L’innovazione vincente? Passa per il fornitore

L’innovazione vincente? Passa per il fornitore

Fonte: www.logisticaefficiente.it

Puntare sull’innovazione è sicuramente un must per ogni azienda che voglia mantenere un alto livello di competitività sul mercato. Questa esigenza investe in pieno anche la Supply Chain, che deve stare al passo con le richieste e i cambiamenti del contesto di riferimento.

Considerato che circa l’80% del costo del prodotto è determinato dagli acquisti di beni e servizi (Enzo Baglieri, SDA Bocconi, 2012), sono due le best practice da applicare imprescindibilmente nella Supply Chain: automazione e collaborazione.

I vantaggi di un processo d’acquisto Automatizzato sono rilevabili fin da subito: si riducono le attività manuali, si abbatte il rischio di errori, l’efficienza interna aumenta e si abbreviano i tempi di risposta al mercato.

L’automazione delle attività e dei processi basa la sua valenza sulla disponibilità di informazioni, la quale è direttamente proporzionale alla Collaboratività del network dei fornitori: quanto più elevata sarà la collaborazione all’interno della Supply Chain tanto maggiori saranno i dati e le informazioni scambiate tempestivamente tra tutti gli attori in gioco. (altro…)

Cinque buoni motivi per migliorare la comunicazione tra cliente e fornitori

Fonte: www.iungo.com

In un mondo ideale, acquistare un bene da un fornitore è un’operazione quanto mai semplice: si individua il fornitore, viene inviato l’ordine, il fornitore lo conferma, la merce arriva al cliente.

Nel mondo reale, le cose sono un po’ più complicate e prima di arrivare a concludere il processo d’acquisto, si incontra ogni tipo di ostacolo: incomprensioni, telefonate non necessarie, informazioni non pervenute, errori, perdite di tempo e imprevisti di ogni sorta.

In questo senso il processo di acquisto si appesantisce a causa di una grande quantità di attività a basso valore aggiunto che il buyer deve comunque portare a termine, ma che rischiano di spostare e togliere l’attenzione all’attività core dell’ufficio acquisti: far arrivare la merce nei tempi previsti e senza costi aggiuntivi.

La stragrande maggioranza di questi “ostacoli” hanno una causa comune e universale: l’imperfetta comunicazione con il fornitore. (altro…)

Integratori alimentari 2.0

Integratori alimentari 2.0

Fonte: www.pharmaretail.it

Il farmacista amplia le sue competenze
Non solo farmaceutiche, mediche, relazionali, manageriali e commerciali: le competenze del farmacista devono aprirsi sempre di più al digital marketing e alla comunicazione. La presenza digitale consente infatti alla farmacia di moltiplicare le occasioni di visibilità, con l’obiettivo di offrire una corretta informazione e maggiori servizi al consumatore, che sempre di più si informa sul web.
Secondo la ricerca di GfK per FederSalus “La salute, il benessere, il ruolo degli integratori”, infatti, il 48% dei consumatori italiani cercano online le informazioni sulla salute. Oltre a quelle che riguardano i problemi di salute, si trovano anche i corretti stili di vita da assumere (59%) e gli integratori alimentari (35%). Un dato che mostra come i consumatori siano oggi molto informati sui temi della salute e partecipino in prima persona al proprio percorso di benessere interloquendo in maniera consapevole con i professionisti della salute. (altro…)

L’iceberg della comunicazione

L’iceberg della comunicazione

Fonte: www.pharmaretail.it

Continua il discorso sulla comunicazione, con temi che trattano gli elementi fondanti fornendo spunti validi anche per la relazione con il cliente.
Era la notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 e, nella ricostruzione dello storico Ivan Lantos, riviviamo l’impatto del Titanic.
Un altro iceberg, per fortuna non minaccioso né mortifero, troneggia nella teoria della comunicazione. Ma è un iceberg metaforico, e il traslato viene utilizzato grazie alla proprietà delle montagne di ghiaccio galleggianti di sporgere dal mare per il 10% del loro volume, mentre il restante 90% rimane sott’acqua, praticamente sottratto alla vista. È il cosiddetto iceberg della comunicazione.

I livelli della relazione comunicativa
Nella comunicazione interpersonale, infatti, bisogna considerare tre livelli di relazione comunicativa, e cioè
• Il livello verbale
• Il livello paraverbale
• Il livello non verbale
Il primo livello è costituito da quanto viene detto, quello che un verbalizzatore trascriverebbe. Il secondo consta del tono di voce, delle pause, dell’enfasi. È, insomma, il “come” ci si esprime, il modo in cui si modula il discorso. Il terzo livello è fatto dai gesti, le posture, i movimenti del viso e del corpo che accompagnano il parlato. Ora, la parte puramente verbale può essere considerata il frammento dell’iceberg pienamente visibile, quello che sporge dall’acqua, mentre il resto può essere paragonato alla porzione che rimane sott’acqua e che è quasi totalmente nascosto alla vista. In realtà, i segnali paraverbali e non verbali sono percepiti, anche se più che altro in maniera subconscia e inconscia (non a caso anche Freud usò la metafora dell’iceberg parlando della coscienza). Quello che succede è che la loro influenza sull’interlocutore è determinante. Come avviene per l’iceberg, la parte invisibile o meno visibile rappresenta il 90%, in questo caso dell’efficacia comunicazionale di un messaggio. (altro…)

FARMACIA: ecco come si inizia una nuova strategia di marketing.

FARMACIA: ecco come si inizia una nuova strategia di marketing.

Fonte: www.quellichelafarmacia.com

Supponiamo che anche il farmacista voglia porsi il medesimo quesito. Questo nonostante la farmacia non abbia mai avuto il bisogno di fare comunicazione e non ne abbia avuto perché il suo indotto è sempre stato automatico e costante, ma anche e soprattutto perché questo è sempre stato sufficiente a garantire sostentamento economico. (altro…)