una comunicazione di Federfarma di ieri, viene affrontato il tema del cosiddetto sconto industria 0,6%, contenuto nella Determinazione AIFA 27 settembre 2006 e “cristallizzato a norma dell’articolo 1, comma 796, lett. f) e ss.gg., della Legge 296/2006”. Si tratta di una percentuale “pari all’1% a carico dell’industria sul prezzo ex factory del medicinale e corrispondente allo 0,6% del prezzo al pubblico IVA compresa. Tale quota continua a permanere, in quanto la Determinazione AIFA 27.9.2006 non viene incisa dalle nuove norme in materia di remunerazione delle farmacie. La Determinazione AIFA 27.9.2006 nello specifico stabilisce che tale sconto sia riconosciuto anche al cittadino in caso di cessione del medicinale in regime privatistico al di fuori del SSN e quindi i gestionali delle farmacie dovranno continuare a riconoscere la scontistica. Mentre se la cessione avviene in regime SSN, tali farmaci continueranno ad avere la consueta metodologia di esposizione in DCR. A ogni modo il riconoscimento dello sconto industria 0,6% non incide economicamente sulle farmacie, in quanto gravante esclusivamente sull’industria”.

Per quanto riguarda infine le quote a carico del cittadino, per i farmaci delle liste di trasparenza non al prezzo di riferimento, continuano a essere calcolate sulla differenza tra il prezzo al pubblico e il prezzo di riferimento e, in generale, le modalità di riscossione dei ticket non cambia.

Fap, da chiusura 2023 utili e dividendi per i soci. Morra: pronti a lavorare con altre cooperative

Fap, da chiusura 2023 utili e dividendi per i soci. Morra: pronti a lavorare con altre cooperative

fonte: www.pharmacyscanner.it

Fap – Farmacisti associati Piemonte, il network che riunisce oltre cento soci tra i titolari dell’astigiano e dell’alessandrino, ha chiuso il 2023 con un fatturato di oltre 71,5 milioni di euro, in crescita del 6,4% sul 2022. A comunicarlo una nota della società che ne sottolinea la rilevanza a fronte dell’instabilità e dell’incertezza che ha contraddistinto l’ultimo anno. «Un importante driver» commentano al network «è stato l’integrazione societaria con il terzo leader della distribuzione farmaceutica, So.Farma.Morra Group, che ha garantito solidità al network e consentito di ampliare le farmacie servite sul territorio».

Ai 113 farmacisti soci, infatti, il network ha aggiunto (grazie alla rete vendita del grossista) 38 farmacie clienti, che hanno beneficiato dei listini e della consegna capillare dal magazzino Fap di Solero (provincia di Asti e Alessandria). «Con la condivisione e integrazione del business del gruppo Morra» rimarca ancora la nota «Fap ha lanciato due grandi progetti innovativi: la private label Formula Farmacia e il farmaco d’importazione, frutto della sinergia con Gmm, la branch farmaceutica guidata da Gian Maria Morra».

«Siamo orgogliosi di aver chiuso il 2023 in crescita» ha commentato Gian Luca Lucarno, direttore commerciale di Fap «ciò che da sempre ci guida è la selezione dei listini, grazie alla quale ci garantiamo una crescita delle quote di mercato dei nostri partner e la qualità dei servizi ai nostri soci. La ricerca di strumenti e screening è un asset fondamentale per le farmacie, perché offre la possibilità a tutti di avere accesso anticipato ad analisi ed esami di prima istanza, e ricopre un valore sociale nell’ambito dell’assistenza sanitaria».

Per il 2024. continua il comunicato del network, «si prevede un rafforzamento del portafoglio listini e un ampliamento dei servizi, con la telemedicina che si estenderà a tutte le farmacie del network». Non è escluso, conclude Fap, un ampliamento del perimetro distributivo alle province di Vercelli e Novara.

MORRA: CON IL NOSTRO MODELLO SOLIDITÀ E PREMIALITÀ PER LE COOPERATIVE
Per So.Farma.Morra, i risultati di questo primo anno dopo l’ingresso in Fap confermano la bontà del modello. «Le cooperative dei farmacisti che vogliono affrontare il futuro con un progetto solido» commenta a Pharmacy Scanner Ettore Morra, co-ceo del gruppo «trovano in noi un partner che assicura sostenibilità economica dei bilanci e premialità/dividendi ai soci di tutto rispetto. Oggi più che mai occorrono progettualità serie, perché la distribuzione deve sostenere sé stessa e la farmacia creando valore aggiunto e questo è possibile soltanto se si dispone di un adeguato modello gestionale. Abbiamo concluso negli ultimi anni una serie di joint venture, prima con Cotafarti, poi con Corofar e ora con Fap, che hanno avuto per comun denominatore proprio questo assunto. E per tale motivo vogliamo attrarre altre aziende pronte a imboccare lo stesso percorso, senza peraltro perdere la loro identità».

Anemia in donne fertili, in gravidanza e in allattamento. Counselling su carenza ferro

Anemia in donne fertili, in gravidanza e in allattamento. Counselling su carenza ferro

Anemia in donne con mestruazioni abbondanti o per maggiore richiesta di ferro per lo sviluppo del bebè in gravidanza e allattamento. Ecco i suggerimenti FIP per queste pazienti
Anemia in donne fertili, in gravidanza e in allattamento. Counselling su carenza ferro
Abbondanti sanguinamenti durante le mestruazioni nelle donne in età fertile o maggiore richiesta di ferro per lo sviluppo neurologico del feto durante la gravidanza o poi durante l’allattamento del bambino, sono alcune delle situazioni che possono portare anemia nelle donne. Per questo è importante conoscere la patologia, dai sintomi al trattamento, anche da parte dei farmacisti per poter fornire il consiglio e il supporto più idoneo. Per aiutarli nel lavoro la Federazione farmaceutica internazionale (FIP) ha condiviso il manuale “Iron deficiency anaemia: Managing symptoms and supporting self-care A handbook for pharmacists”.

Donne in età fertile con mestruazioni abbondanti

Fino al 50% di donne in età fertile sono a maggior rischio di anemia da carenza di ferro per la presenza di sanguinamenti mestruali abbondanti (SMA). Se normalmente, la perdita di sangue durante un ciclo mestruale è compresa tra 25 e 50 ml, chi presenta SMA perde più di 80 ml di sangue per ciclo. Non solo, infatti il sanguinamento eccessivo può interferire con il benessere fisico, emotivo e sociale.

Oltre a valutare i sintomi classici da carenza di ferro come debolezza, pallore, tachicardia e desiderio di mangiare prodotti non alimentari come ghiaccio o amido (Farmacista33 14 febbraio 2024), i farmacisti possono supportare l’identificazione di possibili pazienti con SMA, raccogliendo la loro storia comprendendo:
•Natura del sanguinamento, inclusi l’inizio, la frequenza, la durata;
•Altri sintomi, come sanguinamenti intermestruali persistenti, dolore pelvico e/o variazioni di pressione;
•Impatto sulla qualità della vita;
•Storia mestruale, medica, screening cervicale dei farmaci;
•Se vi è la possibilità che il paziente abbia anemia da carenza di ferro e SMA, indirizzare a un ginecologo per ulteriori test e confermare la diagnosi.

Diversi possibili trattamenti contro l’anemia per donne con SMA
Una volta confermata la diagnosi, in collaborazione con il ginecologo, è possibile iniziare il trattamento con terapia di ferro per via orale o in casi gravi, per via endovenosa. Ma è possibile anche utilizzare trattamenti combinati con i contraccettivi che riducono la perdita di sangue, in abbinamento anche ad una modifica del regime alimentare ed eventualmente integratori specifici.

Ferro orale o parenterale
L’intervento di prima linea, per pazienti con SMA diagnosticati con anemia da carenza di ferro lieve-moderata, è la terapia con ferro per via orale. In questo caso dovrebbero essere fornite informazioni riguardanti dosaggio, interazioni con sostanze che possono ostacolare l’assorbimento ed effetti collaterali come problemi gastrointestinali (stitichezza, diarrea e disturbi di stomaco), feci scure e gusto metallico. Se si verifica intolleranza, il farmaco potrebbe essere somministrato anche a giorni alterni, ma se non vi è miglioramento entro un mese di terapia, l’approccio dovrebbe essere rivalutato a favore della somministrazione endovenosa. Questa opzione è spesso utilizzata per chi sta pianificando una gravidanza, poiché è più probabile raggiungere i valori sufficienti di ferro prima del concepimento.

Contraccettivi
Sempre in collaborazione con lo specialista possono essere valutate, in aggiunta alla terapia con ferro per bocca, la terapia ormonale con i contraccettivi orali. Questi farmaci risulatano positivi per chi ha disturbi ematologici e diagnosi di anemia da carenza di ferro perché altera gli ormoni, riduce la perdita di sangue e permette la pianificazione familiare. Altri tipi di contraccettivi, tra cui IUD ormonali (no quelli in rame che aumentano la perdita di sangue in pazienti emorragici), cerotti, anelli e iniezioni, possono essere utilizzati per scopi e con benefici simili.
La combinazione di contraccettivi e integratori di ferro risultata essere benefica nella prevenzione dell’anemia. In alcuni casi il ginecologo può suggerire anche l’uso dell’acido tranexamico per chi soffre di SMA.

Donne in gravidanza e allattamento al seno

In gravidanza, la domanda di ferro da parte del feto diventa critica dopo le 28-32 settimane per il suo coinvolgimento nello sviluppo cerebrale fetale. Senza una gestione efficace dell’anemia in gravidanza, potrebbero verificarsi nascita prematura, basso peso alla nascita, compromissione del neurosviluppo (Farmacista33 21 febbraio 2024) fino alla morte perinatale. Anche le madri che allattano al seno devono fare attenzione alle loro riserve di ferro perché, se sono troppo basse o se l’assunzione attraverso la dieta è inadeguata, possono diventare anemiche.
Altre situazioni in cui le donne anche non anemiche hanno un rischio elevato di bassi livelli di ferro possono essere dovute a:

  • Anemie precedenti;
  • Donne che hanno avuto molte gravidanze, gravidanze gemellari o plurigemellari, intervallo intergravidico <1 anno;
  • Storia recente di sanguinamenti clinicamente significativi o alto rischio di sanguinamento durante la gravidanza/parto;
  • Adolescenti incinte;
  • Donne con povere abitudini alimentari o con diete particolari (vegetariane/vegane);
  • Donne che rifiutano i prodotti ematici (ad es. per motivi religiosi).

In questi casi si gestisce l’anemia con supplementi preventivi di ferro e acido folico per via orale, accompagnati da dieta, terapia con ferro orale o parenterale e, se necessarie, trasfusioni di sangue.

Assunzione di ferro elementare e integratori: cosa c’è da sapere

Inizialmente, la dose giornaliera raccomandata di ferro elementare, dice la FIP nel documento, per trattare l’anemia da carenza di ferro era di 100-200 mg. Tuttavia, le evidenze collettive e le raccomandazioni delle linee guida e degli esperti suggeriscono che dosi di ferro elementare da 30-60 mg possano essere efficaci nel ridurre al minimo gli effetti collaterali (come irritazione gastrica, nausea, stitichezza, disturbi della funzione intestinale). L’emoglobina dovrebbe essere monitorata a due-tre settimane per garantire una risposta adeguata al trattamento con ferro per via orale. È anche necessario assumere acido folico giornaliero (400 microgrammi) prima delle 12 settimane di gestazione per ridurre il rischio di difetti del tubo neurale.

Il ferro con integratori multivitaminici e multiminerali si dimostra efficace nella prevenzione e nel trattamento dell’anemia da carenza di ferro lieve-moderata. Uno studio ha dimostrato che un regime di 90 giorni di questa integrazione migliora significativamente i livelli di emoglobina, ferritina, qualità della vita e i sintomi dell’anemia da carenza di ferro. Inoltre, si è visto un rapido aumento dei livelli di emoglobina osservato entro il 14º giorno per i soggetti con anemia moderata e il trattamento è ben tollerato, con eventi avversi minimi.

I farmacisti, in questo caso, possono essere di aiuto alle donne in gravidanza e in allattamento nel fornire suggerimenti su come prendere correttamente gli integratori, ad esempio assumendolo a stomaco vuoto al mattino presto per via dei bassi livelli di epcidina (regolatore del metabolismo del ferro) al mattino. E consigliare di controllare i livelli di emoglobina ogni 15 giorni, anche nei point-of-care, per accertare la risposta al trattamento.

La farmacia? Il servizio più accessibile secondo l’indagine Istat

La farmacia? Il servizio più accessibile secondo l’indagine Istat

Fonte: www.pharmaretail.it

La farmacia? Il servizio più accessibile secondo l’indagine Istat
I Servizi di pubblica utilità sono sempre meno utilizzati: è in calo soprattutto la soddisfazione per gli orari di apertura, un sentimento che però non riguarda la farmacia, il servizio più accessibile secondo i cittadini.

È stata pubblicata pochi giorni fa l’indagine Istat “Aspetti della vita quotidiana”, una ricerca condotta nel 2023 su un campione di circa 24mila famiglie, che analizza il rapporto tra i cittadini e i servizi di pubblica utilità, come ASL, Anagrafe, Posta ma anche alcuni servizi di tipo commerciale come supermercati e anche farmacie.

Quello che emerge dall’indagine Istat è che, nel 2023, solo il 13,8% delle famiglie dichiara di avere difficoltà a raggiungere le farmacie del territorio, a fronte per esempio del 50,8% di famiglie che ha difficoltà a raggiungere il Pronto Soccorso (percentuale in aumento di 1,6 punti rispetto al 2022). La situazione è complessa anche per altri servizi come Polizia e Carabinieri, per i quali più di tre famiglie su 10 esprimono difficoltà di accesso, con un aumento significativo di 1,6 punti percentuali rispetto al 2022. Per quanto riguarda i servizi commerciali (negozi alimentari, mercati e supermercati), il 20% delle famiglie dichiara di non raggiungerli con facilità, circa due punti percentuali in più rispetto al 2022.

Gli uffici comunali sono lontani o poco accessibili per il 31% delle famiglie, un aumento di 1,2 punti percentuali rispetto al 2022.

Tornando alla farmacia, sul podio dei servizi più accessibili, dalla ricerca emergono alcune difformità sul territorio. Le criticità maggiori sono localizzate al Sud (17,8%), seguono le Isole (14,2%) e il Centro (13,8%). A livello regionale si raggiungono picchi di famiglie in difficoltà nel raggiungere una farmacia in Valle d’Aosta (24,9%), in Calabria (23,5%) e in Campania (22,5%). Esiste una differenza legata alla dimensione del comune di residenza: ci sono poco più di 10 punti percentuali tra le famiglie con difficoltà di accesso tra quelle che risiedono in Comuni Centro dell’area metropolitana (8,7%) e quelle che si trovano in Comuni al di sotto dei 2000 abitanti (19,8%).

La loyalty che crea valore

La loyalty che crea valore

fonte: www.farmacianews.it

Il 28 febbraio 2024 si è tenuto l’evento E-fidelity dal titolo “Loyalty che crea valore dal prodotto al consumatore”. L’obiettivo della conferenza è stato quello di mettere in luce l’importanza della loyalty nel mercato farmaceutico e come questa possa diventare una leva strategica per creare valore lungo l’intera filiera. Ogni intervento è stato collegato a questo tema centrale.

La giornata è stata arricchita da interventi accademici, dati forniti dall’Osservatorio E-Fidelity e prospettive provenienti dal panorama aziendale. Cristina Ziliani, Ph.D e Responsabile dell’Osservatorio Fedeltà dell’Università di Parma, ha evidenziato l’importanza della figura del farmacista nell’ambito della loyalty. Affermando, infatti, che il 100% delle aziende coinvolte nello studio ritiene fondamentale incorporare il personale nei programmi fedeltà, ma solo il 3% ha adottato una strategia formalizzata e di lungo periodo per coinvolgere i propri dipendenti.

Viky Nellas, R&D Lead di New Line Ricerche di Mercato, ha presentato dati che dimostrano come il cliente dia valore all’assortimento della farmacia rispetto ad altri canali. Nonostante ciò, solo ¼ delle farmacie italiane utilizza un programma strutturato di loyalty o una fidelity card. Un dato sorprendente considerando che i pazienti-clienti sono sempre più fidelizzati e meno nomadi. Inoltre, è emerso durante la conferenza che l’utilizzo di una fidelity card porta a un valore più elevato per ogni singola transazione poiché il consumatore che possiede la card tende ad acquistare prodotti differenziati e più costosi.

In conclusione, l’evento E-fidelity ha messo in luce l’importanza della loyalty nel mercato farmaceutico e ha evidenziato come un corretto utilizzo di programmi fedeltà possa portare vantaggi sia alle aziende che ai consumatori.