da Redazione SoFarmaMorra | 31 Gennaio 2025 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacista33.it
Figura chiave e indispensabile nel contribuire al miglioramento dell’assistenza al paziente. Un valore aggiunto all’approccio, sinergico di cooperazione e collaborazione fra specialisti con con un importante azione di continuità anche sul territorio
I farmacisti sono una figura chiave e indispensabile nel contribuire al miglioramento dell’assistenza al paziente, con evidenze in termini di outcome clinici, aderenza terapeutica, ottimizzazione del lavoro, gestionale e organizzativo.
Sono solo alcune delle credenzialità ed expertise del farmacista che ne rendono cruciale l’inclusione nei team multidisciplinari. Un valore aggiunto all’approccio, sinergico di cooperazione e collaborazione, fra specialisti con diverso background. Lo sottolinea un recente lavoro su PharmacyTimes.
Le evidenze
I farmacisti migliorano la sicurezza dei farmaci eseguendo la riconciliazione, la somministrazione accurata e il monitoraggio terapeutico dei farmaci, riducendo gli errori e gli effetti avversi. Ottimizzano l’efficacia terapeutica sulla base di raccomandazioni e monitoraggio evidence-based, assicurando che gli obiettivi di trattamento siano raggiunti.
I farmacisti espandono l’accesso ai farmaci coordinando l’approvvigionamento, tutelandone l’assicurazione e indirizzando i pazienti ai programmi di assistenza. Riducono i costi sanitari prevenendo la cascata prescrittiva, ovvero ottimizzando l’uso di farmaci e promuovendo pratiche convenienti.
In funzione di tutte queste competenze, abilità e potenzialità, l’integrazione, efficace ed efficiente, dei farmacisti nei contesti sanitari è fondamentale: richiede pertanto una governance e una leadership forti, una formazione adeguata e opportuna, una comunicazione chiara e un’allocazione delle risorse per massimizzare il loro contributo ai team multidisciplinari. Sono i principali (s)punti dell’analisi condotta sul ruolo e il posizionamento dei farmacisti nella relazione, approccio e gestione del paziente all’interno di team multidisciplinari dedicati.
Un gioco e una interrelazione di squadra
È ormai indiscusso da evidenze cliniche e di letteratura che l’assistenza sanitaria, più efficace e performante, si struttura con un approccio collaborativo, in cui team multidisciplinari lavorano insieme, ciascuno secondo esperienza e competenza per risponde ai bisogni di centralità del paziente, favorendo migliori risultati e outcome per i pazienti.
Specie nel contesto storico attuale in cui la complessità delle malattie, la cronicità legata all’invecchiamento della popolazione sono un “must” che deve guidare le politiche decisionali e gestionali, anche in relazione a costi e alla sostenibilità del sistema. Gli stessi sistemi sanitari stanno riconoscendo il ruolo fondamentale dei farmacisti nei team multidisciplinari, anche in contesti meno specializzati.
Sul territorio
Il farmacista ha un ruolo chiave anche al di fuori dell’ambito ospedaliero. Ad esempio, nel passaggio dall’ospedale al territorio o a una struttura riabilitativa, può essere una guida per il paziente e caregiver nel direzionare verso la corretta assunzione del farmaco, quindi limitando/evitando errori di somministrazione dei farmaci.
Come parte integrante del team di assistenza multidisciplinare, possono infatti dedicarsi a aspetti di riconciliazione farmaceutica e creare un elenco accurato dei medicinali assunti dal paziente, così come monitorare medicinali che hanno una finestra terapeutica ristretta, a vantaggio della riduzione del rischio anche di eventi avversi.
Non ultimo possono contribuire, in affiancamento al clinico, ad azioni di deprescribing per farmaci non più necessari per il paziente, quindi evitando tossicità inutili, finalizzando meglio gli obiettivi terapeutici.
Tutor e counsellor per il paziente
L’educazione al paziente continua a rappresentare una mission prioritaria e principale del farmacista che ha il compito di aiutare il paziente a capire come e per quali finalità assumere una terapia specifica, promovendo l’importanza dell’aderenza. Un. lavoro che può e deve essere svolto dal letto del paziente al territorio.
Fonte: Cao DX. Collaborative health care: The essential role of pharmacists in multidisciplinary teams. PharmacyTimes. https://www.pharmacytimes.com/view/collaborative-health-care-the-essential-role-of-pharmacists-in-multidisciplinary-teams
da Redazione SoFarmaMorra | 31 Gennaio 2025 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmaciavincente.it
Oggi, il farmacista fa ben più che dispensare farmaci: è il primo professionista della salute con cui il paziente interagisce fuori dall’ospedale, un punto di riferimento fondamentale per consulenze e consigli. Ma come sarà tra dieci anni? Con l’avvento di Intelligenza Artificiale, dispositivi wearable e un contesto sempre più “pharmacy clinic”, assisteremo a un’evoluzione così profonda da trasformare la farmacia in un vero hub di prevenzione, telemedicina e consulenza iper-personalizzata.
Ecco una panoramica “prima e dopo” che vi aiuterà a capire se siete pronti a raccogliere la sfida o rischiate di restare indietro.
- GESTIONE DELLE INFORMAZIONI CLINICHE
OGGI
Si consultano software gestionali e banche dati per fornire consigli su farmaci, interazioni e corretto utilizzo.
Le informazioni richieste dal paziente provengono spesso da fonti online, talvolta poco affidabili, che il farmacista deve confermare o smentire.
TRA 10 ANNI
Intelligenza Artificiale: i sistemi gestionali, arricchiti da algoritmi di AI, saranno in grado di analizzare i dati clinici del paziente in tempo reale (compresi quelli forniti da wearables come smart watch o anelli intelligenti) e restituire consigli precisi, ottimizzando l’aderenza terapeutica.
Smart Glasses: inquadrando un prodotto o un paziente, forniranno in sovrimpressione informazioni su dosaggi personalizzati, effetti collaterali, interazioni e perfino piani di prevenzione integrata.
- RELAZIONE CON IL PAZIENTE (E TELECONSULTO)
OGGI
La consulenza si limita spesso al “consiglio al banco”, che risponde al bisogno immediato.
Il paziente è “più informato” grazie a internet, ma la relazione si interrompe quando esce dalla farmacia.
TRA 10 ANNI
Telemedicina e Teleconsulto: le farmacie diventeranno veri e propri poli di assistenza (Pharmacy Clinic) dove il paziente potrà connettersi direttamente con specialisti in remoto, effettuare check-up avanzati grazie a dispositivi medicali integrati e avere referti immediati.
Sarà possibile prenotare visite e consulenze via app o attraverso chioschi digitali in farmacia, con medici e chatbot specializzati che supportano diagnosi e terapie.
La relazione continua: i dati raccolti dai wearable del paziente (pressione, frequenza cardiaca, livelli di ossigeno, etc.) saranno monitorati costantemente, fornendo un quadro aggiornato della sua salute.
- SPAZI E SERVIZI: LA PHARMACY CLINIC
OGGI
La farmacia è strutturata principalmente per l’esposizione dei prodotti e il consiglio farmaceutico. Gli spazi dedicati a servizi (come misurazione pressione o piccoli test) sono limitati.
Il cross-selling ruota attorno a integratori, dispositivi medici e prodotti da banco.
TRA 10 ANNI
Pharmacy Clinic: gli ambienti si trasformeranno in spazi polifunzionali dove i clienti/pazienti potranno effettuare analisi, screening di prevenzione, piccoli check-up clinici e visite specialistiche in teleconsulto.
In farmacia si troveranno medical devices di ultima generazione per esami rapidi e affidabili (ECG, spirometria, misurazione parametri vitali avanzati), con referti rilasciati da team medici in remoto.
L’esperienza sarà “phygital”: fisica e digitale insieme, con device connessi che rilevano dati, li trasmettono a medici e chatbot, e restituiscono consulenze e piani di cura personalizzati.
- FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO
OGGI
Si seguono corsi ECM, webinar o si legge qualche rivista specializzata.
L’aggiornamento è legato a momenti formativi specifici e spesso non è integrato nel lavoro quotidiano.
TRA 10 ANNI
La formazione sarà on demand: piattaforme digitali, integrate con AI e dispositivi smart, segnaleranno le ultime novità in tempo reale.
Nei momenti in cui si esegue un teleconsulto, i sistemi potranno suggerire linee guida aggiornate e best practice, integrando così la formazione continua nell’operatività quotidiana del farmacista.
- PREVENZIONE E LONGEVITÀ: IL NUOVO PARADIGMA
OGGI
Si parla di “stare bene” e prevenire, ma l’attenzione è ancora focalizzata sulla cura di patologie già manifestate.
Il farmacista offre consigli su integratori e abitudini sane, ma il monitoraggio è spesso discontinuo.
TRA 10 ANNI
Il vero focus sarà “longevità e prevenzione”: il farmacista diventerà un vero e proprio “personal trainer della salute”, guidando il cliente non solo nella cura, ma soprattutto nel mantenimento di uno stato di benessere continuo.
L’AI integrata con i dati rilevati da wearable devices (smart watch, anelli, smartphone) consentirà di tracciare parametri vitali su base costante, generando piani di prevenzione e consigli personalizzati su alimentazione, attività fisica e integrazione nutrizionale.
L’obiettivo: aiutare i pazienti a raggiungere un livello di benessere prolungato, in cui la “farmacia” è la prima linea di supporto per uno stile di vita longevo, agile e in equilibrio.
- ESPERIENZA CLIENTE E DIFFERENZIAZIONE
OGGI
L’esperienza cliente si basa su un rapporto di fiducia e immediatezza: “vado dal mio farmacista di fiducia”.
La fidelizzazione si conquista con la disponibilità al consiglio e un assortimento di qualità.
TRA 10 ANNI
SPAZI COMODI E CONNESSI: i pazienti entreranno in un ambiente “smart”, confortevole e iper-digitalizzato, dove potranno gestire test, visite, consulenze con un semplice tocco.
COMMUNITY DI CURA: il farmacista coordinerà un intero ecosistema di professionisti (medici, nutrizionisti, fisioterapisti) in locale e in remoto. Questa “rete ibrida” aumenterà l’aderenza terapeutica e la percezione di qualità.
POSIZIONAMENTO DI ALTO LIVELLO: la farmacia “intelligente” diventerà un punto di riferimento sul territorio per ogni esigenza legata alla salute e al benessere.
PERCHÉ AGIRE ADESSO
I pazienti (o meglio, i consumatori della salute) saranno sempre più informati, connessi e desiderosi di servizi avanzati e personalizzati. Se non coglierete l’opportunità di integrare tecnologie come Intelligenza Artificiale, telemedicina, wearable devices e Smart Glasses, rischierete di venire superati da una concorrenza sempre più agguerrita e innovativa.
Al contrario, chi saprà investire e formarsi in questa direzione diventerà:
Punto di Riferimento: un hub di salute capace di erogare servizi un tempo prerogativa di ospedali o centri medici.
Coach del Benessere: non solo cura, ma soprattutto prevenzione, consiglio proattivo e longevità.
Innovatore del Mercato: pioniere di un modello di farmacia che saprà anticipare i trend e le esigenze del futuro.
La rivoluzione è già in atto: la farmacia sta evolvendo in una Pharmacy Clinic connessa, tecnologica e centrata su un concetto di salute a 360 gradi. Investire oggi in queste soluzioni significa prepararsi a un futuro in cui la parola d’ordine non sarà solo “curare”, ma “prevenire per vivere meglio, più a lungo e in salute”.
E voi, siete pronti a diventare il “personal trainer” della salute dei vostri pazienti
da Redazione SoFarmaMorra | 31 Gennaio 2025 | Mondo Farmacia
fonte: www.pharmaretail.it
Liberare il tempo del farmacista: il Channel & Retail Lab del SDA Bocconi propone l’assistente di farmacia
Da mesi il tema dell’assistente farmacista è al centro di polemiche nel settore e molte ne ha suscitate sui social, ancora prima di essere presentata, la ricerca “La figura dell’assistente farmacia” condotta dal Channel & Retail Lab del SDA Bocconi, in collaborazione con Digital Solutions, Haleon, PHOENIX Pharma Italia, New Line Ricerche di Mercato, Teva Pharmaceuticals. Nonostante Erika Mallarini, docente SDA Bocconi e autrice della ricerca, avesse chiarito fin da subito che lo studio si riferiva a figure di back office e non a una professione sanitaria a supporto o in sostituzione del farmacista.
La ricerca è stata infine presentata il 27 gennaio in SDA Bocconi ed è stata seguita da una tavola rotonda a cui hanno partecipato Marco Cossolo, presidente di Federfarma e Stefano del Missier, Direttore Generale AMF Spa.
Perché liberare il tempo del farmacista è essenziale
Dopo i saluti di Sandro Castaldo, direttore del Channel & Retail Lab, è intervenuta Erika Mallarini (nella foto) che ha spiegato le motivazioni alla base dello studio: «Con i partner dell’area Health del Channel & Retail Lab, New Line, Teva e altri attori del settore, stavamo affrontando tematiche cruciali per il presente e il futuro della farmacia. Siamo partiti dal concetto di consulenza perché il valore aggiunto, indipendentemente dal tipo di farmacia, risiede nella capacità di rispondere alle esigenze dei clienti. Le aziende hanno bisogno che il farmacista fornisca consulenze efficaci per spiegare i prodotti. Il nostro punto di partenza non è stato quindi discutere della figura dell’assistente di farmacia: a questo tema siamo arrivati in seguito. L’obiettivo iniziale era capire come liberare tempo al farmacista per consentirgli di concentrarsi sulla consulenza e sui servizi. Il ruolo della farmacia sta cambiando, introducendo nuove proposte di servizi. La “farmacia dei servizi” non è una novità, ma non deve essere vista come un’aggiunta: è una parte integrante del modello attuale, che richiede un’organizzazione differente. La variabile “tempo” è stata quindi al centro delle nostre riflessioni. Il farmacista è un professionista altamente formato, ma persistono una serie di criticità che impediscono di raggiungere risultati ottimali nei rapporti con l’industria, la distribuzione e naturalmente i pazienti».
La centralità della consulenza
Mallarini ha sottolineato come la competenza del personale sia il primo elemento che spinge i clienti a scegliere una farmacia, superando anche la prossimità: «Oltre il 60% degli intervistati ha dichiarato di chiedere consiglio al farmacista, e subito dopo le caratteristiche del prodotto, il consiglio del farmacista emerge come determinante nella scelta».
Un focus è stato dedicato anche al farmaco equivalente: oltre l’80% dei farmacisti lo consiglia abitualmente, e i pazienti lo accettano principalmente perché convinti che il suggerimento del farmacista sia sinonimo di sicurezza. Tuttavia, il tempo a disposizione per la consulenza si è drasticamente ridotto: «Prima del Covid, i pazienti trascorrevano in media 7 minuti al banco; oggi il tempo si è più che dimezzato, riducendosi a circa 3 minuti. Questo limite incide direttamente sulle potenzialità del consiglio: il 92% dei clienti acquista solo ciò che ha pianificato».
Differenze generazionali e organizzazione del lavoro
La ricerca ha anche indagato le aspettative delle generazioni di farmacisti, evidenziando profonde differenze tra Gen Y e Z. La Generazione Y individua come principali criticità le scarse opportunità di carriera e la percezione che il lavoro in farmacia sia poco coerente con il percorso di studi, poiché troppo tempo è dedicato ad attività non legate alla consulenza. Tuttavia, aspetti come la stabilità, il contatto con il pubblico e la possibilità di specializzazione – ad esempio in dermocosmesi – sono considerati punti di forza. La Generazione Z, invece, lamenta una sensazione di isolamento e cerca maggiore collaborazione, trovando spesso più attrattive le reti strutturate.
«Dopo aver indagato la percezione della professione nelle diverse generazioni, abbiamo analizzato i servizi» ha detto Mallarini: «E abbiamo inoltre identificato quali attività possono essere standardizzate, digitalizzate o automatizzate, con l’obiettivo di ottimizzare il tempo e rendere i processi più fluidi, identificandone diverse come la gestione degli ordini e delle scorte, la documentazione amministrativa, l’aggiornamento di applicazioni per l’home delivery, il controllo dei prodotti scaduti e l’archiviazione delle fatture. Si tratta di attività time-consuming che, grazie alla tecnologia, l’uso dell’intelligenza artificiale e del supporto di figure di assistenza in farmacia possono essere standardizzate».
Tre figure per ottimizzare il lavoro del farmacista
In Germania e Svizzera esistono figure di assistente farmacista con percorsi formativi regolamentati, ma non sono quelle su cui la ricerca si è focalizzata, anche perché lo scenario italiano è completamente diverso dal punto di vista normativo, ma anche della sostenibilità economica. Sono state invece identificate tre figure di back office che possono contribuire a liberare tempo al farmacista e valorizzare le sue competenze professionali, mitigando anche il nodo cruciale della disaffezione alla professione: l’Assistente Esecutivo, l’Assistente Operativo, l’Assistente di punto di vendita: «Tre perché le farmacie sono molto diverse fra di loro, in base a tipologia e collocazione» ha chiarito Mallarini.
Assistente Esecutivo: laureato triennale o con esperienza gestionale, si occuperebbe di attività come supporto amministrativo al titolare, preparazione di relazioni, aggiornamento dei sistemi e gestione del personale
Assistente Amministrativo: con diploma come requisito minimo, potrebbe gestire le attività di segreteria, apparecchiature d’ufficio, fornitori e documentazione contabile
Assistente di Punto Vendita: anche qui il diploma è sufficiente; questa figura si occuperebbe di prenotazioni, gestione scorte, controllo prodotti scaduti e altre attività operative
Fare rete come risposta alla disaffezione
Nella tavola rotonda che è seguita alla presentazione della ricerca hanno dialogato Marco Cossolo e Stefano del Missier, Marco Cossolo (nella foto) ha sottolineato: «Figure di supporto al farmacista, come il magazziniere, sono sempre esistite. In una farmacia in continua evoluzione e con l’espansione dei servizi, il contributo di personale dedicato alla gestione delle attività burocratiche e amministrative può rappresentare un valore aggiunto, favorendo la crescita della farmacia e valorizzando la professione. Il tema della disaffezione è innegabile: bisogna riorganizzare il modello lavorativo, anche in termini economici, per aumentare gli stipendi dei farmacisti. Fare rete è fondamentale, anche nelle farmacie indipendenti».
D’accordo Stefano Del Missier: «La chiave è proprio quella di fare rete. Le nostre nove farmacie di Cinisello rappresentano un’azienda. Esistono sinergie economiche di scala e opportunità di carriera: per esempio, abbiamo introdotto una buyer per tutta la rete e le risorse in più sono state redistribuite, permettendo ai farmacisti un aumento del 10% in busta paga».
Digitalizzazione, AI e gestione del tempo in farmacia
«Oltre che sulle risorse umane, la ricerca ha esplorato un’altra forma di assistenza per la gestione della farmacia: quella digitale» ha spiegato Mallarini. Lo studio “L’assistente digitale” è stato presentato da Claudio Raimondi (SDA Bocconi): «L’evoluzione digitale offre strumenti come bot e sistemi deterministici che possono supportare il farmacista in diversi ambiti: dall’ottimizzazione del cross-selling alla gestione delle informazioni su effetti indesiderati dei farmaci. Anche l’ottimizzazione degli stock e delle promozioni è resa più efficiente grazie all’analisi di serie storiche, previsioni di vendita e strumenti per la gestione dello scaffale e dei panieri».
Ha proseguito Raimondi: «Al momento, come tutti sapete, l’e-commerce in Italia è possibile solo per i farmaci senza prescrizione ma il panorama potrebbe cambiare. Viviamo in un mondo sempre più connesso, in cui il consumatore dà per scontata la possibilità di acquistare online, prenotare servizi e fissare appuntamenti. Questo potrebbe includere, in futuro, anche farmaci con ricetta e l’introduzione di sperimentazioni come figure di farmacista virtuale per far fronte a eventuali carenze di personale».
E ha concluso con una provocazione che suona come una sveglia: «L’arrivo di Amazon Pharmacy, che già vende farmaci su prescrizione negli Stati Uniti e che si appresta a entrare nel mercato italiano (con un punto in apertura a Piazza Cadorna), rappresenta una grande incognita. Questi “signori” magari non sono esperti in farmacia, ma sicuramente lo sono sull’online e sul consumatore e sono sicuramente abbastanza facoltosi anche per investire nel nostro mercato».
da Redazione SoFarmaMorra | 21 Gennaio 2025 | Mondo Farmacia
fonte: www.farma7.it
Il nuovo Codice della strada ha inasprito le pene per chi si mette alla guida in stato di alterazione da consumo di alcol, incrementando le vendite in farmacia di alcol test. Il fenomeno si è registrato soprattutto durante le festività, quando non sono mancate le occasioni per brindare, tra cene e festeggiamenti, al punto che molte farmacie hanno esaurito le scorte.
A Milano gli alcol test sono introvabili: lo riporta il quotidiano “La Repubblica” e così in tante altre città a province. Anche a Grosseto, riferisce il quotidiano “Il Tirreno”, dove in media 10-15 clienti al giorno entrano in farmacia per acquistare l’alcol test, le scorte si sono esaurite rapidamente. La conferma arriva dal presidente di Federfarma Grosseto, Alfredo Discepoli, e dal presidente dell’Ordine dei farmacisti di Grosseto, Iacopo Zanardi.
La paura di sanzioni e il timore di perdere la patente hanno fatto crescere l’attenzione di tantissimi automobilisti. Con effetti sulle forniture alle farmacie: molti esercizi hanno terminato le scorte in pochi giorni e faticano a rinnovarle, anche ricorrendo ad acquisti diretti. E oltre ai test monouso, cresce l’interesse per i modelli più professionali, verso i quali si orientano soprattutto aziende di trasporto e locali pubblici (bar e ristoranti in particolare).
Limiti e sanzioni
Per i neopatentati e i minori di 21 anni, il limite di alcol nel sangue deve essere pari a zero. Diversamente, si applicano sanzioni che vanno da 155 a 624 euro.
Chi ha esperienza alla guida non deve, invece, superare il limite di 0,5 g/l di alcol nel sangue. Se si supera questo limite, le sanzioni sono:
tra 0,5 e 0,8 g/l: multa da 573 a 2.170 euro e sospensione della patente da 3 a 6 mesi;
tra 0,8 e 1,5 g/l: arresto fino a 6 mesi, multa da 800 a 3.200 euro e sospensione della patente da 6 mesi a 1 anno;
oltre 1,5 g/l: arresto da 6 mesi a 1 anno, multa da 1.500 a 6.000 euro e sospensione della patente da 1 a 2 anni.
In caso di violazione è prevista anche la decurtazione di 10 punti dalla patente. Inoltre, chi è già stato condannato per guida in stato di ebbrezza dovrà montare un dispositivo “alcolock” e non potrà guidare se non a tasso alcolemico pari a zero, per un periodo che varia dai 2 ai 3 anni.
da Redazione SoFarmaMorra | 21 Gennaio 2025 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacista33.it
Gli psicologi hanno recentemente condiviso alcune linee guida per la prevenzione della violenza di genere e la gestione delle vittime. Angela Margiotta, farmacista e presidente dell’associazione Farmaciste Insieme, in un’intervista a Farmacista33 ha messo in luce come i farmacisti possono riconoscere e supportare le vittime di violenza domestica
Vittime di violenza: i segni, la comunicazione empatica e le frasi da non dire. Indicazioni pratiche per i farmacisti
Le linee di azione per contrastare la violenza di genere si articolano in prevenzione, contrasto e recupero. Si previene costruendo una cultura non violenta e individuando precocemente i segnali di maltrattamento. Il contrasto si attua supportando le vittime e accompagnandole in un percorso di uscita dalla violenza. Infine, si promuove il sostegno psicologico delle vittime. Il tutto richiede un approccio integrato e collaborativo tra istituzioni e professionisti. Queste sono le recenti linee guida promosse dal Consiglio nazionale degli psicologi e in questa ipotetica squadra i farmacisti possono fare la loro parte, forti della prossimità che spesso hanno con le vittime. Ne è convinta Angela Margiotta, farmacista e presidente dell’associazione Farmaciste Insieme, che in un’intervista a Farmacista33 ha messo in luce come i farmacisti possono riconoscere e supportare le vittime di violenza domestica.
Nuove linee guida degli psicologi: le quattro linee di azione
Secondo gli psicologi le linee di azione ritenute necessarie si concentrano su quattro ambiti principali. La prevenzione è fondamentale per costruire una cultura non violenta verso le donne, attraverso l’individuazione precoce dei maltrattamenti nei conflitti familiari e la formazione al riconoscimento delle forme di violenza iniziali, compresa la violenza assistita. È essenziale anche contrastare la violenza imminente o iniziale, attraverso il riconoscimento dei potenziali autori di stalking, la valutazione dei fattori di rischio e l’adozione di azioni mirate per la presa di coscienza e il cambiamento.
Il contrasto alla violenza agita richiede la valutazione del rischio esistente, interventi come accertamenti sanitari, l’attivazione del Codice Rosa, l’accompagnamento della vittima per uscire dalla situazione di violenza domestica, la protezione della vittima e dei minori coinvolti, e l’applicazione di misure di limitazione nei confronti dell’autore della violenza. Inoltre, è cruciale il recupero, il sostegno e l’inclusione della vittima, con l’obiettivo di prevenire la vittimizzazione secondaria, sostenendola psicologicamente e favorendo l’acquisizione dell’autonomia. Queste azioni si basano su una visione integrata e coordinata, che richiede la collaborazione tra istituzioni, servizi pubblici e professionisti per affrontare in modo efficace il fenomeno della violenza domestica e di genere.
Ascolto e fiducia primo passo per aiutare le vittime: le frasi da non dire
È in questo contesto che le farmacie territoriali stanno emergendo come un presidio di riferimento, anche in questo ambito, grazie alla vicinanza con le comunità e al rapporto di fiducia che i farmacisti instaurano con i cittadini.
“Come associazione Farmaciste Insieme, – ricorda Margiotta – portiamo avanti da oltre 15 il Progetto Mimosa che si concretizza nella presenza di locandine informative in numerose farmacie italiane. Questi materiali, contenenti informazioni utili e numeri di aiuto come il 1522, sono spesso un primo segnale di attenzione per le donne che subiscono violenza. Quest’anno lo presenteremo in una nuova chiave, e dal 2025 inizieremo un progetto nelle scuole, un’iniziativa itinerante in tutta Italia per sensibilizzare i giovani perché purtroppo, la violenza è presente anche tra i ragazzi: atteggiamenti come controllare il cellulare o impostare la localizzazione sono forme di controllo che non devono essere normalizzate.
Il primo passo per aiutare le vittime è instaurare un rapporto di fiducia. “La vittima deve sentirsi ascoltata, accolta e mai giudicata,” sottolinea Margiotta. Il farmacista può creare un ambiente sicuro, dove la donna si senta libera di parlare, magari in un angolo riservato della farmacia in cui garantire la privacy. È fondamentale, spiega la farmacista, “evitare frasi come “Lo potevo immaginare” o “Cerchi di combattere”, che rischiano di chiudere ogni possibilità di dialogo. L’ascolto empatico e non giudicante, unito a un sorriso rassicurante, è invece essenziale per favorire l’apertura”.
La formazione su questi temi sottolinea la farmacista “non è solo fondamentale ma indispensabile perché non è importante solo quello che diciamo, ma soprattutto quello che non dobbiamo dire mai. Perché, quando diciamo cose inappropriate le donne si chiudono e abbiamo perso un’opportunità, di dare il nostro valore aggiunto, di metterle in contatto”. Su questo fronte “abbiamo fatto un corso di formazione con Fondazione Cannavo dove proprio dove sono stati formati 10.000 farmacisti, dove tra i relatori c’era il dottor De Gioia, il magistrato che è un consigliere presso la prima sezione penale della Corte di Appello di Roma ed è un consulente giuridico della commissione di inchiesta di femminicidio. Inoltre, con la dottoressa Simonetta Mulinaro, portiamo avanti il progetto “Il farmacista informato sui fatti” che e fa formazione presso le farmacie”.
Segnali da riconoscere e comportamenti da adottare: i campanelli d’allarme
Lividi frequenti, comportamenti esitanti o atteggiamenti di paura possono essere campanelli d’allarme: “I segnali possono essere tanti. Il Progetto Mimosa porta in tutte le farmacie italiane una locandina dedicata e uno dei segnali, ad esempio, è vedere donne che la guardano con attenzione. La osservano più volte, altre volte la fotografano. È capitato che alcune donne poi rivelatesi vittime di violenza avessero fotografato la locandina”.
Un altro segnale “è la presenza di lividi. Se questi sono frequenti, possiamo è evidente che c’è un problema, un momento di difficoltà. Cerchiamo di instaurare un dialogo, con queste donne, anche se alcune donne abbassano lo sguardo. Sono comportamenti che possono indicare una situazione di disagio”.
Il farmacista deve intervenire con discrezione, offrendo informazioni sui centri di supporto e, se necessario, coinvolgendo le reti territoriali di psicologi e altri professionisti sanitari: “Fare rete tra operatori sanitari è fondamentale. Spesso veniamo chiamati dai centri antiviolenza del territorio dove rinviamo le vittime tramite il numero 1522”.
Intervenire sulla violenza è parte integrante della prevenzione
Un aspetto meno noto, ma fondamentale, è il legame tra violenza di genere e le ricadute sulla salute fisica e mentale. “Uno studio recente, – spiega Margiotta – hanno evidenziato che le donne vittime di violenza registrano un abbassamento della proteina BDNF, con conseguenze a lungo termine sulla salute psichiatrica e neurologica”.
La Brain-Derived Neurotrophic Factor è una proteina che svolge un ruolo cruciale nello sviluppo, nella sopravvivenza e nella plasticità delle cellule nervose nel cervello. Numerosi studi hanno evidenziato che le persone affette da depressione presentano livelli significativamente più bassi di BDNF, soprattutto in aree chiave del cervello come l’ippocampo e la corteccia prefrontale, che sono cruciali per la regolazione dell’umore, della memoria e dell’apprendimento. Lo studio citato dalla farmacista, condotto dall’Università di Padova, in collaborazione con della Johns Hopkins di Baltimora, ha dimostrato che la violenza reiterata porta a una riduzione significativa di BDNF in una zona del cervello. Un’evidenza che pone basi scientifiche del perché molte vittime di violenza domestica sviluppano, nel tempo, patologie neurologiche e psichiatriche gravi. In tale senso, conclude Margiotta “la farmacia, si conferma un presidio sanitario, in cui si può fare prevenzione a moltissimi livelli”.
da Redazione SoFarmaMorra | 21 Gennaio 2025 | Mondo Farmacia
fonte: www.pharmaretail.it
La manovra di bilancio 2025 ha ricevuto dal Parlamento l’approvazione definitiva prima della scadenza della fine dell’anno. Il testo della manovra è in linea con l’approccio dei provvedimenti economici approvati finora dal governo e prevede tra i numerosi provvedimenti, una serie di misure di interesse per la filiera, la farmacia e i farmacisti.
Ricette dematerializzate e quote di spettanza
In generale, per quanto riguarda il finanziamento del Servizio sanitario nazionale, la manovra stanzia ulteriori risorse che si aggiungono a quelle già assegnate dalla legislazione vigente: nel complesso, il livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale passerà dai 136,5 miliardi del 2025 ai 141,3 miliardi del 2027.
La legge di bilancio 2025 prevede l’introduzione dell’obbligo di dematerializzare tutte le ricette mediche per la prescrizione di farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale con l’obiettivo di migliorare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva e garantire un aggiornamento completo del Fascicolo sanitario elettronico.
La stessa norma rivede le quote di spettanza sul prezzo di vendita al pubblico delle specialità medicinali di classe A, che – fermo restando quanto già previsto relativamente alla quota minima spettante ai farmacisti – a decorrere dall’anno 2025, sono fissate per le aziende farmaceutiche e per i grossisti, rispettivamente, nella percentuale del 66 per cento e del 3,65 per cento. La maggiorazione dello 0,65 per cento spettante ai grossisti, rispetto a quanto stabilito nel 2010, è da intendersi quale quota non contendibile e non cedibile a titolo di sconto ad alcun soggetto appartenente alla filiera del farmaco. È riconosciuta, a favore degli stessi, una quota pari a euro 0,05 per ogni confezione di farmaco di classe A distribuita a favore delle farmacie territoriali, nel limite di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027. Secondo quanto riportato nella legge, questo trasferimento “intrafiliera” non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, rimanendo invariato il complesso delle risorse pubbliche destinate al rimborso dei farmaci di cui trattasi.
In un comunicato stampa congiunto inviato il 9 gennaio, ADF (Associazione Distributori Farmaceutici) e Federfarma Servizi accolgono con favore le misure introdotte, che però vengono definite “prime importanti misure”: “riteniamo che gli interventi previsti in finanziaria siano soltanto il primo passo di un percorso che, grazie ad una visione strategica di politica sanitaria di questo Governo, rafforzerà l’intera catena logistico-distributiva del farmaco”.
«Da numerosi anni i Distributori Intermedi attendevano misure tangibili a supporto delle loro Aziende per garantire la sostenibilità del servizio pubblico essenziale svolto e che solo ora, con la Manovra del 2025 e grazie ad una visione strategica del Ministero della Salute, iniziano finalmente a realizzarsi. Si tratta di un importante segnale di attenzione da parte del Governo per la nostra categoria, che trova oggi un primo, concreto sostegno a beneficio anzitutto del bisogno di salute dei cittadini» – afferma nel comunicato Walter Farris, presidente ADF.
«Con questa manovra finanziaria la catena logistico-distributiva del farmaco trova un primo, reale sostegno. Auspichiamo che questo si configuri come l’avvio di un percorso strutturale di attenzione e valorizzazione del servizio pubblico svolto quotidianamente dai Distributori Intermedi. Il nostro comparto, a differenza di altri operatori, ha patito l’assenza di qualsiasi intervento a sostegno dell’indispensabile ruolo avuto anche durante l’emergenza sanitaria generata dal Covid, pur avendo continuato a garantire il servizio alla collettività con margini che da molti anni non coprono neanche i costi operativi delle aziende», dichiara Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi.
Farmacia dei servizi
Con la manovra viene prorogata la sperimentazione della farmacia dei servizi anche per l’anno 2025: è prevista, infatti, la prosecuzione anche per l’anno corrente la copertura degli oneri per l’erogazione di tali servizi da parte delle farmacie, già oggi previsti a carico del Ssn, per un ammontare pari a 25,3 milioni di euro. La norma dispone inoltre che, entro il 30 settembre 2025, il Comitato paritetico ed il Tavolo tecnico effettuino la valutazione degli esiti della sperimentazione, finalizzata in particolare alla rendicontazione delle spese e dell’eventuale stabilizzazione dei nuovi servizi erogati in base al D.Lgs. n. 153/2009.
La manovra, inoltre fissa al 1° gennaio 2026 l’entrata in vigore del Programma nazionale di Health technology assessment (HTA – Valutazione delle tecnologie sanitarie) e per la definizione di una nuova codifica dei dispositivi medici, da parte del Ministero della salute. Le disposizioni intervengono, sui compiti dell’Osservatorio nazionale sui dispositivi medici, il quale assume questa nuova denominazione, e sulle incombenze delle regioni in merito al sistema di governo del settore dei dispositivi medici. Alle regioni, anche ai fini della verifica dell’adempimento, il compito di elaborare annualmente una relazione relativa al proprio sistema di governo del settore dei dispositivi medici e assegnano il budget aziendale per i dispositivi medici agli enti del Servizio sanitario regionale ai fini del rispetto del relativo tetto di spesa regionale.
Infine, agli specializzandi farmacisti (oltre che veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi) a decorrere dall’anno accademico 2024-2025 è corrisposta una borsa di studio per tutta la durata legale del corso, di importo parti a 4.773 euro lordi annui.